Da qualche settimana il dibattito politico italiano ha cominciato a coinvolgere la Legge di bilancio, che dovrà essere approvata entro la fine dell’anno. Per l’ambiente birrario è sempre un passaggio importante e delicato, per gli effetti che provoca sulla disciplina delle accise. Negli ultimi anni le associazioni di settore si sono mosse in maniera compatta, ottenendo risultati altalenanti, ma nel complesso positivi. Un primo risultato incoraggiante è arrivato negli scorsi giorni, con il parere positivo della Commissione Agricoltura alla Camera per una riduzione delle accise. Nulla di ufficiale, chiaramente, ma si tratta di un passo nella giusta direzione in vista della discussione finale della Finanziaria 2025.
In particolare l’opinione positiva della Commissione Agricoltura è relativa alla manovra che vedrebbe una riduzione stabile delle accise a 2,97 centesimi grado plato, con uno sconto del 50% dell’aliquota per i birrifici con produzione annua inferiore a 10.000 hl (attualmente si ferma al 40%). Inoltre sarebbero previsti sconti anche per i birrifici di taglia intermedia: 30% per i birrifici da 10.000 a 30.000 ettolitri e 20% per chi produce dai 30.000 ai 60.000 ettolitri.
Soddisfazione è stata espressa dalle associazioni di categoria. Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai, ha così commentato la notizia:
Riteniamo davvero lodevole l’attenzione dedicata al comparto brassicolo. Il parere della Comagri Camera ribadisce una proposta che il settore porta avanti da tempo e che, ci auguriamo, possa divenire realtà dopo diversi tentativi in differenti provvedimenti. Siamo consci della congiuntura economica e degli sforzi che il Paese intero deve compiere per riassettare i bilanci pubblici ma questi interventi, con un dispendio economico limitato, possono concretamente sostenere le piccole produzioni nazionali emergenti, proseguendo in un percorso iniziato negli anni scorsi.
Si tratta, infatti, di misure già attuate nel biennio ’22-’23 che rappresenterebbero un volano per il comparto avendo un impatto relativo notevole per ogni produttore. L’auspicio rimane quello di una disamina completa per revisionare le norme che regolano il comparto brassicolo nazionale in maniera organica, proprio come il Ministero dell’Agricoltura aveva iniziato a fare e che ci troverà sempre pronti al loro fianco.
Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra, auspica un supporto bipartisan alla revisione delle accise, così da confermarla nel testo finale della Legge di bilancio:
Siamo consci che adesso si entrerà nella fase più complicata della Legge di Bilancio: i partiti di maggioranza – cui auspichiamo si aggiungano anche quelli di opposizione – con slancio hanno ribadito che profonderanno ogni sforzo per convincere il Governo a reperire le risorse necessarie (6,9 milioni di euro) per una riduzione delle accise, che servirebbe a far crescere e recuperare competitività all’industria birraria nazionale. Le dinamiche degli ultimi 18 mesi confermano che esiste una correlazione inversa tra l’aumento delle accise e l’andamento del mercato e in particolare la competitività della produzione nazionale.
Dopo il primo aumento del gennaio 2023 il comparto è entrato in contrazione, protratta dopo il secondo aumento nel gennaio 2024. Nel primo semestre del 2024 i dati riportano un aumento delle importazioni da Paesi europei con tassazione fino a 4 volte inferiore a quella italiana, consentendo alle aziende che esportano di essere di fatto più competitive, perché il fattore prezzo è molto impattante con il potere di acquisto ridotto.