Annunci

Rotorcraft Brewery propone produzione e imbottigliamento a contratto

Rotorcraft Brewery è in grado di offrire un servizio...

Il birrificio Rotorcraft vende un hop gun isobarico

Il birrificio Rotorcraft vende un luppolatore (hop gun) isobarico...

Vendesi centrifuga a dischi con capacità effettiva fino a 3000lt/h

Vendesi separatore/pulitore automatico a dischi MARCO MORA - mod.B14...

Agostino Arioli presenta i suoi distillati: un assaggio in anteprima dei prodotti Birrificio Italiano Spirits

Nel corso dell’ultima edizione del Pils Pride, incontrai Agostino Arioli del Birrificio Italiano e, tra le altre cose, discutemmo del suo addio al progetto Strada Ferrata, la distilleria aperta nel 2020 in Brianza. In quell’occasione mi rivelò che, nonostante la sua uscita dall’azienda, aveva mantenuto i diritti sull’Amaro Marasso, uno dei prodotti di Strada Ferrata di cui aveva elaborato personalmente la ricetta. Ingenuamente gli chiesi cosa intendesse farne e mi guardò con una luce furbetta negli occhi, rispondendo con un laconico “Vediamo…”. Dopo poco più di sei mesi la mia domanda ha ricevuto una risposta più completa e articolata di quanto mi aspettassi ed è racchiusa nel marchio Birrificio Italiano Spirits, che è stato presentato alla stampa in un evento ad hoc presso il locale milanese del Birrificio Italiano.

Sotto il nome Birrificio Italiano Spirits (sito web) sono commercializzati i prodotti della nuova avventura di Agostino nel mondo dei distillati. Oltre al già citato Amaro Marasso, troviamo il Capparis, un digestivo salato con capperi salati di Pantelleria che sembra uscito dalla mente di uno chef stellato, il Gin Drytto (45%), realizzato con cinque diverse botaniche, e quattro distillati di birra a marchio Albedo. Della produzione degli spirits non si occupa direttamente il Birrificio Italiano, ma alcuni artigiani di fiducia che li preparano seguendo le ricette fornite da Agostino: nel caso dell’Amaro Marasso, ad esempio, ricorrono al mix di sedici botaniche scelte e testate direttamente da lui.

- Advertisement -

Albedo

Dopo un’introduzione di stampo narrativo, l’evento di presentazione si è spostato al bancone del locale meneghino per l’inizio della degustazione. I primi assaggi hanno riguardato i prodotti Albedo, che possono essere definiti dei Bierbrand – un nome in lingua tedesca ufficialmente riconosciuto dall’Unione Europea – e sono realizzati distillando un blend di birre del Birrificio Italiano del 2019.

- Advertisement -

La versione base (40%) è un entry level molto interessante, morbido con l’alcolicità che non graffia in gola. Gli altri tre hanno riposato in tonneaux di Moscato Giallo altoatesino per quattro anni, per poi subire un ulteriore affinamento: un terzo delle bottiglie completa l’invecchiamento nella medesima botte; un terzo finisce in una botte di rhum della Martinica, recuperando le note dolci e calde tipiche del distillato; un terzo infine attraversa un finishing in botti di whisky torbato che rilascia nel prodotto finito note affumicate e legnose. Il termine Albedo indica sia la parte più interna, bianca e spugnosa, della buccia del frutto degli agrumi, sia, nel linguaggio alchemico, una delle fasi della Grande Opera successiva alla nigredo – nome che peraltro ritroviamo nella celebre Dark Lager del Birrificio Italiano.

Amaro Marasso

- Advertisement -

L’Amaro Marasso (30%), presentato dal payoff “il digestivo col morso”, è davvero come lo ha presentato Agostino: graffiante, con pochissimo zucchero e senza compromessi, assolutamente all’opposto degli amari commerciali. Come accennato le botaniche sono ben sedici e partono dalle radici per arricchirsi di tutte le componenti di una pianta immaginifica: cortecce, bacche e spezie, risalendo fino a foglie e fiori. La ricetta prevede , tra gli altri, l’impiego di pepe rosa, dragoncello e finocchietto, che ingentiliscono il digestivo regalando aromaticità. L’Amaro Marasso può essere bevuto liscio, on the rocks ma anche miscelato nell’Amaricano, una versione dell’Americano preparato con Marasso e vermouth, o in un Massoni con cedrata. In etichetta campeggia un serpente stilizzato rosso mattone, a riprendere le sfumature del liquido contenuto nella bottiglia.

Gin Drytto

Il Gin Drytto (45%) è secco, con una parte di botaniche non aggressiva ma poliedrica e ben amalgamata. La gradazione alcolica è ben celata e per nulla aggressiva e il distillato risulta sicuramente interessante come base per la preparazioni per del gin tonic, a patto di non usare toniche troppo aromatiche che nasconderebbero i suoi profumi. La ricetta prevede il ricorso a cinque botaniche attentamente selezionate: l’immancabile ginepro, ovviamente, insieme ad angelica, coriandolo, combawa (kaffir lime) e pepe nero.

Capparis

Il Capparis (22%) è di tutti il prodotto che mi ha stupido maggiormente. Lo avevo già provato nella versione precedente e sinceramente non mi aveva colpito molto. Nella versione attuale, con un grado alcolico rivisto al ribasso e i sentori di capperi di Pantelleria decisamente più marcati, risulta decisamente più interessante. Rimane comunque un prodotto non scontato, sia per la netta componente salina, sia per il sapore associabile più a un’esperienza culinaria che a una bevanda. Trovo che possa essere molto interessante per gli amanti della sperimentazione in campo di mixology e sono curioso di provare qualche creazione che lo veda protagonista.

Conclusioni

Non c’è che dire, Agostino Arioli anche in questa veste ritrovata di alchimista tira fuori il suo carattere di sperimentatore, mostrando lo stesso piglio che lo ha portato al successo internazionale nel mondo della birra artigianale. Sarà interessante verificare come i prodotti del Birrificio Italiano Spirits riusciranno a farsi spazio in un mercato sempre più affollato.

Fabio Marrale
Fabio Marrale
Già appassionato di birra, incontra casualmente la bici per potersi muovere liberamente tra i festival senza rischi per la patente, raddoppiando così le sue passioni. Continua ad allenare le gambe con viaggi alla scoperta di birre e birrifici e contemporaneamente perfeziona gusto e olfatto fino al completamento del corso di secondo livello di Unionbirrai.

Ultimi articoli

L’approccio di Birra Impavida alla sostenibilità ambientale: intervista a Raimonda Dushku

Fondato nel 2020, Birra Impavida è uno dei birrifici...

Assistere alla cotta (con pietre roventi) di una Steinbier: la nascita della Flaming Stones di Sorio

Ci sono degli appuntamenti a cui partecipo sempre con...

Picobrew e Labeerinto trionfano nel concorso per le migliori birre con luppolo fresco

Questa mattina, nell'ambito del Convegno sulla filiera brassicola organizzato...

Nuove birre da LZO, War, Rurale, Birra del Bosco, Busa dei Briganti e Karma

La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane è...

Newsletter

Al bancone è la nostra newsletter quindicinale con notizie, iniziative ed eventi sulla birra artigianale.

Seguici

28,421FansMi piace
14,350FollowerSegui
6,237FollowerSegui
273IscrittiIscriviti

Ancora eccezionale Italia al Brussels Beer Challenge: record di medaglie e migliore birra del concorso

Il Brussels Beer Challenge è un concorso che non necessita di presentazioni. Nei suoi dodici anni di vita si è rapidamente imposto nel novero...

Notizie di birramercato: Longo (Lariano) si ritira, Follino lascia Bonavena (che rilancia)

Il mondo della birra artigianale italiana si trova in un momento di profonda evoluzione, in cui le dinamiche di riassestamento sono all'ordine del giorno....

Le Italian Pils entrano ufficialmente nelle Style Guidelines della Brewers Association

Il termine "Italian Pils" ha cominciato a circolare nell'ambiente italiano della birra artigianale una quindicina di anni fa, quando il nostro movimento cercò di...

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui