Sabato scorso a Monaco di Baviera è cominciata l’edizione numero 187 del celeberrimo Oktoberfest. Nonostante sia la più grande manifestazione birraria del mondo, su Cronache di Birra ne parliamo sempre in maniera limitata perché è fondamentalmente un trionfo della birra industriale: sono ammessi a partecipare solo sei birrifici della città – le famose sei sorelle di Monaco – che propongono prodotti poco più che anonimi. È però un appuntamento che non si può ignorare, anche perché spesso funge da indicatore dello stato di salute del settore. L’edizione 2022 dell’Oktoberfest è particolarmente sentita per due motivi agli antipodi: rappresenta il ritorno del festival dopo due anni di pausa forzata a causa della pandemia e si inserisce in un delicato momento internazionale, in cui molti equilibri, anche economici, stanno cambiando. E così il concetto su cui si stanno concentrando i commenti degli analisti è solo uno: inflazione. Quest’anno i costi dell’Oktoberfest sono ulteriormente cresciuti, con una ripercussione diretta sui consumatori finali.
Quello dell’aumento dei prezzi è un problema storico dell’Oktoberfest. Ne scrivemmo diffusamente nel 2019, quando la situazione internazionale in termini sanitari e politici era ben diversa da quella attuale. Nell’ultima edizione della manifestazione monacense, infatti, un litro di birra era arrivato a costare 11,6 euro di media, con un incremento rispetto al 2018 di oltre tre punti percentuali. In quell’anno si toccò un nuovo record all’interno di una tendenza che era cominciata da circa un decennio, con effetti però contenuti sulle abitudini del pubblico. Nonostante l’aumento dei prezzi i consumi erano cresciuti di edizione in edizione, seppur lentamente. Il 2019 però si era chiuso con un dato negativo, che forse rappresentava la prima avvisaglia di una futura sofferenza: alla fine furono bevuti “solo” 7,3 milioni di birra, cioè 200.000 in meno dell’anno precedente, nonostante un’affluenza pressoché identica.
L’inflazione misurata fino al 2019 è però nulla in confronto alla sorpresa che attende i visitatori in questi giorni. Un Maß (cioè il tipico boccale da un litro) questa volta costa da 12,60 ai 13,80 euro, in base al “tendone” in cui si acquista. Si tratta di un incremento medio di oltre un euro, che in termini relativi si traduce in un clamoroso +16%. Inutile specificare che il rialzo è stato deciso dai sei birrifici (Augustiner, Hacker-Pschorr, Hofbräu, Löwenbräu, Paulaner e Spaten) per rispondere al pesante aumento dei costi relativi a materie prime, energia, vetro, acciaio, cartone e pallet, scaricando il tutto sui consumatori finali. Ai prezzi della birra vanno poi aggiunti quelli del cibo (consumato in grandissime quantità), nonché la quota di ingresso pari a 3 euro a persona.
Nonostante l’incremento dei prezzi, gli organizzatori rimangono ottimisti circa l’affluenza, che dovrebbe superare i sei milioni di visitatori. Se così fosse si tornerebbe subito ai livelli pre-pandemia, ma c’è persino chi prevede di avvicinarsi ai quasi 7 milioni del 2011. Un obiettivo non impossibile: dopo due anni di pausa c’è voglia di tornare a brindare a Monaco di Baviera e nelle passate edizioni l’inflazione ha dimostrato di avere un impatto limitato sulla partecipazione del pubblico. Per conoscere i primi numeri dell’Oktoberfest 2022 probabilmente non servirà attendere la sua chiusura, fissata per il 3 ottobre, poiché gli organizzatori sono soliti rendere noti i primi dati con la manifestazione ancora in corso. Nel 2016, ad esempio, l’allarme per la bassa affluenza arrivò una decina di giorni dopo l’inizio del festival: in quel caso i pochi visitatori furono giustificati dal prolungato maltempo e soprattutto dalle restrizioni anti-terrorismo – se ricordate ci furono diversi attacchi in tutta Europa nelle settimane immediatamente precedenti.
Anche quest’anno non mancheranno i tanti appuntamenti che hanno reso celebre l’Oktoberfest nel tempo: il corteo di carrozze trainate da cavalli e buoi, gli allestimenti di giostre con la celebre ruota panoramica, i concerti di musica popolare, le sfilate in abiti tradizionali bavaresi e gli immancabili giochi pirotecnici. Ancora una volta gli italiani rappresenteranno il pubblico straniero più numeroso (quasi il 20%) e dal 23 al 25 settembre si svolgerà il cosiddetto “fine settimana italiano”, durante il quale il Theresienwiese di Monaco sarà preso d’assalto dai nostri connazionali. Se cercate un contesto più tranquillo, sappiate che dal 1965 nella stessa area viene organizzato il Frühlingsfest, la versione primaverile della manifestazione, dove però è possibile bere solo Augustiner e Paulaner.