Birra Amiata è un produttore del centro Italia che lentamente sta iniziando a farsi conoscere su tutto il territorio nazionale. Il prossimo aprile 2010 festeggerà i primi 4 anni di attività: un periodo relativamente breve, durante il quale la produzione si è assestata sui 700 hl annui, vantando una gamma di birre numerosa e varia. L’obiettivo del birrificio amiatino è di arrivare al suo quarto anniversario investendo sulla qualità a 360 gradi: tra la serie di novità previste c’è il nuovo impianto da 10 hl in arrivo il prossimo febbraio e l’aumento delle analisi e dei controlli di qualità. Inoltre è prevista una serie di interventi meno legati alla produzione in senso stretto, tra cui rientrano la nuova etichettatrice automatica e il rinnovato packaging delle bottiglie.
In particolare, le nuove bottiglie di Amiata esporranno delle etichette inedite, che Cronache di Birra vi presenta in anteprima. Già è possibile trovarle sui formati da 0,75 l delle birre più conosciute, come Bastarda Rossa, Contessa, Aldobrandesca, ecc. Il rinnovamento è radicale e prevede l’addio alla vecchia grafica, che personalmente trovavo piuttosto anonima. Al contrario, le nuove etichette sono estremamente caratterizzanti e si avvalgono di illustrazioni di grande impatto, realizzate dall’artista Alberto Ruggieri.
Ecco come vengono presentate da Claudio Cerullo, uno dei soci del birrificio:
Le etichette […] conterranno un maggiore numero di informazioni per gli appassionati ed i consumatori (IBU totali, luppoli aggiunti, temperature e bicchiere di servizio), oltre alle informazioni necessarie per l’esportazione. La grafica è in linea con la filosofia di Birra Amiata, molto legata alla territorialità. Infatti i disegni riproducono luoghi, costumi e ripercorrono leggende locali. Per una buona riuscita delle stesse, il birrificio si è affidato ad Alberto Ruggieri, pittore ed illustratore romano di grido (collabora con le più importanti testate ed agenzie pubblicitarie), docente di illustrazione presso l’Istituto Europeo di Design di Roma.
Birra Amiata ha dunque puntato su un professionista del settore, dimostrando di voler investire pesantemente in un aspetto – quello del marketing in generale – troppo spesso sottovalutato dai birrifici artigianali italiani. Il risultato è secondo me ottimo e sicuramente si ripercuoterà positivamente sull’attività del birrificio. Interessante il ricorso a illustrazioni “fumettose”, che, come visto in passato, spesso risultano tra le più apprezzate.
Di seguito una carrellata di tutte le nuove etichette. Attendo le vostre opinioni!
Restando in tema di etichette, ci spostiamo sul litorale capitolino, dove il Birrificio Ostiense Artigianale ha comunicato i vincitori del concorso legato alla sua ‘na biretta di Natale. Negli scorsi mesi, infatti, il birrificio di Ostia aveva lanciato un semplice gioco, in cui si invitano tutti gli appassionati a inventare delle frasi simpatiche che riguardassero il prodotto BOA o la birra in generale. Le tre frasi migliori sarebbero apparse sull’etichetta della ‘na biretta natalizia e i vincitori avrebbero ricevuto una cassa della stessa birra.
Le frasi vincenti sono le seguenti:
“A Natale con i tuoi… ‘na biretta con chi vuoi!” di Pierluigi Casagrande
“‘na biretta e… la festa è benedetta” di Clasterix
“‘na biretta e du bbicchieri, ma solo co’ l’amici veri!” di Marco Di Bartolomeo
belle le nuove etichette! un saluto agli amici del birrificio amiata incontrati al ibf a milano lo scorso marzo!
dimenticavo oggi 10 novembre presso il mitico birrificio italiano di lurago marinone arrivara per la gioia di tutti noi (che abitiamo vicino) e non solo…….la extra hop una european pale lager bhoemian pilsner davvero eccezionale! e a proposito di european pal lager da segnalare la OG 1056 del birrificio fermentum di monza! questo piccolo birrificio e’ in un convento detto carrobiolo e il mastro birraio e’ il bravissimo pietro fontana. ciao ciao
Scusate se rimango OT collegandomi al post di Lallo, ma se può servire avverto che la serata Extra Hop di questa sera è saltata per il lutto che ha colpito la famiglia di Martina, dipendente del Birrificio Italiano. Sentite condoglianze.
“‘na birretta come nome non mi piace
di trovarne uno migliore non sei capace?
Se poi a Ostia chiami una birra Irreale
a fantasia sei messo proprio male!”
Ho vinto qualche cosa?
:-)))))))))))))))))))))))))))))))))))))))
molto belle le etichette, complimenti!
Molto belle le etichette, complimenti all’illustratore.
Unica cosa, siccome che so’ cecato, per i nomi avrei scelto un colore che contrastasse di più sul fondo, alcuni li leggo male.
un lavoro professionale e si vede, sarebbe bello vederle già “vestite” sulla bottiglia per un’idea completa
@SR
Viste al Bir&Fud: rendono molto bene su eleganti bottiglie alte e strette con il tappo coperto d’alluminio blu.
A me il disegno della contessa m’arrapa pure!
Le etichette richiamano molto il “La Rulles style”. Belle.
giustamente la serata al birrificio italiano per la extra hop e’ stata rimandata! e faccio le condoglianze a martina (forse o capito chi e’) lallo
Belle belle! ;-D
Ho avuto fra le mani, qualche settimana fa, un paio di bottiglie di Amiata con la nuova veste grafica.
Viste dal vivo… sono ancora più belle di quanto già siano le immagini qui pubblicate.
Ottimo lavoro e gran passo in avanti.
Ancora due precisazioni, non dettate dalla piaggeria.
La prima, sottoscrivo (come riportato nell’articolo) come pochissimi birrifici artigianali investano in marketing e comunicazione del prodotto e qui aggiungo un plauso per il birrificio amiatino.
La seconda… adoro l’Aldobrandesca, la mia birra di frumento preferita (per essere sinceri a parimerito con la Milla del Geco).
Credo che con la nuova etichetta questa birra-blanche di Amiata sarà ancora più buona! Consigliatissima!!!
@Zucchero
:-)Ricordatene allora anche quando tra qualche anno le tue prestazioni saranno in calo..Grande!
beh sicuramente meglio delle precedenti! Molto belle le illustrazioni ma scadente il lettering!
…a mio parere! 🙂
Le illustrazioni sono fantastiche. Pollice completamente verso però per quei brutti font medievali, specialmente per “Birra Amiata” schiacciato e deformato in quella maniera da Word Art.
E’ la prima regola grafica sul “non si fa”, il deformare le proporzioni… 😐
Bruttine anche le pergamene con quella sfumatura photoshoppata, che mal si sposa con la colorazione dipinta delle illustrazioni.
Eppure con quelle meraviglie di base si poteva lavorare alla grande, evitando le deformazioni font da Word Art e i colori elettrici come quel blu e le sfumature non adeguate alla colorazione delle illustrazioni.
Complimenti a Gennaro per le nuove etichette,veramente gradevoli e interessanti,le illustrazioni sono intriganti e invitano la bevuta.
alcuni disegni sono veramente belli, come quello del drago della selva e caronte che farebbero la felicità di molti collezionisti.
il font birra amiata è veramente orrido, poco leggibile e schiaciattissimo !
@zucchina
vedo che sei del mestiere, te quali font useresti ad esempio?essendo tutto incentrato sul medievale, diventa difficile usare un altro tipo di font. Il bordo e le scritte sono cromate e non grigio topo come sembra dalle immagini qui riprodotte.
Te come avresti fatto?
Concordo a pieno con Tyrser sulla scelta del nome, mai piaciuto, ma i gusti so gusti.
@ Gennaro: di font medievali ce ne sono a bizzeffe, ma già basterebbe eliminare il “bordo” unificando il carattere in un colore deciso e leggibile. In poche parole x la scritta utilizza solo un grigio senza bianco intorno ma un po + scuro, o nero, o marrone dipende sempre dal fondo. Qualcosa che stacchi un po di più. Già che ci siamo mi fai sapere le disponibilità delle birre di questo periodo, così finalmente mettiamo qualcosa in negozio? Ciao Mirko
@Mirko
ti assicuro che la scritta è grigia cromata e sul blu risalta abbastanza bene. Per il resto, non mi sembra il caso di approfittare, aspetto una tua mail a [email protected] e ti risponderò anche subito.
OT. Visto che fanno tutti i maestrini non mi sottraggo. Vi suggerirei di non usare una definizione storiografica come medievale, completamente distorta dal senso comune e vuota di significato. Consiglio la lettura di G. Sergi- “L’ idea di Medioevo. Fra storia e senso comune” Donzelli editore
Zucchina se ragionassero tutti come te attenendosi minuziosamente alle regole che qualcun altro ha scritto per noi non esisterebbero i Kubrick, i Newton e i Riccardo Franzosi della situazione. Ovviamente nemmeno gli Zucchero.
Non è bello imparare tutta la pergamena a memoria e ripeterla fino alla fine dei nostri giorni.
Complimenti per le nuove etichette, veramente belle!
A me le nuove etichette piacciono un sacco.. aspetto di vederle dal vivo su qualche bottiglia!!! bravo Gannaro
@ gennaro
l’ambientazione medievale non preclude il fatto che tutto vada fatto in stile medievale. Io avrei messo un font più moderno ma con dei richiami alle tipiche grazie medievali.
E cmq il problema più grosso come ha detto zucchina è il testo schiacciato in alto… non si può guardare! Secondo me già sistemando quello e facendo respirare un po’ di più gli altri testi (troppa attaccati ai margini), l’etichetta migliorerebbe parecchio.
In ogni modo sta sempre una spanna sopra a certe cagate che si vedono in giro!
@zucchero
potresti tradurti ?.
con tutto il rispetto non capisco che centra il simpatico mastro birraio di montegioco, con un dio della regia e con un luminare della scienza, la tua uscita mi sembra un abbastanza in fuoriluogo, si tratta di un etichetta di birra non di un opera d’arte contemporanea.
nessuno ha detto che i disegni delle etichette sono brutti anzi, ma si discute sul fatto che le scelte dei font e di qualche accorgimento grafico sono molto discutibili, sia da un punto di vista soggettivo (gusto) che oggettivo (tecnica consolidata), difatti poco leggibili.
il birrificio può anche metterle capovolte le etichette ma, visto che credo che abbiano speso bei soldi potrebbero fare qualche piccola modifica in futuro per renderle perfette.
Hindo ha capito perfettamente: l’artwork è bellissima, ma ad un occhio un pò clinico quel brutto font e certe scelte un pò troppo dettate da photoshop finiscono con lo stonare.
Per carità, non vogliamo cercare il pelo nell’uovo e concordo, sono più belle di certe altre ben più trash che vediamo in giro, ma come lavoro grafico i piccoli difetti che notavo potevano essere evitati, tutto lì.
Quanto a Zucchero, Kubrik non sbagliava un’inquadratura e inventava soluzioni nuove che fanno scuola tutt’oggi, Franzosi non mette il sale al posto del lievito per cercare strade nuove ed originali perchè sa che certe basi sono imprescindibili per rendere il proprio lavoro professionale.
Se compro un romanzo e lo trovo scritto con le coniugazioni scorrette o con errori di ortografia non cerco di autoconvincermi e convincere gli altri che è una coraggiosa innovazione che vuole sfidare le convenzioni, tendo solo a pensare che a quel libro è mancato un buon lavoro di editing e anche la semplice correzione delle bozze.
La grafica e l’arte figurativa non deve sfuggire a delle regole base di fruibilità.
Comunque adoro le illustrazioni di Zancona, Bastarda Rossa e Caronte.
La Comunale è fantastica..
Grazie a tutti per i complimenti ed i suggerimenti. Passo il link al nostro grafico che proverà a fare delle modifiche per migliorare il lettering.Mi preme dire che il Dr Ruggieri si è occupato esclusivamente dei disegni e non del lettering. A quanto traspare, l’idea di base c’è, non è scolpita sulla roccia, per cui pian piano, grazie ai suggerimenti di tutti, cercheremo di migliorarci, consapevoli del fatto che è quasi impossibile accontentare i gusti di tutti… Comunque il vestito è importante, ma cosa c’è dentro resta fondamentale, ed i nostri investimenti sono comunque concentrati sulla qualità. Grazie ad Andrea per averci ospitato sul suo prestigioso Cronache.
Innanzitutto stavo parlando di Helmut Newton, il fotografo. Mentre l’aggiunta di Riccardo era solo per rimanere in tema birra e sperimentazioni al tempo stesso. Non c’è bisogno di mettere il sale al posto del lievito per essere innovatore, basta rompere anche regolette più semplici. Allora Joyce era un coglione?
A parte il fatto che nel “deformare le proporzioni” registi e artisti in generale hanno basato la loro carriera, come dice Pistillone stiamo parlando di un’etichetta di birra quindi tutto ciò non c’entra (però almeno non addentratevi in terreni che non calpestate ;)).
Volevo solo dire che a quasi tutti quelli che non fanno i grafici di professione queste etichette sono piaciute (almeno stando ai commenti arrivati su questo sito), evidentemente ad Amiata hanno speso bene i loro “bei soldi”. Se poi questo urta la sensibilità del grafico che dorme con la sua bibbia sotto al cuscino… amen!
Forse sono di parte perché la contessa m’arrapa, boh!
Ne approfitto per complimentarmi con Gennaro per l’evoluzione del birrificio, non vedo l’ora di provare la Cinabro, sono davvero curioso.
Ringrazio tutti per il contributo che avete dato e certamente comprendo lo spirito delle osservazioni che ognuno ha voluto dare. Ovvio che l’ illustratore è al corrente di questo topic e che valuterà le vostre opinioni in merito, prendendo in esame le opportune modifiche, qualora fosse possibile apporle. Spero che oltre alle etichette vi piaccia anche il contenuto che pubblicizzano!in fondo questo è quello per cui lavoriamo sodo tutti i giorni!Grazie
@zucchero
a fine mese è prevista la cotta di cinabro, ovvio che ci sarà da aspettare almeno otto mesi prima di poterla mettere in giro, per cui ci sarà da aspettare un pò.Cmq non appena sarà pronta il bir&fud ha già opzionato qualche fusto, per cui se sei di roma..saprai dove andare.ti ringrazio ancora per tutto
x Claudio: ecco un professionista, complimenti. 🙂
Con questa mentalità ricercate la perfezione.
@zucchero
che sbadato credevo parlassi di Keith Newton la stella dei rover!
@ zucchero
azz che torcicollo!! Devo far imbottire la copertina della bibbia 😀
Scherzi a parte, rompere le regole ci sta, ma farlo senza criterio è sbagliato.
Posso anche deformare un carattere (in casi eccezionali), ma dietro alla mia deformazione deve esserci un motivo, un significato intrinseco.
Deformare un carattere per farlo entrare in uno spazio dellimitato non significa rompere le regole!
E poi se c’è un occhio più esperto che fa una critica costruttiva non ci vedo nulla di male no? Grazie alle critiche si crescere, si migliorare, ci si perfeziona!
Un’ultima cosa… concordo con Gennaro, la qualità prima di tutto.
Pistillone hai usato wikipedia cerando “Newton” o sei davvero così maturo? Ti avrei dato 20 anni al massimo.
Massì hindoo capisco perfettamente, come ho scritto era solo per estremizzare e per dire che comunque se il prodotto raggiunge il suo scopo non è poi così importante il non aver rispettato qualche regola, anche se basilare. Per quanto riguarda il torcicollo ti capisco… ognuno ha la sua bibbia! 🙂
Almeno tu sembri avere anche il vocabolario accanto al cuscino a differenza di chi parla di libri con errori di ortografia e poi scrive “un pò”.
Mica staremo finendo OT, vero?