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Alcune magliette birrarie per la nostra collezione primavera/estate

save_water_drink_beer_t_shirt-r336b4103440b404aaa57da1c12968298_va6lr_512Per noi maschietti il significato dell’espressione “cambio di stagione” è qualcosa di assolutamente sconosciuto, almeno finché non ci confrontiamo con la vita di coppia. Per quanto mi riguarda le differenze nel vestiario tra mesi caldi e freddi si riducono tra “indossare una t-shirt e basta” versus “indossare una t-shirt con sopra qualcos’altro”, che sia un maglione, una felpa o una giacca. Perciò la distinzione essenziale è nella possibilità, in primavera ed estate, di far sfoggio delle mie bellissime magliette. E, come immaginerete, il 90% di esse è a tema strettamente birrario. Dato il periodo dell’anno, nel post di oggi ho pensato di raccogliere alcune delle recenti segnalazioni in materia, fornendovi spunti e idee per rinnovare il vostro guardaroba. Perché certi argomenti stanno a cuore anche a noi beoni di sesso maschile!

BSUMC360-SHOPOvviamente i pretesti per creare una maglietta a tema possono essere diversi: l’organizzazione di una manifestazione, la celebrazione di una ricorrenza o semplicemente la voglia di creare un oggetto di merchandising per un birrificio o per un locale. È invece un caso più unico che raro (almeno in Italia) la collaborazione tra il Birrificio Sant’Andrea e il marchio di streetwear Bastard, che recentemente ha prodotto una maglietta birraria sui generis. Sui generis perché l’illustrazione non rimanda direttamente al mondo birrario, ma crea una connessione a un livello semantico più profondo: quello che vedete rappresentato è infatti un Sant’Andrea in versione skateboarder anni ’80, disegnato dall’artista Luca Zamoc. Bastard produce altri capi a tema birrario, oltre alla Skull Pint Glass, una pinta sabbiata a mano.

robbdemattSe parliamo di t-shirt di grande impatto estetico, non possiamo non segnalare quelle del Birrificio Lambrate, alcune delle quali riportano le splendide etichette di recente introduzione. Ad esempio in occasione del lancio della Robbdematt (la Pale Ale della casa) in formato da 33 e 66 cl, il produttore meneghino ha realizzato una maglietta ad essa dedicata. In alternativa ci sono le nuove maglie del birrificio, con il logo dell’azienda e lo slogan dialettale “chi bév la bìra el campa 100 ànn!”. Insomma altro che via Montenapoleone e Corso Buenos Aires, per lo shopping vi conviene dirigervi direttamente in zona Lambrate!

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nomadSe parliamo di birrifici e magliette fighe dobbiamo inserire anche quella di Nomad. D’accordo che è un produttore australiano, ma ha un’anima molto italiana, trattandosi del nuovo progetto parallelo di Leonardo Di Vincenzo di Birra del Borgo. È proprio lui in questa foto a mostrarci la maglietta in tutto il suo splendore (peccato per il modello 😛 ). Anche L’Olmaia qualche mese fa ha realizzato delle magliette inedite, che – inutile specificarlo – uniscono la passione per la birra con quella per il rock: il testo riportato è una citazione (rivisitata) di un pezzo famoso degli AC/DC. In termini di birrifici stranieri, invece, segnalo le maglie di Brewdog, che ovviamente sono graficamente molto curate.

40aPassando ai locali l’elenco delle ultime uscite in materia è molto corposo. Il pub Vecchie Maniere di Parma, ad esempio, qualche mese fa ha prodotto una maglietta per celebrare la 40/A, una West Coast IPA realizzata appositamente dal Birrificio del Ducato. L’Ottavonano ha creato una t-shirt in occasione dell’ultimo San Patrizio, mentre il Buskers Pub ha fatto lo stesso per festeggiare il suo primo anno di vita. A inizio giugno anche il romano Luppolo12 si è gettato nella mischia con tre versioni della propria t-shirt.

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dzrE le associazioni? Beh forse sono loro a produrre t-shirt con maggiore costanza, affinché i rispettivi soci siano ben individuabili in ogni manifestazione che si rispetti. Ad esempio vi sarà capitato di incontrare in giro i mitici HBS, che partecipano a tantissimi festival con l’immancabile maglietta di ordinanza. Personalmente ricordo con un misto di commozione e schifo la prima maglietta dei Domozimurghi Romani, con quel gigantesco logo arancione che puzzava di petrolio a 10 metri di distanza. Per fortuna bastarono due passaggi in lavatrice per farlo scomparire completamente (il logo, non l’olezzo).

DSC01392A proposito di magliette storiche, personalmente non posso non citare le celeberrime “Quanno moro vojo esse fermentato” e “Io non bevo birra di merda” del Ma che siete venuti a fà, seguita negli anni da altre creazioni apprezzabili, ma non ugualmente evocative 🙂 . Nel mio cuore poi c’è ci sono quelle di due birrifici belgi: Cantillon (compresa quella dello Zwanze Day) e De Dolle (acquistata in loco di due taglie più piccole prima di andare via, capirete facilmente il perché). Molto bella è anche quella del Blind Pig con la foto degli attivisti antiproibizionismo dell’America anni ’30: se la indossasse una donna mi innamorerei immediatamente, ma non capisco perché a ruoli inversi non produca lo stesso effetto 😛 .

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E voi avete delle magliette birrarie preferite? Quali tra quelle qui proposte scegliereste per il vostro guardaroba?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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4 Commenti

  1. quella Cantillon è un classicone…..sempre adorate quelle del Macche ( sia quella con il logo aziendale e quella ” quando moro vojo esse fermentato” e quelle del Mastro Titta….poi che altro? beh come grafica mi piacciono molto pure quella di brewdog e di revelation cat e citando buskers c’era quella vecchia ” let there be hop” che era magnifica 🙂

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