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Birra in Franconia: la mia recensione

Quando con la memoria ripercorro i tanti anni passati a bere birra artigianale, ci sono alcuni momenti che ricordo con lucidità vivissima. In uno di questi mi trovo seduto nella macchina di Manuele Colonna insieme al fido Pisky, mentre siamo fermi a un benzinaio per il classico rifornimento di benzina. È la primavera del 2004 e siamo diretti a un evento per soli operatori – chiaramente Pisky e io siamo imbucati – evento nel quale per la prima volta avremmo conosciuto Kuaska. Mentre attendiamo di ripartire le nostre chiacchiere si concentrano su un paio di argomenti: un giovane di belle speranze – tal Leonardo Di Vincenzo – subentrato da poco a lavorare allo Starbess al posto di Mike Murphy e, soprattutto, i dettagli del prossimo viaggio di Manuele a Bamberga. Obiettivo della trasferta in terra germanica: trovare la Zwickel definitiva, una sorta di Sacro Graal che il nostro publican di fiducia sta rincorrendo da tempo.

Se non sbaglio quella fu la prima volta che Manuele mise piede in Franconia, riuscendo nel suo intento: al ritorno a Roma ci raccontò le meraviglie della Ungespundetes del birrificio Mahrs, brassata all’epoca dal mitico Andreas Gaenstaller. Da allora di anni ne sono passati parecchi e Manuele è diventato nel frattempo uno dei più grandi conoscitori al mondo della birra francone, realizzando il sogno di portare nel suo locale (e non solo) le birre prodotte in una terra dalla tradizione brassicola unica e miracolosamente tramandata quasi intatta fino ai giorni nostri. Un’attività mossa da una passione incontenibile, nella quale si sono intrecciati assaggi, aneddoti e racconti. Perché la Franconia non è solo una regione birraria straordinaria, ma anche un tesoro che ti permette di respirare atmosfere uniche e lontane anni luce dalla nostra esperienza di ogni giorno. Si potrebbe scrivere un libro sulla Franconia e la sua birra ed è ciò che Manuele ha fatto: Birra in Franconia è proprio il punto di arrivo (e di ripartenza) di questi 10 anni di continui viaggi in una delle destinazioni irrinunciabili per qualsiasi vero appassionato.

Birra_in_franconia

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Cominciamo subito col cancellare ogni possibile incomprensione: Birra in Franconia non è una guida alla Franconia, almeno nel senso classico del termine. Come riporta il sottotitolo, si deve piuttosto intendere come un “diario di viaggio alla riscoperta della tradizione brassicola francone”. È perciò una sorta di lungo racconto in cui l’autore alterna nozioni birrarie, turistiche e storiche a spassosi aneddoti, prendendo per mano il lettore e accompagnandolo tra taverne e gasthaus, sedendosi con lui al tavolo e gustando insieme la birra (o le birre) della casa. L’approccio è quindi fondamentalmente narrativo, con le parole che si alternano a tantissime foto, preziose per aiutare il lettore a entrare nell’atmosfera del viaggio.

Dopo una prefazione a firma Andrea Camaschella e all’inevitabile introduzione, il libro propone un paio di capitoli preliminari, utili per comprendere alcune nozioni “tecniche” di base e per affrontare il viaggio con un bagaglio minimo di corrette informazioni. Successivamente ci si concentra su alcune zone geografiche e sui relativi produttori: ampio spazio a Bamberga, quindi, ma anche alle altre regioni della Franconia. Non aspettatevi però una suddivisione metodica dei contenuti: il racconto è più una sorta di flusso di coscienza (o di ricordi), dove capita tranquillamente che l’autori inserisca lunghe digressioni aneddotiche tra la descrizione di una particolare birra e quella di un birraio particolarmente valido – proprio ad Andreas Gaenstaller è addirittura (e giustamente) dedicato un intero capitolo. Ma il bello del libro è proprio questo: è come ascoltare i racconti appassionati di un caro amico seduti al tavolo di un pub, mentre si sorseggia una sublime Keller.

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A mio parere nessun altro tipo di approccio avrebbe restituito l’atmosfera e il modo di vivere la birra in Franconia, sebbene talvolta ci si perda tra la sfilza di nomi impronunciabili e maledettamente affini dei minuscoli villaggi del luogo. Ma è la sensazione generale che conta, quella che ti fa amare la Franconia anche se talvolta incappi in disastri brassicoli degni del peggior film dell’orrore. Perché viaggiare in quei posti non significa solo assaggiare le birre in modo asettico, ma vivere una realtà in cui la nostra bevanda preferita scandisce la vita (sociale e individuale) di un popolo intero. E il libro di Manuele Colonna riesce nell’intento di comunicare tutto questo, con l’unico cruccio che finirà più velocemente di un boccale di ottima Landbier in un’assolata giornata estiva.

Per evitare che questa recensione si riduca a una sviolinata nei confronti di un mio grande amico birrario, segnalo anche quelle che per me sono alcune imperfezioni del libro. La qualità delle foto è altalenante e si passa da alcune immagini realmente evocative ad altre di livello scadente, che non restituiscono giustizia al racconto. Come accennato, poi, spesso orientarsi tra la miriade di nomi complicati non è sempre semplice: distribuire le mappe finali tra i vari capitoli forse avrebbe aiutato il lettore, soprattutto quello meno esperto. Ultima notazione, ma dal gusto totalmente personale, è relativo agli aneddoti, che avrei gradito in numero maggiore  🙂 ma mi rendo conto che lo spazio non sarebbe mai bastato.

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In conclusione è un libro bellissimo. Acquistatelo, leggetelo e poi regalatelo. Sono infatti certo che i principali destinatari di Birra in Franconia dovrebbero essere i tanti amanti di birra artigianale che vivono la loro passione in chiave troppo moderna, magari senza aver mai viaggiato nei luoghi sacri dell’arte brassicola. Ora più che mai c’è necessità di allontanarsi dalle mode e riavvicinarsi a un modo autentico e spontaneo di intendere la birra. E questo libro è uno strumento prezioso per iniziare un percorso del genere.

Birra in Franconia
di Manuele Colonna
Edito da Publigiovane Editore
Pagine: 175
Prezzo: 12,90 €

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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6 Commenti

  1. Devo dire che Manuele con questo libro è riuscito a farmi tornare a Bamberga e dintorni, il problema è che per colpa sua adesso convivo con un gran senso di malinconia!
    Da sottolineare quello che ha detto Andrea alla fine: allontanarsi dalle mode e tornare a riscoprire gli stili classici, perché non c’è niente di più bello che bere una Pilsner bohema o una lager tedesca, magari direttamente dal fusto.. altro che IPA!

  2. Ho iniziato i miei piccoli viaggi nel mondo della birra dalla Franconia proprio perchè così mi fu consigliato per iniziare a capirci qualcosa quando per me la birra era ancora solamente un vago misterioso sogno. Aspetto il giusto momento per leggere questo libro così come ogni viaggio aspetta il suo momento. Perfettamente d’accordo con te con la tua riflessione finale.

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