Nel mio recente articolo sull’ibridazione di locale birrario ho accennato al Beere, specificando che questa nuova apertura capitolina ha preso il posto dello storico Starbess. Definirlo “storico” potrebbe sembrare un azzardo, considerando che non è segnalato da alcuna guida birraria e che sicuramente risulta sconosciuto alla maggior parte degli appassionati. In realtà quel semplice pub ha rappresentato, agli inizi del movimento romano, una realtà unica per la città . Non solo perché può essere definito il primo e unico brewpub “urbano” della Capitale (nonostante fosse un “quasi brewpub”), ma anche perché, grazie alle idee innovative del suo birraio, ha fortemente caratterizzato l’evoluzione del panorama brassicolo nazionale.
Lo Starbess si trovava all’inizio di via Medaglie d’Oro, in una tranquilla piazzetta denominata Largo Montezemolo. Era un pub come se ne trovano tanti altri in zona, ma con la particolarità di servire le birre di un marchio di proprietà : il Rome Brewing Co. L’impianto di produzione non era all’interno del locale (da qui la precedente espressione di “quasi brewpub”), ma in un laboratorio distante giusto qualche decina di metri. Lì dentro lavorava un certo Mike Murphy, originario di Philadelphia e stabilitosi a Roma qualche tempo prima. Quando decise di trasferirsi in Italia poteva già vantare una lunga esperienza di homebrewer e la voglia di riassaggiare le tipiche produzioni di casa anche a migliaia di chilometri di distanza.
In un panorama birrario nazionale che ancora muoveva i primi passi, il contributo di un birraio proveniente da un mondo completamente diverso rappresentò un elemento di innovazione senza precedenti. E’ facile immaginare quindi che lo Starbess fu uno dei primi luoghi in Italia – se non il primo in assoluto – dove si potevano bere birre d’ispirazione americana. In un periodo in cui l’unico paese di riferimento era quasi esclusivamente il Belgio, solo i veri esperti potevano nutrire un serio interesse nelle produzioni di Mike. Non è un caso che Kuaska non perdesse occasione di parlare di lui: al tempo in pochi capivano quanto ricca fosse la scena americana… oggi un birraio del genere in Italia sarebbe più famoso di una rock star.
Probabilmente Mike si rendeva conto del fattore novità che rappresentava, tanto che la birra più celebre del Rome Brewing Co. fu battezzata col nome Pioneer Pale Ale. Ed era buonissima: una Pale Ale in classico stile statunitense, con un’intensità di aromi notevolissima e la classica (ma per l’epoca non scontata) vagonata di luppolo. Pionieristica in tutto, anche per aver fatto da “guida” ad altre storiche birre italiane. Non è un segreto che la ReAle, ammiraglia della Birra del Borgo, ha tratto diversi spunti d’ispirazione dalla Pioneer. Lo stesso Leonardo Di Vincenzo lavorò per qualche mese presso l’impianto dello Starbess quando Mike si trasferì in Danimarca – e questo dovrebbe darvi la misura dell’importanza “occulta” che ha avuto lo Starbess nel panorama nazionale.
Un’altra birra unanimemente apprezzata era la Maelstrom, un Barley Wine con (se non ricordo male) un grado alcolico pari al 16%. Non era certo da bere a secchiate 🙂 ma comunque uno dei migliori “vini d’orzo” che ho mai assaggiato. Una volta mi capitò di provarne una versione invecchiata in bottiglia per tre anni: fu un’esperienza fantastica, con un risultato che non avrebbe sfigurato accanto a una Thomas Hardy’s. Allo Starbess era poi possibile bere altre produzioni della casa: se non ricordo male c’era una Strong Ale, una Porter “amerigana” e poi… non saprei, la memoria fa cilecca 😛 .
In seguito, come accennato, Mike si trasferì in Danimarca, iniziando un tour professionale in Europa che lo portò all’attuale sistemazione in Norvegia, presso il birrificio Lervig. L’interesse per lo Starbess scemò con la partenza del suo birraio: il marchio Rome Brewing Co. scomparve e il pub virò verso birre commerciali. Fino alla sua chiusura e alla cessione dell’attività all’attuale proprietà del Beere.
Come ipotizzato nell’ultimo post nostalgico, quello relativo al Bierkeller, lo Starbess anticipò i tempi giusto di qualche anno, ottenendo solo una piccolissima parte del successo e della visibilità che avrebbe acquistato oggigiorno. Pensate che all’epoca l’unico pischello che lo frequentava appositamente “faceva sega” alla sua scuola di Cassino per raggiungere Roma in treno e bere le creazioni di Mike 🙂 . Creazioni che in qualche modo sopravvivono, pur con le dovute evoluzioni, nelle birre che oggi il nostro americano sforna in Norvegia e che ogni tanto possiamo assaggiare anche in Italia.
Just for the record
http://www.ratebeer.com/brewer/4983/sort/2/
Fino a qualche tempo fa le sue birre erano ancora presenti nella top 50 italy (se non lo sono ancora)
Dispiace che ne sia rimasto solo il ricordo di chi ha vissuto l’esperienza.
a roma sicuramente tra beershop e locali da paura, qualche “pazzo” che si mette in gioco con un brewpub manca proprio
Se avessi, un minimo di capitale lo farei di corsa.
Aprire un brewpub a Roma è il mio sogno nel cassetto..
Che peccato non aver mai conosciuto quei posti (Bierkeller compreso)..
D’accordissimo con indastria, servirebbe proprio a Roma un bel brew pub, dall’atmosfera semplice e rilassata in stile nord europa, e non tipo saloon messicano caciarone come il 90% dei pub quì a Roma..
bell’articolo! questa bella vena nostalgica riappacifica l’animo!
Non centra niente!! ma vorrei condividere con voi amici questo video ,un momento di Pausa ci vuole anche per te Andrea..Giovanni mastroianni http://www.youtube.com/watch?v=L5wOg_kZ840&feature=share
Ahahah grazie del pensiero
Che grande che e’ stato Mike. Quando parlava italiano non si capiva un tubo, ma bastava un sorso di Pioneer per chiarire tutto. E’ stato un grande maestro per molti, spero che le cose gli vadano bene in Norvegia.
“Voglio fare io la birra… come piace me”
Per me era un luogo magico, da un paio di volte a settimana e mi portavo via le birre in bottiglia….grazie per avermi ricordato tutto questo….
Grazie per aver scritto questo articolo belle di esse riccordata bene… e penso e tempo di fare qualcose di nuovo in Italia…stay tuned
Mike
Ciao Mike, ti ricordi quando tu e Vincenzo vi scottavate con acqua calda. Quanti ricordi nel girare la notte, durante il montaggio dell impianto, tu Americano che ci spiegavi i monumenti romani by by Tony Merlo. (Braumaster)
Visto che proprio Mike ha riportato in auge questo (articolo? topic? come si dice nei blog?) ne approffito per salutarlo… ciao Mike! anch’io ero stato allo storico Starbess e ci si era reincontrati piu’ di una volta. Mike mi riporta anche a uno dei momenti piu’ significativi di it.hobby.birra, il tentativo di sottoscrizione azionaria da parte del newsgroup… in anticipo sui tempi anche quello!
Comunque con sette mesi di ritardo devo correggere Andrea. Lo Starbess non e’ stato il primo e unico brewpub in Roma citta’! Ma bisogna tornare alla preistoria… magari spulciando le “news” del 1999 di un vecchio sito birrario ;-))
Minchia, mi hai aperto un mondo che non conoscevo minimamente…
Il primo brewpub a roma si chimava brewpeople, stata a piazza cavour… Ho trovato il impianto indietro bruinswick bowling…magari se sono remasto in Italia a fare le birre come piace a mi! 😉
[…] (Qui, maggiori info sul blog Cronache di Birra) […]