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Italia Beer Festival a Roma: il mio report

Dopo l’impegnativa tre giorni appena conclusa (di cui sto ancora fisicamente pagando le conseguenze), non poteva mancare un post di commento all’evento. Da venerdì scorso fino a ieri si è infatti tenuta nelle sale di Officine Farneto la versione capitolina dell’Italia Beer Festival, manifestazione dedicata alla birra artigianale. Una manifestazione che ha visto il sottoscritto e gli altri Domozimurghi Romani schierati in prima linea, coinvolti nell’organizzazione di alcuni laboratori e pronti a spillare le due birre ospitate dal nostro stand.

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In qualche modo quella di quest’anno era considerata dagli organizzatori una prima edizione, sebbene non si trattasse del debutto assoluto del festival nella Capitale. Visto però il cambio di location rispetto al passato e la natura per la prima volta autonoma dell’evento, tale definizione può essere condivisa. Proprio per questo motivo e per altri contingenti (congiuntura economica attuale, affluenza ridotta nell’edizione milanese di qualche settimana fa, ecc.) si poteva prevedere un festival in tono minore, eppure Roma ha dato prova di essere un bacino assai recettivo, se è vero che le presenze hanno superato ogni più rosea aspettativa.

Sulla manifestazione attendo i giudizi dei presenti. A parere mio si è trattata di un’ottima “prima edizione”, con un’offerta quantitativa e qualitativa di sicuro valore, grazie alla presenza di diversi stand. Alcuni di questi ospitavano pub e birrerie della città con le loro birre alla spina. Il vero valore aggiunto all’IBF è arrivato proprio da loro: il Ma che siete venuti a fa, il 4:20 e il Mama Tequila hanno presentato ottimi prodotti da tutto il mondo, permettendo agli avventori di gustare, accanto a birre ben conosciute, alcune chicche eccezionali. Di contro la presenza dei birrifici è stata più contenuta, sebbene sia stata ugualmente preziosa ai fini della resa del festival: è preventivabile che il successo di quest’anno convinca altri produttori a partecipare nel 2010.

Come Domozimurghi Romani abbiamo vissuto questo Italia Beer Festival con grande impegno, che si è rivelato molto piacevole grazie alla partecipazione di tanti appassionati, che, insieme al sottoscritto, si sono fatti in quattro tra le spine e i laboratori. Le prime avrebbero dovuto ospitare due birre del produttore belga Rulles: Estivale e Triple. Purtroppo abbiamo dovuto rinunciare alla seconda per una partita di fusti difettosa, che è stata degnamente sostituita dalla Open di Baladin. Ho avuto così occasione di assaggiare la nuova creazione di Teo Musso, trovandola molto diversa da quella di Pianeta Birra (che, a questo punto, aveva difetti evidenti) e sicuramente intrigante. E’ un prodotto particolare, che può piacere o meno, ma che secondo me centra l’idea iniziale: realizzare una sorta di session beer, facilmente accessibile anche a palati poco abituati a birre artigianali, ma con un suo carattere ben definito. Beh secondo me ci siamo, anzi forse l’amaro potrebbe risultare persino troppo marcato per i neofiti, tuttavia è una birra che a me soddisfa bere. In quanto alla Rulles Estivale, c’è poco da dire: si conferma una sicurezza, risultando tra le migliori birre del festival.

Per quanto riguarda i laboratori, quello sulle birre con l’impiego di frutta e quello sulle birre maturate in legno sono stati davvero interessanti. Il primo, condotto da Paolo Mazzola, ha analizzato quattro birre italiane, mentre il secondo, con relatori Luca Sabatella ed Enrico Pozza, ha affrontato altrettante produzioni caratterizzate da passaggio in botte.

Il terzo laboratorio, incentrato sullo homebrewing e condotto dal sottoscritto e dal birraio Marco Meneghin, è stato sicuramente particolare. Per nostra precisa scelta abbiamo evitato di scendere nei dettagli della teoria, per favorire invece un approccio più “pratico”: i partecipanti infatti hanno potuto assaggiare tre birre fatte in casa, scoprendo quindi quali possono essere i risultati concreti di questo hobby. A differenza di quel che pensavo, il pubblico era composto da pochissimi homebrewer e quasi nessuno aveva mai provato una birra “amatoriale”. L’ottimo livello delle tre birre ha quindi rappresentato una bella pubblicità per questa passione, visto che i neofiti dell’argomento non hanno riscontrato sostanziali differenze tra una birra artigianale commerciale e una homebrewed.

Restando in tema di homebrewing, il relativo concorso ha visto primeggiare due delle birre presenti proprio nel suddetto laboratorio. Primo si è piazzato Daniele Polonio con la sua creazione al tè Grey e cedrina, davvero ben realizzata e perfettamente indicata per il caldo ormai alle porte. Seconda posizione invece per Angelo Diario con la sua Incendiario, una rauch ad alta fermentazione molto piacevole. Angelo Rinna, invece, che aveva partecipato al laboratorio sull’homebrewing con un’ottima IPA, ha voluto strabiliare (o avvelenare?) i giurati con una fermentazione spontanea alle more, che ha evitato l’ultima posizione solo per un soffio. Vorrei personalmente ringraziare i tre homebrewer per aver sacrificato diversi litri delle loro creature per consentire di organizzare il laboratorio hb; sono convinto che la soddisfazione dei presenti li abbia ripagati dello sforzo.

Tornando più in generale al festival, tra le birre migliori ho trovato un’ottima affumicata di Toccalmatto (Fumé du Sanglier) e una sempre meravilgiosa Boskeun. C’erano anche alcune produzioni da censurare (per motivi congeniti o semplicemente per una forma non eccellente), ma in generale la situazione era più che buona. Riguardo ai birrai (argomento che ha attirato una polemica infinita), di stranieri neanche l’ombra, mentre erano presenti diversi italiani (di quelli che conosco Atlas Coelestis, BOA, Amiata, più toccata-e-fuga di Birra del Borgo).

Anche se il festival è durato “solo” 3 giorni, di cose da dire ce ne sarebbero ancora tante. Tuttavia, anche a causa delle mie condizioni fisiche non perfette, mi fermo qui. Lascio ai presenti lo spazio per i propri commenti. Io mi sono divertito e ho trovato la manifestazione un’ottima occasione per fare proseliti tra i neofiti. Il mondo della birra artigianale dovrebbe essere soprattutto comunicazione e divertimento, cosa che spesso noi appassionati dimentichiamo e che per fortuna riscopriamo in eventi come questo. Per la cronaca siamo anche riusciti ad alzare un discreto gruzzoletto da inviare a supporto dell’Abruzzo. Ringrazio chi ha permesso che i DZR curassero stand e laboratori, impegnandosi più del richiesto: Paolo Mazzola, Enrico Pozza, Angelo e consorte, Lorenzo, Adriano, Giaguarino, Matteo e Bianca.

P.S. Resoconti e foto dell’evento sono disponibili su Mondobirra, Cinquepercento, Birra Diario e PintaPerfetta.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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11 Commenti

  1. L’idea di far assaggiare ai neofiti della birra fatta in casa secondo me è ottima. A maggior ragione se come dici in tanti non hanno trovato molte differenze.
    Questo dovrebbe spargere l’interesse a macchia d’olio ( spazzando via le paure o luoghi comuni secondo cui la birra fatta in casa è liscia, acida o chissà cos altro.. ).
    Peccato per la distanza, avrei voluto assaggiare parecchie delle birre presenti… 😀
    Complimenti comunque per l’impegno nell’organizzare e tenere l’evento, vedrai che i proseliti saranno sempre di più 😉

  2. Sì ma se il laboratorio ha avuto un tale successo è merito di Daniele e dei due Angelo, che sono homebrewer davvero bravi. Le loro birre non presentavano difetti evidenti ed erano molto piacevoli, cosa che per produzioni amatoriali non è sempre scontata (per usare un eufemismo). Se siamo riusciti a “confondere” i presenti è esclusivamente merito loro. Grazie per i complimenti!

  3. Grande presidè! Tre giorni tosti ma, come sopra scritto, ripagati dalla soddisfazione dei presenti. La meglio è stata una ragazza che dopo il laboratorio mi fà: buona sà, un pò “amaretta” forse… (80 IBU) 🙂
    A presto.

  4. La birra di Daniele era un capolavoro, ne avrei bevuta a litri, spero che qualche birrificio locale lo ospiti presto per la sua definitiva consacrazione!!! Bobadillas Rules!

  5. Grande Boba! Sarà stata abituata a lavarsi i denti con la nitroglicerina (quando sarà ci devi far riprovare il tuo barley,le premesse erano ottime..). E grazie a tutti, non si poteva veramente sperare in una compagnia migliore (mi riferisco alle spine ovviamente eh ;))
    A prestissimo

  6. Senza dubbio un esperimento da ripetere quello dei laboratori di birra fatta in casa! Compatibilmente con le “scorte di magazzino”, sono sempre a disposizione!!! Peccato che la mia prossima produzione (acida) non sia adatta, ieri l’ho travasata e a momenti ci restavo secco: messo il naso nel fermentatore, è arrivata una botta di odori (che le parole umane non bastano a descrivere…) che ha causato una immediata stretta alla gola, lasciandomi senza fiato. Un tanfo inaudito che al confronto la morale di Bobadillas profuma di lavanda.
    Ciao, a presto!

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