Mentre lunedì scorso si concludeva nella Capitale l’edizione 2012 di Birre sotto l’albero, io mi trovavo in viaggio verso Palestrina, pittoresco comune laziale. Il motivo del pellegrinaggio – se sapete cosa significa uscire da Roma in macchina sotto le feste comprenderete l’uso di questo termine – era molto semplice: partecipare alla Serata Surreale, una cena di degustazione organizzata dalla Taberna e dedicata interamente alla Re Ale, prodotto di punta del rinomato birrificio Birra del Borgo. Un evento monotematico, ma pienamente giustificato dalle tante diverse incarnazioni che ha subito in questi anni la flagship beer dell’azienda reatina. Incarnazioni che la Taberna ha presentato in un’unica soluzione, potendo sfruttare lo status di locale ufficiale Birra del Borgo, affiancando a ogni produzione ottimi abbinamenti gastronomici. Il risultato è stata una serata fantastica, anche grazie ai tanti ospiti presenti.
Tra questi non poteva mancare ovviamente Leonardo Di Vincenzo, fondatore della Birra del Borgo e uno dei più validi birrai d’Italia. Nella conduzione dell’evento è stato affiancato nientemeno che da Lorenzo “Kuaska” Dabove, che non ha perso occasione per ricordare che lo stesso Leonardo – al pari di tanti altri colleghi – fu una sua scoperta durante le faticose sessioni di assaggi di birre homebrewed. Fondamentale inoltre la presenza di Vincenzo Mancino di D.O.L., che ha fornito alcuni straordinari formaggi, utilizzati “lisci” o come ingredienti per gli abbinamenti con le birre.
Ma come è possibile organizzare una serata incentrata su una sola birra? Come dicevamo in apertura grazie alle tante versioni di Re Ale che si sono avvicendate negli anni e che ne hanno modificato in modo evidente la natura originaria, pur mantenendo inalterate le caratteristiche di fondo di questo storico prodotto. Così nell’ordine abbiamo assaggiato la Surreale (in anteprima), la Re Ale base, l’arcinota Reale Extra, la Reale Anniversario 6 e la KeTo Reale, tornata in produzione dopo un periodo di pausa. Versioni più o meno distanti dalla Re Ale originaria, che in molti casi riescono a differenziarsi puntando sui luppoli, che in fin dei conti sono tra i protagonisti della prima nata in casa Birra del Borgo.
Come detto, la serata si è aperta con la Surreale, una Re Ale rifermentata e maturata per sei mesi in botti di legno utilizzate per distillati. Il trattamento le conferisce note insolite e una leggera acidità , che tuttavia non intaccano l’eleganza generale del prodotto. L’abbinamento è stato con noci fritte in pastella di My Antonia ed Enkir (altre due birre di Leonardo) e fonduta di formaggi con pane di farro e tre pepi. Con l’arrivo del primo piatto i presenti hanno subito potuto testare l’eccezionale livello qualitativo della cucina della Taberna, che si sarebbe confermato con le successive portate.
Di seguito il programma ci ha posto di fronte alla Re Ale originale, che ormai tantissimi appassionati conosceranno. Come fatto notare da Kuaska, è stata la prima APA italiana (a esclusione della “cugina” Pioneer di Mike Murphy) che poi negli anni è stata affiancata da altre produzioni nazionali ispirate allo stile. Tuttavia resta forse ineguagliata nella sua grandezza: personalmente fino a oggi ne avrò ingurgitati diversi ettolitri, eppure ogni volta che la bevo mi affascina come se fosse il primo assaggio. Una birra incredibile quindi, valorizzata al massimo dall’accompagnamento con ravioli di luppolo con cipolla rossa caramellata e burrata: uno dei migliori abbinamenti che mi sia mai capitato di provare, sia per il livello del piatto in sé, sia per il perfetto accostamento con la birra.
Successivamente abbiamo bevuto la versione Extra della Re Ale, che ha contribuito a diffondere la fama della Birra del Borgo anche negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Anche su questa birra c’è poco da dire, se non che come tante creazioni innovative dell’uomo nacque da un errore, al quale Leonardo pose rimedio gettando le basi per una nuova ricetta. La Reale Extra è stata proposta in abbinamento a tagliolini al timo e agrumi: solitamente non amo i piatti che cercano di sfidare le birre nel loro stesso campo (agrumato contro agrumato), eppure in questo caso i due protagonisti si sposavano alla grande.
Quarta birra della serata è stata la Reale Anniversario, nella sua ultima incarnazione prodotta per il sesto compleanno del birrificio. Ogni anno per l’occasione Leonardo realizza una Re Ale “modificata”, che a detta di molti quest’anno ha superato tutte le sorelle precedenti. L’abbinamento è stato con un eccezionale controfiletto di manzo in crosta di pane all’Enkir e olio al luppolo. Mi sembra che ogni ulteriore commento sia superfluo 🙂 .
Ultima Reale in programma è stata la KeTo Reale, prodotta con foglie di tabacco Kentucky Toscano che donano alla birra note affumicate e leggermente vegetali. Divertentissimo l’abbinamento con i quattro splendidi formaggi proposti da Vincenzo Mancino: tre pecorini (di cui un rarissimo Conciato) e un provolone stagionato.
Visto il periodo, non si poteva non terminare con gli auguri di Natale, per i quali è stato proposto il fuori programma 25dodici, birra natalizia di Borgorose abbinata a un particolarissimo formaggio di Vincenzo, in cui una fermentazione non ortodossa (ma controllata) permette di ottenere note fruttate e “da panettone” – chiedo venia se ho scritto cavolate. Un dessert di formaggio per una birra che va a braccetto con certi sapori.
In conclusione la serata ideata dalla Taberna è stata una delle migliori cene di degustazione alle quali io abbia mai partecipato. Perfetta l’organizzazione di Marco Valente e tutto lo staff, con una clamorosa attenzione anche al più minimo particolare – considerate che erano state realizzate persino delle tovagliette a tema con la serata! Come avrete capito poi, la cucina di Irma Valente ha deliziato i presenti con creazioni memorabili: difficile trovare un simile livello qualitativo in una “semplice” birreria. Insomma, un evento indimenticabile e piacevolissimo, che ha omaggiato nel giusto modo una delle birre più importanti del panorama brassicolo nazionale. Complimenti a Marco, Irma e a tutti i ragazzi della Taberna, continuate così!
Che dire…con un resoconto del genere viene solo da dire: “Ma perchè ho scoperto di amare la birra artigianale così “tardi””??
Complimenti davvero.
Una curiosità : accaparrarsi un posto per cene di questo tipo è come vincere alla lotteria oppure basta una telefonata?
ps: colgo l’occasione per citare la trasmissione “Brew masters” che va in onda su Discovery Channel, in cui recentemente si mostrava la collaborazione tra Sam Calagione di Dogfish head con Di Vincenzo e Musso. Fantastico.
Per accaparrarsi un posto in eventi come questi basta una telefonata, però fatta per tempo 😉
cacchio che fame che mi è venuta… e che sete!