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Un Mare di Birra: il mio (non) resoconto

Foto: Emanuela Marottoli

Metto subito le mani avanti: non aspettatevi un report su Un Mare di Birra, almeno nel senso tradizionale del termine. Il motivo è semplice: è impossibile tradurre a parole (e credo neanche con le foto) ciò che ha rappresentato l’evento organizzato per festeggiare i 10 anni del Ma che siete venuti a fà. E’ stato un avvenimento unico, irripetibile, fuori di testa ma incredibilmente geniale. Per quattro giorni abbiamo fatto la spola tra Roma e Barcellona, imbarcati sulla Grimaldi insieme a birre eccezionali, birrai italiani e stranieri ed esperti internazionali. Ma soprattutto tanti amici, con cui condividere qualcosa di immenso. Se ripenso a quei giorni ho difficoltà a stabilizzare i ricordi, sono vaghi e offuscati, ma non (solo) a causa della difficoltà di mantenere costante il livello di lucidità. E’ come se avessimo tutti vissuto un sogno, forse il migliore sogno che potevamo immaginare 🙂 .

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Chi non c’era sicuramente vuole saperne di più e sta aspettando i resoconti da ieri mattina. Resoconti che tardano ad arrivare su tutti i siti specializzati: molti partecipanti sicuramente devono ancora riprendersi pienamente, ma soprattutto credo che abbiano la mia stessa difficoltà nel raccontare cosa è stato Un Mare di Birra.

L’unica soluzione che ho trovato è riportare alcuni flash che forse possono fungere da vaghi indizi sulle incredibili situazioni che si sono avvicendate durante il viaggio. Se volete, mi piacerebbe accogliere tra i commenti altri momenti personali che avete vissuto. Ecco i miei, in ordine rigorosamente sparso:

  • Lunedì notte, Afterhour Pub sul ponte della Grimaldi. Pigne clamorose alla spina ma soprattutto musica a tutto volume, con conseguenti balli sfrenati. Climax verso le 4 del mattino, quando sulle note di Hey Boy Hey Girl dei Chemicals Borthers c’è stato il delirio puro. Delirio puro, nient’altro che questo. Prima e dopo scene di goliardia indescrivibili: ho visto stimati professionisti dell’arte brassicola internazionale perdere letteralmente ogni freno, Manuele Colonna scendere in pista a zompettare come un pischello al suono di Transylvania degli Iron Maiden (brano scelto dal beer-jay Moreno Ercolani), gente di ogni età saltare con l’immancabile bicchiere di birra in mano. Tutto intorno una miriade di persone estasiate che non credeva ai propri occhi.
  • Tardo pomeriggio di lunedì, appena reimbarcati a Barcellona prima della partenza. Aperitivo sul ponte della nave in totale relax, ad accompagnarci un tranquillo sottofondo musicale, uno splendido tramonto e il porto della città catalana. Situazione paradisiaca che valeva il costo del biglietto.
  • Domenica pomeriggio, aperitivo nella amata sala Smaila’s. Dietro il banco numero 2 tre figuri ben conosciuti: Manuele Colonna, Fabio Zaniol, Giorgione. Tradotto: la professione del publican nella sua massima espressione. Non mi ricordo chi me l’ha fatto notare, ma in un contesto in cui chi spilla birra tutto l’anno poteva permettersi di riposare (magari concedendosi anche un’aria un po’ snob) era invece regolarmente lì, dietro alle spine, a confermare ancora una volta quanta passione infonde nel proprio lavoro.
  • La litania “Bevo, bevo, bevoooo”, che ha accompagnato la vacanza per tutto il tempo. Intonata a qualsiasi ora del dì e della notte, cantata con fervore il primo giorno, consapevolezza il secondo, foga il terzo, appena accennata il quarto, quasi ad accompagnare con nostalgia il rientro in terra italica.
  • Lunedì sera, abituale ritrovo post-cena presso la sala Smaila’s. Verso le dieci si capisce che sarà una serata molto lunga, quando Giorgione prende in mano la situazione e inizia la sua opera di distruzione di massa. Come al cospetto dello storico Mastro Titta, nessuno può sottrarsi al proprio destino: prima bere dal “secchio” – in realtà le virgolette non hanno senso, visto che si tratta di un secchio a tutti gli effetti, con conseguente contenuto poco raccomandabile – e poi abbeverarsi succhiando direttamente dalla spina, con Giorgio ad aprire e chiudere il rubinetto. Sotto la sua scure passano un po’ tutti: publican, birrai, sfortunati di passaggio. Anche il sottoscritto, ovviamente.
  • Un sabato sera di panico puro, di cui ricordo ben poco e preferisco così. Ho rischiato la vita lanciandomi da un tavolo 😛 , ma chi non l’ha mai fatto almeno una volta nella vita?
  • Vedere tanti birrai stranieri conoscersi e stringere legami, rimanendo nel frattempo ammaliati da ciò che stavano vivendo. Non credo che avrebbero mai pensato che un giorno la loro professione avrebbe regalato un’esperienza del genere.

Parlare delle tantissime birre mi sembra superfluo. Sappiate solo che sono stati polverizzati 4.000 litri di birra e che tutte le produzioni erano in grandissima forma (ne avrò incontrate giusto un paio non a posto). La perfetta organizzazione ha fornito a ogni partecipante una lista di tutti i prodotti disponibili, con la possibilità di segnare, assaggio dopo assaggio, le proprie bevute. Ovviamente non sono riuscito a provarle tutte – e anche se ci fossi riuscito non sarei in grado di ricordarmelo – ma credo che il discorso valga per tutti. Se proprio devo fare un nome nello specifico, segnalo la Gueuze di Tilquin, nuovo assemblatore del Belgio: sebbene molto giovane, a me è piaciuta davvero un mondo. Sulla qualità delle altre birre ogni commento è superfluo, basta un nome come il Ma che siete a totale garanzia.

Per il resto non so cos’altro aggiungere. Sul forum di Mobi Schigi ha fatto notare che un evento del genere poteva essere partorito soltanto da Manuele Colonna. Sono perfettamente d’accordo: Un Mare di Birra è la diretta emanazione della sua persona e l’entusiasmo che comunicava già a metà viaggio credo lo abbia ripagato completamente dei tanti sforzi profusi. Ma è altrettanto giusto sottolineare che questa cosa – non so come definirla, viaggio, esperienza, evento, fate voi – non sarebbe potuta nascere senza l’intuizione e l’organizzazione di Marco Caria e Luca Migliorati di Publigiovane e senza il lavoro profuso da Fabio Zaniol e da tutto lo staff del Ma che siete, compresi coloro che sono rimasti a Roma per consentire che il pub rimanesse aperto.

Se questo post fosse un film, sarebbe la scena finale di Blade Runner: mai come in questo caso il monologo di Rutger Hauer sarebbe perfetto. E pensare che bisognava solo festeggiare i 10 anni di un piccolo pub situato, come tanti altri, nel cuore di Trastevere…

P.S. Per respirare un minimo l’atmosfera di Un Mare di Birra vi consiglio di dare un’occhiata alle splendide foto scattate da Emanuela Marottoli. Io ho già la mia preferita…

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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38 Commenti

  1. “Lunedì sera, abituale ritrovo post-cena presso la sala Smaila’s. Verso le dieci si capisce che sarà una serata molto lunga, quando Giorgione prende in mano la situazione e inizia la sua opera di distruzione di massa ”

    Sto ridendo da dieci minuti buoni.
    Peccato davvero non esserci stato…..vabbuo’ scendero’ a Roma tra dieci giorni ad espiare le mie colpe bevendo tutto quello che il Macchè avra’ sotto le spine

  2. Grande Andrea,

    ottima recensione. Hai ragione, è impossibile dire a parole quello che abbiamo vissuto, ed è altrettanto difficile spiegarlo con le foto!
    Evento unico, indimenticabile, spettacolare.

    Mi raccomando lasciate un commento anche sul Guestbook del Macche.

    Grazie di cuore a Manuele, Fabio e a tutto lo staff. Non ci sono parole per descrivere quanto siano stati bravi tutti loro ad organizzare un evento così grande e bello, in maniera perfetta!

    OTTIMO LAVORO!!!

    Flavio

    • il risveglio con l’altoparlante è stato uno dei momenti più surreali di questo viaggio.
      anche se quella mattina facevo schifo, anche se avevo dimenticato la testa nel lavandino della cabina (e chi ha dormito con me sa cos’era quel lavandino), mi sono sentita quasi un’eroina.

  3. Emanuela è bravissima e ormai mi ripeto, gli faccio i complimenti. Per quanto mi riguarda, sono venuto alla crociera anche rischiando di far partorire Sofia sulla nave, ma sapevo che questo non era un evento.. era L’ EVENTO. Esperienza irripetibile credo perchè lo sforzo degli organizzatori era sovrumano, ma se questo era il 10° anniversario non oso pensare cosa accadrà al 20°! Dobbiamo abituarci già all’ assenza di gravità?? Un’ unica considerazione filosofica..la birra logora chi non ce l’ ha!

  4. Ah dimenticavo…si la foto di Giogione deve essere inviata all’ UNESCO per essere considerata come patrimonio dell’ umanità!!Grande Mastro!!!

  5. Non avrei trovato parole migliori.
    Anche io, ahimè, ho solo molti flash confusi che tornano sparsi alla mente proprio come ricordi di un lunghissimo e bellissimo sogno fatto tanto tempo fa..
    Devo ancora metterli a fuoco, appena ne ho un paio, magari lì scrivo quì 😉
    Comunque, sulla Gueze Tilquin siamo assolutamente d’accordo. Probabilmente si divide il podio con la Steel City Weapons of Mouth Destruction, e le Narke Max Golding Porter e CAmarillo.
    Tra le italiane: Beerbrugna, Zona Cesarini e Pink IPA.

  6. Grandissimi tutti da Manuele allo Staff e gli organizzatori…era ora che ci si divertisse un po’ anche con la birra artigianale!!
    Poi veramente fighe le foto…ma il MASTRO E’ IL MASTRO!

  7. oggi sono stato al bidu’..beppe c’era! la voce e la testa erano ancora la’ sulla nave! comunque se c’e da ringraziare qualcuno x questa avventura( quanto mi piacerebbe esserci stato!) bisogna DIRE GRAZIE A MANUELE COLONNA! che ha organizzato il tutto! BRAVO!!!

  8. Presidente, le parole da Lei usate sono perfette per descrivere l”evento”. E’ stato l’evento di tutti, di quelli che hanno partecipato a questa orgia collettiva indimenticabile e indescrivibile. TUTTI hanno partecipato e hanno contribuito alla magica atmosfera ed è veramente difficile spiegare a parole cosa sia successo.

    Grazie innanzitutto alla squadra del Macche, ai birrai, all’attivissimo Kuaska, a Carlos e i ragazzi della Cerveteca e 2DSpuma, alle birre che culosamente erano tutte meravigliose e a tutti i partecipanti che spero poprteranno sempre con loro la magia di questo evento.
    La birra è questo, 500 persone ne hanno dato esempio in quei 4 giorni, il resto è noia.

    Non ho parole e non ho mai amato il mio letto come stamattina e hai ragione Presidente, non ci sono più aspettative dopo sta “cosa”

    • “La birra è questo, 500 persone ne hanno dato esempio in quei 4 giorni, il resto è noia.”

      Esatto, ricordiamocelo sempre, la birra deve innanzitutto rimanere questo.
      Grazie ancora Colonna, non finirò mai di ringraziarla per questa esperienza.

  9. Ho già messo sotto teca bicchiere e maglietta!!
    Un giorno li mostrerò ai miei nipoti, spiegando loro che quel lontano anno..,su quella antica nave…,con tutte quelle storiche birre e quei “vecchi” amici (in quella straordinaria prima edizione della Storia)… IO C’ERO!!
    🙂
    Grazie Colonna, Grazie Macchè!

  10. Che dire è stata un’esperienza che rimarrà indelebile nella memoria di tutti noi,grazie a Manuele e Fabio per avermi dato l’occasione di parteciparvi (ebbene si ero uno dei ragazzi dello “staff”),grazie ai tanti birrai e a tutti i partecipanti.Dopo questo evento qualunque altro evento avrà un metro di misura assolutamente diverso,l’esempio di come si possa fare cultura birraia senza troppe pippe mentali e senza menarsela tuotando vorticosamente bicchieri ma scolando delle belle pinte piene;interagendo con gli altri partecipanti e sopratutto divertendosi.
    Grazie ancora

    Andrea (aka Bruce)

  11. purtroppo non c’ero…
    però ho bevuto la Tenquin alla spina al Moeder Lambic la settimana prima e confermo che è un’ottima birra! la vogliamo al Macche!

  12. Io prima di partire avevo molte aspettative , ma non potevo immaginare nemmeno la metà di tutto quello che è stato!!

    Grazie a tutti quello che lo hanno reso possibile , da chi lo ha organizzato a chi ha semplicemente partecipato , nessun nome in particolare e nessuna birra , credo che ogni piccolo particolare , ognuno di noi , ogni birra sia stato solo il piccolo tassello di un mosaico straordinario ed irripetibile.

    Fabrizio (Guerna).

    • Clima super tranquillo, con ovvi momenti di fomento collettivo. C’era anche gente che ci aveva dato troppo dentro, ma senza perdere completamente la dignità. Anche da questo punto di vista, risultato eccezionale: nessun problema di nessun genere, tutti sereni senza momenti tesi

  13. Caro PRESIDENTE, sua recenzione dell’evento è esattamente quello che abbiamo percepito tutti! Io Ringrazio tutti per aver condiviso con voi un’esperienza così.. come dire MITICA!

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