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Italia Beer Festival 2010: il mio resoconto

(Foto: Mondobirra.org)
(Foto: Mondobirra.org)

Come probabilmente saprete, lo scorso fine settimana si è tenuta a Roma l’edizione 2010 dell’Italia Beer Festival, evento birrario itinerante organizzato dall’Associazione Degustatori Birra. Diciamolo subito, la manifestazione è stata un grandissimo successo, tanto che a mio parere il dato più interessante riguarda l’affluenza: se i numeri che ho sentito in via ufficiosa sono corretti, in 3 giorni si sono toccati tra i 15.000 e i 20.000 ingressi. Dando seguito allo scorso anno, l’IBF è riuscito quindi a incuriosire un’infinità di romani, che hanno affollato gli spazi disponibili  dell’area espositiva di Officine Farneto. Un aspetto su cui torneremo più avanti…

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I birrifici presenti erano 15, con una discreta copertura di tutto il territorio nazionale. Rispetto al 2009, l’organizzazione ha scelto di puntare esclusivamente sui produttori, escludendo quindi locali, distributori e associazioni. Una scelta giustificata dalla natura dell’evento, ma che in partenza aveva sollevato qualche perplessità sulla mancanza di prodotti stranieri e varie chicche birrarie. La verità è che questa assenza non si è rivelata minimamente avvertibile e anche gli appassionati più smaliziati hanno avuto modo di divertirsi.

Il livello qualitativo delle birre era discretamente alto, in altre parole a questo IBF 2010 si beveva un gran bene. Tra tante produzioni in assaggio ho difficoltà a scegliere la mia birra preferita. Punterei allora sulla Runa Bianca di Montegioco (gradita sorpresa tra i produttori presenti, al pari del Birrificio Italiano): una Blanche in stile e davvero godibile, senza la pretesa di sorprendere il consumatore a tutti i costi. Un’ulteriore conferma delle abilità di Riccardo Franzosi, genio delle tecniche inusuali e dell’impiego di ingredienti ricercati, ma anche ottimo birraio quando è chiamato a misurarsi con stili classici.

In ordine di “apparizione” cito poi il Birrificio Italiano, presente tra le altre con la Musa d’Inverno (che non sono riuscito ad assaggiare) e la Sultana, un’alta fermentazione poco “agostiniana”, piacevole e interessante. Nello stand della Birra del Borgo si segnalavano un’ottima Enkir e la nuova versione della Reale Anniversario, quest’anno prodotta con luppolo Nelson Sauvin: come da copione il naso è un’esplosione di frutta esotica, ma dopo un po’ tanta grazia si paga in termini di “monotonia gustativa”, se così si può definire.

Il neonato birrificio Turan, alla sua prima uscita ufficiale, ha ottenuto unanimi consensi soprattutto con la sua Sfumatura, mentre Opperbacco si è confermato un produttore su cui puntare a occhi chiusi – oltre alle birre standard segnalo la 10 e lode Riserva, sicuramente ancora giovane, ma che già promette un gran bene. Lo stand di ‘na Biretta (Birradamare) ha registrato il solito successo, mentre le birre di Bauscia si sono rivelate tra le migliori da “annusare”: nella famigerata La30 il Nelson Sauvin si sposa in modo intrigante con la Damiana messicana, mentre la salvia nella Sali (una Blanche sui generis) mi è sembrata un’aggiunta molto interessante.

Il leccese B94 secondo me si conferma uno dei migliori birrifici del Mezzogiorno, grazie a una produzione solida e di buon livello (Porteresa come sempre da urlo). Toccalmatto puntava sulle birre che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi, anche se c’era anche una Stout al caffè di cui però mi sfugge il nome: a detta dello stesso Bruno Carilli la ricetta deve ancora trovare la giusta armonia, ma i tratti distintivi già sono evidenti. Ultima menzione per lo stand Croce di Malto, in cui la sua Triplexxx (medaglia di platino al Mondial de la Bière) è stata letteralmente presa d’assalto: ho visto file di curiosi allo stand già dal tardo pomeriggio di sabato.

Per il resto la formula è stata quella di sempre, caratterizzata da eventi collaterali come i tanti laboratori di degustazione (tra cui quello mio e di Giaguarino, di cui parlerò nei prossimi giorni) e il concorso homebrewer. A proposito del concorso, complimenti a Daniele Quadrini, che ha trionfato con la sua Irish Stout, precedendo Matteo Pomposini (birra con mosto d’uva) e Tony Manzi (APA).

Tornando al discorso di apertura, oltre a un’affluenza numericamente straordinaria, bisogna rilevare anche la qualità dei visitatori presenti. In genere gli avventori erano interessati ad essere informati sulle caratteristiche delle varie birre, cercando quindi un consumo consapevole. Di contro, coloro che erano interessati solo a bere come spugne erano davvero pochi: in un paio d’ore passate a dare una mano allo stand della Birra del Borgo, ne avrò contati due o tre, non di più. Qualcuno potrebbe ritenere che l’ingresso a pagamento ha funzionato da filtro in tal senso, ma in passato ho notato questo aspetto anche quando l’accesso era completamente libero. Segno che probabilmente l’approccio con la birra artigianale è diverso in partenza e predispone il consumatore a un’attenzione particolare.

La grande affluenza però ha anche mostrato i limiti di Officine Farneto, poco funzionale per eventi di così ampio respiro come è ormai diventato l’IBF capitolino. Io sono stato presente solo sabato e domenica e la situazione è rimasta abbastanza vivibile anche nei momenti di massima affluenza, tuttavia si sono registrati alcuni disagi all’ingresso, dove le due sole addette alla cassa sono risultate insufficienti nelle ore di punta. La giornata di venerdì in special modo ha costretto diverse persone ad abbandonare i propositi di visitare la manifestazione, nonostante quest’anno lo spazio disponibile si avvalesse anche di un’area esterna aggiuntiva.

Visto che ho citato questo piccolo neo, sottolineo anche quanto si è sentita la mancanza del bir&fud nel curare l’offerta culinaria dell’IBF, che invece è stata gestita dal relativo servizio di Officine Farneto, con un deciso crollo a livello qualitativo. D’altro canto, pensare che una struttura come il bir&fud potesse garantire un servizio efficiente a migliaia di visitatori era pura fantascienza.

A parte questi dettagli, l’IBF 2010 è stato un ottimo evento, dove bere bene, conoscere qualcosa in più sulla birra artigianale e incontrare tanti amici. Complimenti all’Associazione Degustatori Birra per l’ottima iniziativa, al prossimo anno.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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74 Commenti

  1. Ciao Andrea,innanzitutto complimenti per il sito…Concordo con te che spero che il prossimo anno si cambi location perche’ c’era vermante troppa gente in poco spazio.Io fortunatamente sono venuto sia venerdi che sabato pomeriggio e quindi ho evitato la ressa per entrare.Sicuramente ne capisci più di me…però devo dire che a me è piaciuta moltissimo (oltre a quelle già elencate da te) la Genziana di Birra del Borgo,la Sibilla del “Toccalmalto”,la mild ale che servivano a pompa allo stand della Revelation Cat,una stout di nome “Onice” ma non mi ricordo di chi…

  2. Comincio con il dire che è stato un piacere conoscerti dopo tanto tempo che seguo il blog. Quest IBF è stato veramente un bell’evento, anche l’anno scorso non era niente male, ma le birre quest’anno erano veramente ottime.
    Forse la birra di Toccalmatto a ci fai riferimento è la café racer, che mi pare un buon punto di partenza.

    Anche turan come neo birrificio mi pare che abbia intraprese una buona strada.

  3. Devo dire di non essere molto d’accordo con l’analisi fatta.
    Secondo me i birrifici presenti erano pochi e non tutti significativi, c’erano sicuramente presenze notevoli ma erano anche tante le assenze;
    si avvertiva eccome la mancanza degli stand di locali e negozi, e anche qualche stand di birra straniera, giusto per la cronaca, non avrebbe guastato.

    Le officine secondo me sono una location ECCEZIONALE. Posso essere anche d’accordo che non siano abbastanza spaziose per tutta la gente presente (anche se di sabato non ho notato problemi di sorta) ma non mi sembrava certo che ci fosse mancanza di spazio per gli stand presenti…

    OTTIMI i laboratori, va assolutamente detto. Mi auguro che ce ne siano sempre di più, su più argomenti possibili.

    La presenza di pubblico mi è sembrata qualitativamente medio alta più che medio bassa. Tanta la gente competente (e tanti i mastri convinti di trovarsi sempre davanti degli sprovveduti)

    Sul cibo non commento in quanto ad un evento del genere mi aspetto sempre il peggio, sia a livello di qualità che di prezzi.

    Veniamo alla cosa importante, le birre:
    non ho bevuto tantissimo, lo ammetto. Mi hanno soddisfatto la sfumatura di turan e particolarmente la surfing hop. La triple xxx non mi è sembrata in formissima; almeno quando l’ho bevuta io. Le varie reale, rune, etc etc non hanno invece bisogno di conferme ovviamente.
    In generale mi aspettavo un livello migliore.

    Per concludere, una manifestazione assolutamente da promuovere!
    ma forse è il caso di fare un passo indietro (o avanti, dipende dai punti di vista).

  4. Onice è di Bauscia, la stout di Toccalmatto è Coffee Racer se non sbaglio. La prima cotta a Milano mi sembrava interessante, la seconda in giro già in questo periodo dicono sia meno riuscita, anche se ancora non l’ho provata. Ho fiducia che Bruno sia in grado di sistemarla in tempi brevi.

  5. se posso dire la mia da neofita mi hanno fatto impazzire la triplehopbock di revelationcat e la skizoid di toccalmatto. Non vorrei sembrare eretico ma la musa d’inverno ho fatto veramente fatica a farmela piacere, anice stellato e caffè vanno bene per la sambuca! 🙂

  6. Io e mia moglie siamo venuti sabato subito dopo pranzo e non abbiam trovato la ressa anche se parcheggiare è stato comunque un problema. Detto questo sulla location io e la mia metà ci siam molto divertiti e abbiamo cercato di bere e chiedere informazioni su birre e birrifici nuovi per noi per questo Birrificio Italiano, Birra del Borgo e ‘na Biretta non gli abbiam nemmeno guardati conoscendoli bene. Non siamo riusciti ad assaggiare molte birre xchè poi a casa in qualche modo dovevamo pur tornare e già così è stata dura (chiedete ad Emanuele del “Ma che siete” che abbiam incontrato all’uscita), ma di quelle assaggiate siamo rimasti molto soddisfatti. Su tutti l’Aura del birrificio Lariano e la Quinta di Turan. Peccato che non sono riuscito a partecipare ai laboratori e a non essere riuscito a conoscere nessuno, sarà per il prossimo anno!!

  7. @ Peppefè

    Noi abbiam assaggiato la Fortezza di Bacherotti che è speziata al tartufo e anche quella è abbastanza particolare: a me piacciono poco queste speziature troppo spinte, ma i gusti son gusti

  8. Non concordo tanto sul definirlo “un successo”. Ok, ci saranno stati “tra i 15000 e i 20000 ingressi” (non è un range un po’ troppo ampio per essere preso in considerazione? Si parla di 5000 persone..) ma nella mia breve puntata domenicale ho visto persone che entravano con l’idea di bere una chiara, una scura, una doppio malto e una strana e che 2 ore dopo sono uscite con l’idea di aver bevuto una chiara, una scura, una doppio malto e una strana. All’ingresso venivano consegnati: bicchiere e gettone. Schede? Informazioni? Agli stand il discorso non cambiava minimamente.
    Sarò presuntuoso ma credo di riuscire a dare un contributo migliore io lavorando una sera al pub che organizzando tre giorni di festival così.
    Ci saranno stati 20000 ingressi e vabbè, però se quei 20000 sono usciti uguali a prima (sia chi ne sapeva “molto” sia chi ne sapeva poco), senza alcun arricchimento, credo si possa parlare di successo economico e basta.
    Chiamiamo le cose con il loro nome no?
    Considerando che il festival non l’ho organizzato io direi che non me ne frega proprio niente.

  9. Solo una considerazione sul servizio catering.
    Sia l’anno scorso che quest’anno sono stato all’IBF-RM di venerdi’.
    Premesso che la qualita’ del B&F non si discute, l’anno scorso sono arrivato verso le 20, giusto il tempo di uno spuntino e una birra, quindi ho preso parte ad un laboratorio e quando ho finito, mi pare verso le 21:30, il cibo era completamente sparito.
    Quest’anno invece c’era una scelta piu’ ampia, con piatti caldi, che tutto sommato non erano neanche tanto male.
    Quando sono andato via verso le 23, c’era ancora disponibilita’ di cibo.
    (non posso giudicare la situazione del sabato e della domenica per nessuna delle due edizioni)

  10. @Godai
    Sì infatti ho sottolineato che era impensabile ricoinvolgere il bir&fud in un servizio per il quale (fortunatamente aggiungerei) non ha la struttura adeguata. Sulla qualità i gusti sono gusti, in catering di simili dimensioni ho trovato roba migliore… ma stiamo parlando di dettagli ovviamente

  11. Grazie a tutti i romani che hanno partecipato e che come sempre si sono dimostrati preparati curiosi e gentili.
    @TURCO
    Una piccola precisazione però va fatta,per quello che rigaurda il food che è stato gestito dalle officine Farneto causa licenze asl arrivate in ritardo,
    posso garantire che lo Chef Serena del Decanter che ha fatto le piadine il goulasch le cosce d’Anatra i brezen i gnocchi al gorgonzola piccante non erano buoni ma eccccccccccezzzzzzzzionali, cosa hai mangiato Andrea? Per quello che riguarda la cassa, le ragazze erano 2 il pomeriggio e 4 o 5 la sera quando c’era bisogno.
    il problema non è quanti sono alle casse ma quante persone possono stare contemporaneamente dentro alle Officine Farneto.
    Grazie a te e a Giaguarino di aver fatto un bellissimo laboratorio.
    @ZSF
    Gli ingressi sono stati 17000.Mi piacerebbe sapere in quale pub lavori
    grazie

  12. @polli
    Ho mangiato i panini… da quello che scrivi deduco che ho fatto la scelta sbagliata
    Che Officine Farneto sia ormai una location superata per il successo ottenuto è chiaro
    Grazie a te e all’ADB per lo spazio concessoci e ancora complimenti per l’ottima riuscita dell’evento (checché ne dica qualcuno…)

  13. @ turco
    Grazie a te e a tutto il movimento birrario artigianale e grazie a tutti i locali che ci hanno dato una mano per la comunicazione.
    Sicuramente l’anno prossimo troveremo una Location adatta.

  14. sicuramente organizzato meglio dell’anno scorso, soprattutto nello sfruttamento maggiore degli spazi che comunque si sono rivelati insufficienti:personalmene sono andato tutte e tre le giornate sempre in orari non affollati, ma ho sentito di gente che per entrare di sera doveva aspettare più di due ore, per non parlare del parcheggio….
    considerando le birre, prima di tutto sono rimasto colpito positivamente dalle produzioni portate del neobirrificio Turan, in particolare dalla sfumatura:una imperial stout non omologata alle pesanti caratteristiche amaricaneggianti molto in voga adesso, ma di stampo inglese con l’originalità dei malti affumicati.Ottima la selezione portata da Toccalmatto, con la Re Hop in evidenza;la Cafè Racers invece non mi ha per niente convinto in bocca, dove era cortissima soprattutto a causa del corpo praticamente nullo.
    Opperbacco è sempre una conferma, con la TriplIpa particolarmente in forma.
    Strepitosa la Mummia di Montegioco, presentata in una versione particolare, ottenuta con un blend di Runa, Ratweizen e Tibir rispettivamente al 50, 25 e 25%.
    Il laboratorio di sabato sulle IPA ben riuscito, soprattutto nel sottolineare (a proposito di amari in bocca!!)attraverso la double ipa di hornbeer, la moderna evoluzione fin troppo spinta e sgraziata di uno stile antico ed elegante.
    Estremamente interessante il laboratorio di domenica sull’incontro birra-vino, che ha riscosso molto successo, soprattutto grazie alla simpatia di Riccardo Franzosi di Montegioco, vero animatore dell’evento;tre birre in degustazione:la Jadis di Toccalmatto, la Tibir e la Mummia di Montegioco.
    Arrivederci al 2011!!!

  15. Faccio personalmente i miei complimenti a tutte le persone che direttamente o indirettamente anno collaborato per la riuscita di questo fantastico evento, e spero in un futuro prossimo che oltre alle solite location si riesca ad organizzare un mega evento pure nella mia città!

  16. @ Polli:
    Credo di aver lavorato in quasi tutti “quei locali che hanno dato una mano per la comunicazione”, a meno che tu non abbia affisso le locandine anche in pub “classici”.
    Una domanda: ma la scelta di utilizzare gettoni invece dell’euro a cosa è dovuta? Non credi che aggiungere una coda in più a quelle “fisiologiche” (quella per entrare e quella per prendere una birra) possa risultare demoralizzante per alcuni?

  17. è stato alle fine dei conti un grande evento.Tanta gente di cui molta con una buona preparazione e coscienza critica,fino a pochi anni fa tutto ciò era semplicemente impensabile,per quanto riguarda il livello delle birre mi sento di dire che non tutte quelle che ho assaggiato erano al top,ho anche avvertito qualche leggerissima infezione.in ogni caso ottime proposte,i nasi esplosivi di Bauscia,gli abbondanti aromi luppolati di Toccalmatto,ottime anche le birre di Revelation Cat e molte altre,oramai la birra artigianale è un fenomeno,e io non posso che approfittarne!:-)

  18. Officine Farneto non è più in grado di ospitare questa manifestazione.
    Ho avuto problemi per spostarmi tra uno stand e l’altro in diverse ore della serata di Sabato. Per non parlare della fila interminabile per poter accedere ai bagni ( questione delicatissima per quanto riguarda un evento del genere).
    Per quello che dice Polli riguardo la cucina, devo dargli ragione per quanto riguarda sia la quantità che la qualità, ma sorge un vero problema per cui mi rifaccio al punto precedente : se mi devo mangiare le cosce d’anatra, dovrò trovare un posto per sedermi e non mi sembrava ci fossero così tante panche libere….
    Per quanto riguarda il bere, ammetto di averlo fatto in modo veramente piacevole, anche se avevo l’impressione che mancasse qualcosa….o qualcuno?
    Dulcis in fundo : DJ Chickens con qualche pezzo di rara importanza!!!!

  19. Polli porta l’IBF a Piacenza!
    Terra di grandi tradizioni culinarie , ha bisogno di un’evento simile per poter sdoganare la sua fama di citta’ di bevitori di solo vino!
    Ci sono tanti homebrewers e amanti della birra in generis che fremerebbero al sol pensiero , e non dimentichiamoci che abbiamo anche noi qualche produttore in citta’ ma soprattutto siamo vicini a tante realta’ di Parma e ovviamente Milano!
    Senza contare che logisticamente parlando è comodissima da raggiungere e ci sono un sacco di location possibili!
    Dai Polli la Piacenza Birraia Da Bere conta su di te!

  20. Location: durante la partita della Roma non ho avuto problemi di sorta. Non so prima e dopo. A proposito di ringraziamenti ai romani: io venivo da Salerno, ho conosciuto gente che veniva da altre città d’Italia (Toscana, basso Lazio etc..), quindi l’evento non è stato solo per bevitori occasionali e questo non può che far piacere. Birre: mi ero imposto il limite di 1,5 litri (viaggiavo in treno e me lo potevo permettere), ma non avevo considerato il bellissimo laboratorio cui ho partecipato sull’incontro tra birra e vino, durante il quale ho “sforato”, grazie alle degustazioni di una grande Tibir e della Mummia di Montegioco e della Jadis di Toccalmatto.
    Tra le birre degustate:
    ooops di Turan (il cardamomo un pò invadente, copriva il dry hopping del Cascade: buona);
    4.7 (sempre buona) e L’Una (ottima) di Opperbacco;
    Runa (ottima) di Montegioco
    Rude Boy in cask (ottima) e Re Hop (buona) di Toccalmatto;
    November Ray di B94 (ottima);
    Triplexxx di Croce di Malto (buona, ma un pò dolce per i miei gusti);
    la solita ottima Reale di Del Borgo;
    una gradevolissima Extra Hop del Birrificio italiano.

    Che dire, cento di questi eventi.

    @Andrea: dispiace di non avere avuto occasione di conoscerti, sarà per la prossima, magari al GBBF, dove ci sarò dal 5 al 7 agosto.

  21. Sono stato all’IBF sabato, e condivido le impressioni di INDASTRIA (con cui ero alla manifestazione).
    Il luogo era proprio figo, e si stava benissimo anche durante gli orari di maggiore affluenza (tipo sabato sera). Anzi, io ho avuto addirittura l’impressione che non tutto lo spazio fosse stato utilizzato a dovere.

    La mancanza di stand per locali, distributori e beer-shop si sentiva eccome, così come la mancanza di qualche etichetta straniera; non credo che la loro presenza avrebbe inficiato il ruolo di protagonista rivestito dai produttori, né il carattere prettamente made-in-Italy dell’evento.
    E sono d’accordo con chi ha parlato di una carenza dal punto di vista dell’informazione. Indicazioni e cartelli rasentavano lo zero…

    Le birre non mi hanno molto entusiasmato. Birrifici che già conoscevo come validi hanno confermato tutto il loro valore (Birrificio Italiano, Borgo, Montegioco), ma il resto… la tanto decantata TripleXXX mi è sembrata proprio scarsa. Idem La30. E così altre che nemmeno ricordo. Senza polemizzare, ma nella birra, prima di qualsiasi altro ingrediente raffinato o aroma ricercato, io mi aspetto di sentire il malto…
    *Davvero COMPLIMENTI* invece a Toccalmatto per la sua Surfing Hop, una birra coi controcazzi e per me una spanna sopra tutte le altre presenti; credo di non esagerare nel dire che non ha nulla da invidiare a tante Imperial/Double IPA americane. Non ho trovato invece tanto in forma la Schizoid, che mi sono ripromesso di prendere nuovamente in futuro. Peccato essermi perso birre che probabilmente erano soltanto di domenica…
    Sul resto, abbastanza interessanti la Cafè Racer (sempre di Toccalmatto) e la Sfumatura di Turan.

    Molto interessanti i seminari. E mi ha fatto piacere incontrare il Turco, anche se ero mezzo rincoglionito (e mi avrà considerato tale, il che non è poi così distante dalla realtà)!
    Insomma, tirando le somme forse si parla di più bassi che alti. Ma sono stato bene, e le critiche alla fine sono solo un invito a migliorare. Anzi, bisognerebbe organizzare più eventi del genere…

  22. il punto è che se si chiama “italian beer festival”, dovrebbe essere la “festa della birra italiana”, quindi i birrifici stranieri risulterebbero Off Topic.
    Poi, altra cosa, in italia ci saranno 300 microbirrifici e i birrifici espositori in questa manifestazione erano 14-15 (il 5%)…

  23. sul nome si potrebbe discutere: già l’inglese svia. La traduzione quale dovrebbe essere: “festival italiano della birra” o “festival della birra italiana”? potrebbero indicare due cose ben diverse…

    Ripeto, qualche stand straniero non avrebbe guastato. Fermo restando il carattere nazionale della manifestazione

  24. una cosa che non mi ha totalmente convinto è stato il concorso di homebrewing,non suddiviso in categorie perde molto senso come competizione,ma forse l’intento principale era quello più di confronto che di sfida…

  25. @Patrizio
    Per una suddivisione per stili bisognerebbe avere un numero enorme di birre in concorso. L’alternativa è di stabilire a priori uno stile con il quale misurarsi, limitando però la fantasia degli hombrewer

  26. @ INDASTRIA
    sono d’accordo, il nome svia un pochino…

    cmq per lo stivale non è oramai così raro trovare manifestazioni in cui si spilla birra artigianale.
    Non si offenda nessuno, ma mi viene da pensare che un festival con 15 microbirrifici per una grande città come Roma, dove nascono beershop come funghi (e questo vuol dire che la birra artigianale si beve), non sia poi un’impresa così epica.

  27. Beh ragazzi comunque esistono anche dei limiti strutturali, nel senso che oltre un certo numero o si crea qualcosa stile GBBF o c’è poco da fare. Alla fine ogni birrificio aveva circa 3 birre di media, in totale c’erano una cosa come 50 birre, che non sono un’enormità, ma sfido chiunque ad assaggiarle tutte (a parte i rater incalliti, ma diffido sempre da certi approcci).

  28. @velleitario
    lo scorso anno erano pochi! La lista è qui http://www.degustatoribirra.it/page.php?41 ma non distingue i birrifici realmente presenti con uno stand da quelli rappresentati semplicemente da loro birre, magari attraverso i locali e i distributori (penso alla Open di Baladin, che aveva portato Interbrau). Credo che i birrifici veri e propri non fossero neanche una decina

  29. @ Turco
    bhe, allora c’è un problema nella divulgazione delle informazioni… 😀
    perchè io nel link che hai postato leggo:
    “Espositori
    Elenco birrifici presenti
    (elenco di 26 nomi di birrifici)”

    cmq quello che volevo dire è che 1200 mq e 15 birrifici mi sembra che siano un po’ “stretti” per Roma, dove la cultura della birra artigianale è molto radicata.
    Non ti pare?
    Pensa se uno si doveva fare 200/300, o anche più, km per 15 birrifici, per poi rimanere fuori!

  30. @velleitario
    Vabbè quello del rimanere fuori è un discorso a parte, ovviamente non fa piacere a nessuno, spero che nei prossimi anni non si ripeterà.
    Al di là del rapporto mq/birrifici, che considero fuorviante, il numero dei produttori presenti non lo definirei nè scarso nè eccezionale. Se la qualità dei nomi è alta (e quest’anno lo era per molti di loro) e ognuno porta con se 3, 4 o 5 birre, non mi sembra che ci siano problemi di scelta. Poi pensiamo sempre che l’utente medio conoscerà 1 o 2 birre artigianali (nella migliore delle ipotesi): credo che trovarsi improvvisamente di fronte a 50/60 prodotti non sia male 🙂
    Ovviamente non siamo ai livelli dei più importanti festival birrari d’Europa e neanche vicini a Pianeta Birra – per citare un evento di cui tutti preannunciano la morte ma che rimane centrale per il movimento. Ma come festival di medie dimensioni, direi che a numeri quest’anno c’eravamo pienamente.

  31. @Velleitario.

    “si poteva fare meglio”.
    “si ma non ci sono tanti microbirrifici”
    ” ma manifestazioni così non sono cosi rare”

    capisco che il Polli abbia contribuito all’aumento di trapianti di fegato di tanti suoi dettatori , sinceramente mi sto godendo il buffo e goffo rosik di chi vorrebbe ma non può sparlare di lui.

    abbiamo associazioni culturali , di consumatori etc, ma è solo Polli a tirare fuori il coraggio e i SOLDI, per fare una manifestazione come si deve.

    almeno rendete giustizia a chi nel bene o nel male ci mette sempre la faccia.

    scusa la brutale risposta, però sono veramente stufo di questa strisciante invidia che leggo nel web, e non parlo solo nei confronti del Polli.
    Ci sarebbe bisogno di più ammmmore 🙂

  32. @pistillone
    Vedo che non perdi occasione per fare inutimente polemica, salvo poi lamentarti quando le discussioni prendono una brutta piega (chissà poi per quale motivo…)
    Un commento del quale facevamo tutti a meno: fuori luogo, qualunquista, superficiale e soprattutto senza basi, dato che continui a parlare di una manifestazione alla quale neanche hai partecipato.
    Evita di continuare, così come chiedo ad altri di evitare di rispondere.

  33. Ripeto per l’ultima volta, per chi non vuol capire o per chi non ha capito:La scelta del numero dei birrifici è stata una cosa voluta, per dare la possibilità ai birrifici di fare cassetto.
    Se fosse per noi ne avremmo chiamati 300 ma purtroppo i birrifici stessi non vogliono . Convincete voi i birrifici a non guardare al cassetto e l’ADB inviterà tutti i birrifici d’Italia.

  34. @polli
    Giustissimo il punto di vista dell’organizzazione, com’è giusto quello di chi è fruitore della manifestazione. Se qualcuno ritiene che 15 birrifici sono pochi penso che può esprimerlo tranquillamente, senza che nessuno se la prenda sul personale.

  35. nella frase del Polli c’è il motivo per cui il migliore festival del mondo (imho) è organizzato e gestito dai consumatori, che si affittano il capannone e gli impianti e acquistano la birra dai produttori per poi rivenderla

  36. @SR
    che poi piu’ o meno e’ stata la formula del primo IBF a Milano, quello con grosso banco centrale con le spine gestite dal Polli e i tavoli + stand del cibo attorno.
    Evidentemente non rende abbastanza ne’ all’organizzazione (che deve mettere in piedi una macchina organizzativa piu’ imponente e complessa) ne’ ai birrifici (che non possono vendere i fusti al Polli a 10 euro al litro…

  37. Era il Milano beer festival di maggio e non il primo IBF,comunque sarà una formula che useremo in altre situazioni a breve,tra poco ci sarà una sorpresa.
    Abbiate pazienza per un mesetto.
    @saerdna
    A dire il vero renderebbe di più, però non mi piace molto come formula ed è più impegnativo.Ci sono 2 differenze sostanziali :All’IBF si può parlare con i birrai ma le birre potrebbero non essere tutte eccezzionali, nel secondo caso ADB potrebbe comperare le birre e quindi scegliere le migliori.

  38. @polli
    Si ho sbagliato il nome della manifestazione.
    Stai tranquillo che di parlare con i birrai non gliene frega niente a nessuno, soprattutto se metti alle spine ragazzi e ragazze che ne sappiano almeno qualcosina (quell’evento fu imbarazzante da questo punto di vista…).
    Il fatto che puoi scegliere le birre, e che ci guadagneresti di piu’, sono valori aggiunti, quindi non vedo cosa aspettate per cambiare la formula…

  39. Al Milano beer festival c’erano alle spine bilbo, castoro, marco meneghin, serena del bauscia,fabiola la morosa di harvey, Enrico birraio del menaresta e anche delle fighette che non guastano mai.
    L’IBF e anche un evento culturale e chi meglio di alcuni birrai può spiegare il suo prodotto.
    Oltre a questo nel festival si usano bicchieri di vetro e ci sono laboratori gratuti.

    ps.Comunque capiterà di fare dei festival anche senza i birrai.

  40. @saerdna

    credo che il punto sia che il Polli non è il CAMRA… il Polli opera la scelta più conveniente dal punto di vista del suo business. il CAMRA (avendone la possibilità, vedi 100,000 iscritti) opera la scelta più logica per un festival di consumatori, anche se ovviamente ci si riempie le casse. ma il CAMRA non è un’impresa

  41. il mio businnes sono i locali che ho e non ADB.
    se ci fosse coesione fra appassionati, cosa che non c’è purtroppo in Italia,
    sono sicuro che si potrebbero fare cose molto interessanti,invece prendete sempre come esempio gli americani che secondo me non ci possono proprio insegnare niente
    es: degustano le birre in un campionato del mondo con i bicchieri di plastica.

  42. @polli

    quindi dal IBF non ci ricavi un euro che è uno? 17000 presenze tutte per la gloria e in beneficenza?

    va che il CAMRA, come detto da velleitario, è inglese e al GBBF (il festival a cui mi riferivo e che anche tu conosci) si usano bicchieri in vetro. questa dal presidentissimo non me l’aspettavo…

  43. Bella manifestazione, con birre buone ed un buon numero di birrifici, non credo che 15 siano pochi, anzi! Laboratori interessanti e ben condotti. Per la ristorazione penso che un pò dipenda dal taglio che si vuol dare, a Roma i locali come bir@fud hanno legato il buon cibo da strada, di buon livello, alle birre, e l’open con tutte le sfumature e differenze un pò prosegue su questa strada. Non credo ci sia nulla di simile in Italia come festival birrari e va dato atto all’ADB di aver organizzato queste manifestazioni

  44. conosco birrai che hanno partecipato a vari i.b.f. e si lamentavano del fatto che c’erano troppi birrifici e non guadagnavano! questo e’ vero e polli ha ragione nei post precedenti! …..addirittura qualcuno che mi diceva no basta non partecipero’ piu’ al i.b.f e quest’anno e’ andato a milano e roma!

  45. Io ringrazio Polli perché grazie alle manifestazioni organizzate da lui mi sono avvicinato alla birra artigianale e ho ogni volta modo di provare birrifici e prodotti nuovi. Questo credo debba essere lo scopo di un festival e questo riesce a realizzare; che poi i birrifici presenti debbano essere 15 (che magari sono un filo pochi per i miei gusti visto che alcuni già li conosco e li bevo spesso e altri già li conosco e non sono di mio gusto) oppure 25/30 (numero a mio avviso più corretto per manifestazioni organizzate in città grandi ma che magari non fa fare cassetta o cassetto) sarà una scelta dell’organizzatore, sulla base della quale vedrò se andare o meno al successivo festival.
    Io credo che finora i festival cui sono andato (tutti quelli organizzati a Milano) valessero il prezzo del biglietto (o del bicchiere) e mi pare logico e fuori discussione che chi li organizza ne abbia un corretto ritorno economico, senza stare tutte le volte a fargli la morale.
    Un paio di appunti però: (1) visto che si è citato il Milano beer festival, lì mi ricordo una spillatrice che mi ha levato la schiuma dalla birra soffiandoci sopra ripetutamente per schizzarla via perché mi ha detto che non serviva la schiuma (ricordo fantastico, ma la birra l’ho poi vuotata via); (2) com’è che fuziona fiscalmente l’acquisto di birre mediante gettoni (o tappi) che sono venduti (almeno allo scorso IBF a Milano) senza rilasciare scontrino? e nei rapporti tra organizzatore (banca dei tappi) e birrifici come funziona? Sia chiaro, è una domanda che faccio alla luce di una certa curiosità e di un po’ di perplessità, ma non vuole essere un’accusa di alcun genere. Grazie.

  46. Lo so benissimo che il Great British Beer Festival è a Londra sono stato svariate volte e anche li ci sarebbere da dire qualcosa visto che i bicchieri bisogna andare a lavarli in bagno e che ci sono tantissime birre infette.
    Visto che si parla sempre degli americani ho fatto quel esempio dei bicchieri di plastica usati a Chicago.
    per i soldi che incassa l’ADB nei festival e non sempre si guadagna, sono riinvestiti tipo nel campionato nel comprare un magazzino ,riviste, comunicazione,banchi spina ecc…
    es Roma quest’anno abbiamo guadagnato, l’anno scorso abbiamo perso
    Rispondo anche ad abe per gli scontrini.Alla cassa gettoni c’è una cassa dove si fanno regolarmente gli scontrini.

  47. Io se vado ai festival è parlare con i birrai. Se voglio solo bermi la birra, faccio un giro dei locali, fortunatamente in Lombardia ho ampia scelta di posti dove trovare birra artigianale italiana in lungo e largo: BQ, Lambrate, Abbazia di Sherwood, Ines Pub, Locanda del Monaco Felice, The Dome e altri ancora.
    Anzi, fatico a capire un festival senza birrai, a meno che la scelta non sia davvero “del meglio” e molto vasta.

  48. Bravo Polli ( nun da retta ai romani che si lamentano sempre) a me è piaciuto un casino tutto ! Birre ( non tutte ma è stato divertente provarle), gnochetti al gorgonzola e gnocca Serena etc.
    Grazie.

  49. L’abbinamento gnocca e birra funziona! per questo motivo che il consumo medio a persona è stato di 80 cl , tra l’altro l’ADB Lazio con il suo gran lavoro è riuscita a far iscrivere 35 persone al corso di degustazione che inizierà lunedi 19 al kost to kost a Roma.
    Grazie ragazzi

  50. @abe
    e nei rapporti tra organizzatore (banca dei tappi) e birrifici come funziona?

    A fine manifestazione i Birrifici fanno una fattura del venduto

  51. Sto organizzando per andare al GBBF. chi c’è e vuole aggregarsi, mi scriva a siredward80 gmail.com
    viaggio in treno, per evitare che salti il tutto a causa del vulcano che continua a …..ruttare.

  52. @Andrea Turco
    Poiché da come scrivi mi sembra che tu sia un signore (non è ironico, dico sul serio), e credo che avrò conferma di questo quando capiterà l’occasione di incontrarsi e di farti assaggiare finalmente il pane alla Schlenkerla (ricordi la promessa che ti ho fatto quando si parlava del Birra del Borgo day?), ti suggerirei di invitare i frequentatori del tuo (bellissimo) blog ad evitare certe espressioni di pessimo gusto quali “belle fighe” o “fighette” o “gnocca” , altrimenti la mia Schlenkerla a mio marito per farti il pane alla Schlenkerla non gliela cedo più 🙂

  53. @Laura
    Ti ringrazio per le belle parole
    Per quanto riguarda espressioni poco felici, diciamo che ho sempre consentito una certa libertà di linguaggio nei commenti, insomma non mi piacciono spazi dove non si può sparare mezza “parolaccia”. Altro discorso sono le offese personali ovviamente, che non sono assolutamente consentite.
    Poi sul pessimo gusto… beh ognuno si esprime come meglio crede, e gli altri sono liberi di farsi di quella persona l’idea che ritengono più giusta di conseguenza.

  54. Andrea, hai capito benissimo che non è certo la mezza parolaccia che mi turba, e nemmeno quella intera; se qualcuno scrivesse, ad esempio “ma che cazzo dici?” nemmeno ci farei caso; certo, non è bello, ma molti di noi parlano così, me compresa. Mi riferivo proprio a espressioni che considero offese, non personali, ma alle donne in genere, quali appunto “belle fighette” “gnocche”, etc. Perché la birra la bevono anche le donne, sapete? E come dice il kuaska, non c’è la birra “da donna” come molti credono (quale sarebbe? una blanche forse? boh? a me piacciono le rauchen, le stout, e la gueeze…) Oibo’, non pensavo di dover fare un discorso femminista nel III millennio!!! Credevo fossero problemi del secolo scorso!!! Comunque ora basta perché si parlava di birra e non di pari opportunità. Tranquillo, il pane alla Schlenkerla lo assaggerai alla prima occasione! 😀

  55. @Laura

    il mondo è bello perché è vario. io per esempio trovo estremamente efficace l’uso consapevole della parolaccia e della volgarità nella retorica moderna, trovo che il giusto mix fra stile aulico e comico, in determinati contesti (quasi tutti in verità), abbia potenzialità espressive ineguagliabili e tenga viva l’attenzione di chi ascolta o legge. d’altro canto, provo orrore verso chi sa esprimersi solo in maniera politically corretta. io genere lo faccio solo con chi voglio prendere per il culo

    detto questo, non mi sogno di incitare i miei interlocutori ad essere scurrili o ad avere una prosa che io reputo più interessante. io ho i miei gusti, tu i tuoi, gli altri i loro e nessuno necessariamente ha quelli più giusti. meno ancora mi pare il caso di chiedere ad Andrea di moderare non solo i contenuti, ma anche gli stili di espressione

    se invece volevi semplicemente dire che il Polli ha un’idea estremamente materialista delle donne, facevi prima a dirlo subito. lo sanno anche i sassi, peraltro, se ne discute da anni. anche in questo, è questione di sensibilità: se avessero scritto che era pieno di ficaccioni palestrati (o equivalente espressione per indicare begli uomini) io (e non solo credo) non è che mi sarei sconvolto più di tanto, tantomeno avrei tirato in ballo femminismo o roba del genere. ieri in treno 3 ragazze parlavano delle dimensioni del membro del loro capo e fantasticavano sulle sue scarse prestazioni sessuali, il che non mi ha impedito di continuare a cercare di risolvere un paio di integrali come se nulla fosse…

  56. Ciao SR. Si, hai capito bene, non ce l’avevo con la scurrilità, ma con quella che hai chiamato “l’idea materialista della donna”. Però non ce l’avevo con Polli in particolare, anche altri hanno fatto commenti del genere, anche perché Polli secondo me quando ha scritto “l’abbinamento gnocca e birra funziona! per questo motivo che il consumo medio a persona è stato di 80 cl” voleva fare una battuta: se la gente ha bevuto è perché la birra era buona! Tra l’altro proprio Polli ha usato un uomo per i suoi spot e non una donna o sbaglio? A proposito, la Trenta non era male, sapete? A me, e anche ad alcuni dell’ADB del Lazio che ne capiscono più di me, è piaciuta. Le tre ragazze in treno? Poverette… frustrate e anche loro retrograde… chissà se avrebbero il coraggio di dirgliele in faccia al loro capo, quelle cose… Un’altra cosa: non volevo chiedere ad Andrea di moderare diversamente il blog, è a casa sua e fa quel che vuole, se non mi piace non lo leggo, se sono qui vuol dire che invece ci sto bene. Dire ad Andrea “perché non chiedi di… etc. etc.” era un modo indiretto per dire la cosa a chi si è espresso in quella maniera, non volevo essere troppo scortese con qualcuno che non conosco bene, probabilmente hai ragione, dovevo essere più diretta e rivolgermi direttamente a chi ha usato certe espressioni (nemmeno mi ricordo, non mi va di rileggere tutto) e dirgli “come ti permetti?”, ma mi sembra, questa si, un’offesa personale, ho preferito un riferimento generico, che probabilmente è stato poco chiaro. Infine: non ero così seria come può sembrare, volevo essere un po’ ironica, per questo ho messo il riferimento finale alla Schlenkerla. Credo che dovrei prendermela di meno, e reagire come fa Emanuele Colonna, che quando legge qualcosa che non gli piace dice “che tristezza… mi vado a bere una birra…” 🙂

  57. Ho parlato di tutto tranne che dell’IBF. A me è piaciuto, ho avuto l’occasione di assaggiare birre che non conoscevo, in particolare le Turan; tra l’altro i birrai sono simpatici, ho partecipato a una visita al birrificio con l’ADB Lazio e sono stati davvero ospitali. Certo, in qualche cosa ci sono state pecche di organizzazione, però… non è facile organizzare una cosa così… io non ne sarei davvero capace! Certo che tanta gente è uscita che ne sapeva quanto prima, tanta gente è andata lì solo perché si beveva; ma quanta gente entra in un ristorante di qualità e invece che apprezzare la buona qualità delle cose entra “per farsi una bella mangiata” ed esce dicendo che “si è fatto una bella mangiata?”
    E a proposito di ADB, mi è arrivata una voce che ha organizzato il costo di degustazione al prezzo di 800 euro! Vorrei sapere chi ha messo in giro ‘sta stronzata??? So benissimo che il costo è 280!!! Non l’ho organizzato, non vi partecipo, sono un’amante della birra dilettante, amante in tutte le cose del “poco ma buono”, anzi “pochissimo ma eccellente”, è mio marito l’intenditore, ma le stronzate mi danno un fastidio… stasera mi bevo una Schlenkerla per consolarmi, va’… 🙂

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