La giornata di ieri ha incoronato Josif Vezzoli del birrificio Elvo miglior professionista del settore brassicolo per l’anno 2017. Il titolo è arrivato con la conquista del riconoscimento Birraio dell’anno istituito da Fermento Birra, alla fine di un’appassionata cerimonia di premiazione condotta da Kuaska. Josif è riuscito a precedere coloro che, a detta di molti, avrebbero dovuto sfidarsi per la vittoria finale: Marco Valeriani di Hammer (già trionfatore nella scorsa edizione) e Luigi “Schigi” D’Amelio di Extraomnes, arrivati rispettivamente secondo e terzo. La Top 5 del concorso è completata con la quarta posizione di Mauro Salaorni di Birra Mastino e la quinta di Alessio Selvaggio di Croce di Malto. Un risultato, quello di Josif Vezzoli, non proprio scontato ma non per questo immeritato: al contrario Birra Elvo negli ultimi anni si è giustamente imposto all’attenzione di consumatori ed esperti, grazie a un livello qualitativo davvero impressionante.
Come fatto notare da più parti, la vittoria di Josif può essere vista come il riscatto delle basse fermentazioni in un periodo in cui a dettare le tendenze sono tipologie completamente diverse. In un mercato che sempre più spesso guarda alle variazioni di IPA, alle maturazioni in legno, alle fermentazioni non ortodosse o ad aromi e ingredienti non tradizionalmente legati alla birra, il trionfo di un birrificio votato alla cultura brassicola tedesca fa sicuramente scalpore. Ma restituisce la giusta dignità a tutta una filosofia birraria costruita non certo con gli effetti speciali, che punta più alla bevibilità nel lungo termine che al clamore del primo assaggio – che poi magari diventa noia al terzo o quarto sorso. Per chi ama i classici stili teutonici, è un piacere constatare che una delle birre con cui Elvo si è fatto conoscere in tutta Italia è la sua Schwarz, appartenente a un modello che pochi birrifici realizzano, anche nella stessa Germania. E che soprattutto sono in grado di replicare con simili risultati qualitativi, che poi sono gli stessi che ritroviamo in tutta la gamma del produttore piemontese. Insomma, la vittoria di Josif è ampiamente meritata: congratulazioni!
Restando alle basse fermentazioni, di sicuro valore è anche il quarto posto di Birra Mastino, produttore anch’esso devoto alle Lager. Insomma, si parla di una riscoperta di questa grande famiglia brassicola e personalmente non posso che esserne soddisfatto, visto che in tutte le mie iniziative ho sempre cercato di restituirle lo spazio che merita. Tuttavia più che concentrarsi sul contrasto tra alta e bassa fermentazione, che trovo piuttosto inutile, a mio parere vale la pena sottolineare che nei primi tre posti del concorso troviamo tre esponenti di altrettante culture brassicole: la già citata cultura tedesca grazie a Elvo, quella anglo-americana con Hammer e quella belga con Extraomnes. Non penso che siano molte le nazioni al mondo che possono vantare tre birrifici di siffatto livello, esponenti di tre correnti produttive così diverse tra loro. Credo che possiamo veramente essere orgogliosi di come il movimento sia cresciuto in questi anni.
Decisamente più scontati i risultati del premio Birraio emergente, dedicato alla categoria “giovani”. Qui come da previsione ha vinto Giovanni Faenza di Ritual Lab, favorito da una buona distribuzione sul territorio nazionale in aggiunta al suo talento cristallino come birraio. Sebbene la gamma di Ritual Lab copra diverse tipologie, occorre sottolineare che anche Giovanni si è fatto conoscere con una bassa fermentazione: la sua Ritual Pils rimane una delle migliori interpretazioni italiane dello stile di origine ceca. Il resto della classifica di Birraio emergente è composta, nell’ordine, da Stefano Simonelli di Vetra, Riccardo Di Profio di Rebel’s, Marco Gianino di Yblon e Samuele Cesaroni della Brasseria della Fonte. Come spiegato da Fermento Birra, dopo la vittoria di Hilltop nell’edizione 2016, il riconoscimento per i “giovani” resta nell’area capitolina: segno che il movimento romano negli ultimi tempi ha sfornato realtà davvero fenomenali. E chissà che anche il prossimo anno non rimanga ancora nei pressi del Grande Raccordo Anulare…
Un valido banco di prova per i risultati di Birraio dell’anno sarà, come sempre, il concorso Birra dell’anno di Unionbirrai, che si terrà tra circa un mese. Sebbene i meccanismi alle base delle due iniziative siano profondamente diversi, sarà interessante verificare la coerenza tra la classifica del premio di Fermento Birra e gli esiti degli assaggi alla cieca. Inutile sottolineare come l’attenzione di molti appassionati sarà rivolta alle categorie a bassa fermentazione…