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Birre sotto l'albero 2009: il mio report

DSC04275Come ogni dicembre mi ritrovo ad affrontare la solita sfida: cercare di riassumere in un solo post tutta l’atmosfera e le vicende che hanno caratterizzato i tre giorni di Birre sotto l’albero. Come al solito la manifestazione ha avuto un successo enorme, grazie a una formula ormai consolidata: una miriade di birre natalizie dall’Italia e dal resto del mondo, una serie di rarissime chicche alla spina e in bottiglia, un ricco programma di laboratori di degustazione condotti da Kuaska, ma soprattutto un clima unico e irripetibile, reso possibile grazie alla presenza di tanti appassionati, birrai ed esperti del settore. Insomma, ci siamo divertiti e abbiamo bevuto in modo superlativo, cosa chiedere di più?

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Molti di voi vorranno saperne di più sulle birre presenti al festival, allora partiamo con le mie impressioni. Premetto che quest’anno le novità birrarie non legate al Natale erano tantissime, al punto che le sorprese più interessanti sono provenute proprio da questo comparto. Come non citare allora la Cnudde, una rarità incredibile presente in via del tutto eccezionale alla spina; è sicuramente un prodotto spigoloso, che rivela tutte le caratteristiche dello stile di appartenenza, quello delle Oud Bruin: decisa acidità, elevato livello di ossidazione, aromi e profumi insoliti. Indicata a chi ama le birre acide o le produzioni “storiche”, a me è piaciuta tantissimo.

Delirio al bir&fud
Delirio al bir&fud

Tra le primizie straniere ospitate dalle spine del Ma che siete, un ampio consenso hanno ricevuto anche altre birre non natalizie. Vere e proprie sorprese sono state due birre belghe: IV Saison di Jandrain-Jandrenouille e Jean Chris di Rulles. Nel primo caso si tratta di una Saison molto particolare, con un bouquet di profumi e aromi di stampo belga, ma con la netta caratterizzazione dei luppoli americani: a mio avviso unica nota stonata era una carbonazione appena eccessiva, ma a quanto pare è un dettaglio non rilevato da altri. La Jean Chris invece è una Belgian Ale piacevolmente profumata e con un bel finale amaro.

Concludiamo la panoramica dei prodotti stranieri non natalizi con altri nomi interessanti. La Bashah (collaborazione tra Brewdog e Stone) mi ha molto deluso, configurandosi come l’ennesima birra muscolare di stampo americano senza molto senso. Eccezionale invece la Pannepot 2007, produzione davvero di livello superiore. Ottima anche la Riptide di Brewdog, che a differenza dell’ultima tendenza di questo produttore scozzese, non cerca di ammaliare con effetti speciali: spesso basta creare birre corrette e in stile per ottenere grandi risultati.

Chen e Luca alle spine del Ma che siete
Chen e Luca alle spine del Ma che siete

Parlando delle natalizie straniere, è d’obbligo partire da uno dei prodotti più attesi e probabile vincitrice del concorso popolare collegato a Birre sotto l’albero. Ovviamente sto parlando della Stille Nacht di De Dolle, che come sempre ha rapito tanti appassionati. A me però non ha convinto in pieno, l’ho trovata eccessivamente dolce, con un profilo alcolico meno celato che in altre occasioni. Gli altri grandi classici di Natale, come Père Noel e Avec Les Bons Voeux, si sono confermati sugli ottimi standard ai quali ci hanno abituato. Un po’ stucchevole la Equinox di De La Senne, poco interessante la Hibernation Ale di Great Divide, ottima invece la Santa’s Butt di Ridgeway, una winter warmer realizzata con maestria e senza eccessi.

Passando alle italiane presenti al bir&fud, la mia preferita tra le natalizie è stata la 25dodici di Birra del Borgo, caratterizzata quest’anno da una maggiore bevibilità: Leonardo deve aver perfezionato l’uso dell’uvetta, che oltre a conferire note piuttosto precise, con la sua acidità bilancia l’alto grado alcolico. In generale le birre italiane erano in grande forma, magari non tutte di pari livello, ma comunque senza difetti. Insomma, nonostante ci fossero alcuni prodotti da tarare un pizzico per il futuro, il gruppo delle birre nostrane non ha certo sfigurato in confronto al resto del mondo. Una bella soddisfazione.

Gentaglia in quel di Trastevere
Gentaglia in quel di Trastevere

I “fuori programma” alla spina al bir&fud non erano pochi. In particolare ha trovato grandi consensi la Sparrow Pit, nata dalla collaborazione tra Birrificio Italiano e Thornbridge Brewery: un prodotto davvero splendido, in cui la maturazione in legno non è fine a se stessa, ma contribuisce all’ottimo risultato finale. Ottima anche la X Mummia, una versione particolare della celebre Mummia di Montegioco: è un vero e proprio blend di più birre, in particolare 50% Mummia, 25% Ratweizen e 25% Runa, forse il “mischione” più buono del mondo 🙂 . Impossibile non citare anche la Montestella di Lambrate, vera ancora di salvezza a cui si sono aggrappati in tanti per concedersi un break dalle impegnative birre di Natale.

Poi ci sarebbero da menzionare le varie chicche in bottiglia assaggiate durante la tre giorni e portate come omaggio dai tanti amici presenti, ma questa è un’altra storia 🙂 . Il resto del festival è stato scandito da tanti momenti unici, come i 3 laboratori condotti da Kuaska, il pranzo domenicale, le chiacchiere con i birrai, le partite di campionato al Ma che siete, i deliri vari che si sono susseguiti per 72 ore a Trastevere e dintorni. Bellissima manifestazione, come sempre. Un plauso a chi l’ha organizzata, cioè allo staff del Ma che siete venuti a fà e del bir&fud, con un piccolo supporto da parte dei Domozimurghi Romani. E ovviamente un saluto ai nuovi e vecchi amici incontrati. Al prossimo anno!

Jandrain-Jandrenouil
Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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55 Commenti

  1. Complimenti all’organizzazione! Un appuntamento sicuramente interessantissimo e molto apprezzato. Ci vorrebbe un locale e una “comunità birraria” così in ogni città 🙂

  2. Complimenti a tutti ed a te per il post, anche se mi avete “scippato” Lorenzo e Manuele per il concorso al The Dome.

  3. mentre a roma si svolgeva birre sotto l’albero..io nello scorso fine settimana sono andato in due birrifici che sono ai vertici italiani e non solo…per degustare le loro specialita natalizie! lo scorso sabato sono stato al birrificio di lambrate x la brighella che era eccezionale! domenica sono salito a bizzarone al bidu’ e con una settimana di anticipo e’ arrivata l’extrem! meravigliosa!…in questa settimana inoltre uscira’ la fighera (birra ai fichi) del birrificio menaresta di carate! e per finire al doppio malto di erba arriva la natalizia jingle bell! ciaoo ciaoo’

  4. non mi sono ricordato…della piu’ inportante specialita’ natalizia LA SPARROW PIT del birrificio italiano! il 22 dicembre grande appuntamento!

  5. Il mio ringraziamento và, oltre ovviamente al contributo dei DZR, ai birrai presenti e a Luca e Adrianino che con la loro spedizione in extremis in Belgio hanno reso possibile la spillatura di alcune primizie…Cito un Kuaska in gran spolvero nella interessantissima degu al Macche (3 ORE di degustazione) che portava alla luce in maniera provocatoria le produzioni in botte accostando grandi maestri a modaioli di turno.
    Mi è spiaciuto non essere troppo presente nelle baldorie di quest’anno, ma l’organizzazione e l’affluenza di pubblico non mi ha fatto staccare dalle spine (oviamente ne ho fatto anche uso personale), un grande successo che ha fatto calare su via Benedetta più di 1000 litri di birra in tre giorni…

    Grazie a tutti!!!

  6. Complimenti !!

    non vedo l’ora di bere la Bad Elf e la culo di Babbo Natale a Nembro.

    L’impressione sulla Riptide conferma la mia tesi che finchè fanno birre “base” buone , possono permettersi anche una stronzatella ogni tanto

  7. Per me le Feste sò finite ieri sera..
    Ora posso anche darmi alla clausura,sempre se i postumi mi lasceranno in pace.
    E non sembra ne abbiano intenzione.
    Grazie a tutti,tre giorni da panico.

  8. Anche io vorrei fare dei ringraziamenti. Se Turco me lo concede, vorrei ringraziare tutti i ragazzi che venerdì sera hanno dimostrato solidarietà nei miei confronti. In particolar modo ringrazio Dario che ha speso più energie di tutti a sostegno della mia causa. Oltre a questo mi accodo a voi, grazie a tutti!

  9. Purtroppo sono riuscito a venire solo un giorno: il sabato, e mi sono dovuto accontentare di assaggiare “solo” 7 birre
    comunque una serata spettacolare
    veramente complimenti a tutti quelli che hanno contribuito a creare quest evento unico!!!

  10. grazie a tutti quelli che hanno lavorato per creare le birre, realizzare l’evento e attendere ogni nostra richiesta per tre gironi di fila.
    li ho ricompensati assaggiando tutte le birre senza esclusione di colpi.
    vi confesso che hanno vinto loro alla fine…..mi sembra di ricordare anche la san niccolà di amiata. la mazzata finale.

  11. Grande manifestazione tanta tanta gente!!!Birre quasi tutte perfette!!(Grandi Cnudde , Stille e interessantissima l’ultima creazione di bi e thornbridge, 25 dodici da circo, Brighella leggermente diversa,secondo me piu’ beverina e x trem e Natale 2009 sempre piacevoli….) chicche imperdibili!
    Ogni volta che vengo a Roma per me e’ un piacere immenso…
    Spero di rivedervi presto!
    Nino

  12. io….sono fortunato ad essere nel famoso triangolo della moda……bizzarone,lurago marinone,lambrate! le specialita’ natalizie sono molto (abbastanza) vicine!!

  13. Ottima performance del Colonna e i ragazzi del b&f e ovviamente DZR.Credo che anche per i birrai sia un appuntamento ormai irrinunciabile e il poter parlare direttamente con gli appassionati del mondo della birra artigianale sia il valore aggiunto per ognuno di noi che si cimenta in questo mestiere. Poter rispondere alle domande, spiegare piccoli segreti, semplicemente scoprire come mai si è chiamata cosi quella determinata birra e quale sia anche il target di persone che apprezzano il tuo lavoro ti riempie di soddisfazione. Ovviamente è una mia considerazione personale, ma penso che la maggior parte dei birrai condividerà.Grazie davvero di cuore a tutti coloro che si sono sbattuti per la riuscita della manifestazione.

  14. beati voi ( PROVO UNA SANA INVIDIA ) io continuo a marcire qui a Cagliari dove per bere una BUONA birra c’è un solo pub che apre alle 21,00 di ogni giorno e dove a volte arrivano anche delle chicche ma niente a che vedere con la comunità romana che conosco molto bene……………BEATI VOI

  15. Aggiungo in ordine sparso e casuale.

    Sottoscrivo la definizione di “muscolare” per la Bashah ! Ma non sottoscrivo “deluso”: non sarà pur da berne a vasche ma a me piace. Forse un volume alcolico appena maggiore l’avrebbe traghettata verso birre più meditative e da assaggio più che da bevuta. Solo per me a parte sentori formaggiosi di una più densa schiuma è sembrata un quasi clone della Gonzo ?

    Mi spiace per i miei limiti culturali ma la Cnudde.. altre che pur si accoglie nello stile mi sembrano più brillanti .. scusate enthusiasts se ve ne ho bevuti due bicchieri ! Citando il wikipedia sù riportato, ” medium bodied, gentle malty, no hop bitterness, slightly acidic “. Era la prima del giorno, non fumo, non avevo ancora pranzato, non so se ha senso pensare che si fosse un po’ sedimentata e quindi con lo scorrere delle ore abbia poi preso corpo, ma non molto dopo che è stata attaccata mi è sembrata piuttosto anonima.

    Passo quindi ad una X Mummia da sognarsene di notte fiumi ruscelli e cascate.. in realtà all’inizio avevo inteso da altrui discorsi che fosse un blend di sole Mummie di diverse annate ( gli psichiatri la chiamano deformazione Gueuziana del pensiero ), leggo in realtà qui la verità pur nelle proporzioni che conoscevo. Too bad che sarà impossibile trovarne ancora. O no ?

    Bella La IV Saison e bella Père Noel.

    E benedette le pizzetterie al taglio.

    2 giorni piacevolissimi.

    Ci si vede a primavera

  16. @mammola

    sulla Mummia mi sa che il Turco è stato impreciso e hai ragione tu. *dovrebbe* essere Mummia old style (cioè *mi pare* Runa in botte, il 50% di cui sopra) + Ratweizen mummizzata (cioè in botte, 25%) + Tibir mummizzata (sempre botte, 25%) miscelate

    dovrebbe essere la stessa che ci sarà da Michele il prox w-end (cambia solo il nome)

  17. dovrebbe essere la stessa che ci sarà da Michele il prox w-end (cambia solo il nome)

    ….e qui che mi casca l’asino…….

    sarà un’ulteriore variante al tema MUMMIA…..

    Michele

  18. Purtroppo per qualche minuto ho mancato la x-mummia con succo di mirtillo… 🙂

    @Lorenzo
    Potevo scegliere un minareto svizzero…

  19. sempre per fare l’avvocato delle cause perse (se mi facessi li ‘azzi mia…), parliamo stupiti di una Bashah molto muscolare (premesso che in bottiglia non mi ha fatto impazzire), ma da una birra a 4 mani fatta da Stone con Brewdog cosa dovevamo aspettarci? una roba fine e beverina?

    chi fa una birra con gli americani cerca di andare con loro ne l loro territorio, mi pare che anche la My Antonia sia piuttosto muscolare ( e che volevamo fare con Calagione, una wheat al bergamotto? )

    scusate la polemica

  20. @Bienk-mappazza

    premesso che la Bashah non l’ho assaggiata, la My Antonia me la ricordo ben luppolata, non muscolare (anche se ok, non è una pils). ps: secondo me le birre a quattro mani le fanno prima di tutto per fare grano… non li obbliga nessuno a farle e non li obbliga nessuno a fare solo mappazze

    @michele

    ahia! scarico tutta la colpa derivanti dalla mia affermazione su quel millantatore del Tyrser!

  21. il 99% delle birre fatte a 4 mani che ho assaggiato io erano mappazze, vero che ne avrò assaggiate una decina al massimo , forse la più beverina era la Struise-Mikkeller ?!?

    che poi io anche se son mappazze un bicchiere lo bevo volntieri, di più forse no 🙂

  22. spero di non essere stato frainteso a me la bashah se asomiglia alla gonzo va benissimo, mica la volevo paragonare alla my antonia.

    quest’ultima però nel mio unico assaggio alla spina mi parve aromaticissima per le badilate di luppolo ma pure dolciona oltremisura nei malti , quindi tutt’altro che beverina ma sicuramente ho beccato io la serata no del suddetto fusto.

    azz la sparrow ci credo che sia fine solo che al momento l’avete provata solo voi e quelli del “triangolo…” (da Lallo non voglio le royalties per la mia catchphrase ma dagli altri sì),quando la proverò farò sapere 😉

  23. @Bienk

    personalmente più vado avanti e più mi lasciano indifferente, in generale. se non ho raccolto soffiate particolari le lascio sugli scaffali. continuo a preferire chi costruisce i propri cavalli di battaglia con una gamma di birre consolidata sulla quale il lavoro di affinamento (anche in relazione alle materie prime) è continuo perché poi la differenza di sente, magari spezzando la routine ogni tanto con una collaborazione per amicizia o sperimentazione piuttosto che l’esatto contrario. è un po’ come il discorso sulle botti, o di dare un nome diverso ad ogni batch

    hai mai assaggiato una Rosse di Struise, tanto per dire? fallo… chissà perché le collaborazioni non si fanno mai sulle pils, sulle blonde o sulle bitter… qualcuna cmq ne ho assaggiata in vita mia, e non sono tutte mappazze, anche perché l’esclusiva non ce l’ha mikkeller-brewdog-struise. la Tuverbol di fatto è una collaborazione, e non è una mappazza… la Alesmith – Stone – Mikkeller Collaboration Triple è (savasandir) una triple, non molto riuscita, ma non è una mappazza. la Utopia di Bi-Du/Troll è una collaborazione, più o meno una triple al miele, lo scorso anno era stratosferica. la Isabelle Proximus idem (vabbé, è un p-lambic). certo, ci sono territori birrari sui quali forse è più facile muoversi, e di sicuro vendere…

    non ho purtroppo incontrato la Sparrow Pit, che mi piacerebbe molto assaggiare stimando molto Birrificio Italiano e Thornbridge, birrifici le cui fondamenta sono costruite con birre “umane”, da bere. non so se e dove sia in giro, magari il buon Lallo può darmi una mano sul dove trovarla 😉

  24. mi sa che hai ragione pure stavolta, naturalmente mi baso sulle collaborazioni che ho assaggiato ovvero le più facilmente reperibili, anche se a sentimento mi pare strano che la triple fatta a 6 mani che citi non sia mappazza.

    ti svelo un segreto , qua nella bassa, le birre del Bi-du non arrivano e quando ho sconfinato, il destino ha voluto che non ci fossero birre del Sig.Beppe da provare , quindi non ne ho mai assaggiata una neanche per sbaglio 🙂

  25. @Bienk

    era un triple dolce senza il taglio amaro, ma il dolce da solo non fa mappazza. ci stiamo lavorando alla codifica del descrittore 🙂 per me la mappazza è una cosa che non va giù, che affatica il palato. e in molti casi un vagone di amaro non fa che peggiorare la situazione

    le birre del sig. Beppe son delle gran birre in generale, ieri sera stappata una Confine in bottiglia rifermentata di qualche spanna sopra a quella alla spina (di quest’anno). se nel w-end sei al Dome qualcosa ci sarà di sicuro

  26. a me un sentore dolce un po’ stucchevole affatica il palato, ma probabilmente non usiamo il termine nella stessa accezione.

    ci sono ci sono , non vedo l’ora (e spero di non esser più malaticcio come ora)

  27. stiamo vagamente deviando dal topic… ti fornisco a mio parere (se poi ti capita sotto mano) un esempio lampante di mappazza totale: la Mean Manalishi Double I.P.A. (stile in cui solo i maestri riescono a salvarsi) di Hoppin’ Frog. non è una birra che ha problemi, anzi, ma è una specie di marmellata di arancie amare, fa una roba tipo 180 IBU, sotto è dolce (ovvio che è una componente della mappazza), quasi viscosa, beverinità bassissima e ovviamente rating Ratebeer compreso fra 98-100. direi che i descrittori di mappazza ci sno tutti 🙂 poi per carità, se capita si beve, non è mica una birra grama… ma non sai mai dove finisce il piacere ed inizia l’espiazione

  28. @Andrea
    Anche io sono d’accordo che le birre a quattro mani siano a rischio.
    Forse la Sparrow Pit ha usufruito del fatto che sia stata fatta a quattro mani ma ad un cervello.

  29. @schigi
    Sì sono un rischio, spesso birre inutili, ma non sempre per fortuna. Come tu dici, quando i birrai sono sulla stessa lunghezza d’onda, il risultato può essere ottimo

  30. Aggiungo solo che l’ultima italiana nata a quattro mani,Na’ Tazzulella ‘e Café di Almond 22 e Karma,rappresenta una delle eccezioni che spesso confermano la regola. Sarei solo curioso di provarla a pompa.

  31. Questo commento spero non provochi polemiche sterili ed inutili, ma meglio una birra a 4 mani mediocre dove si vede collaborazione ed amicizia tra birrai che piccole lotte intestine tra di loro e chi le beve! La birra viene fatta per essere bevuta, meglio se buona, tra amici. Anzi grazie a “lei” posso dire di averne conosciuti tanti altri!!!
    Comunque buon Natale a tutti e felice anno nuovo e che ci porti tante birre nuove da assaggiare tutti insieme.

  32. @CHEN

    Meglio una birra fatta a 4 mani dove si vede amicizia tra i birrai che venga buonissima e che sia bevuta con amicizia tra amici vecchi e nuovi e che se io posso cambiare e se voi potete cambiare, tutto il mondo può cambiare!

  33. Ovvio che si possa aspirare anche al meglio…
    Ora che questo concetto mi è stato ribadito credo di aver fatto bene fino a pochi giorni fa di essere stato solo un osservatore e null’altro.
    Ribadisco comunque gli auguri a tutti quanti!
    P.s.- Prendete questa mia intrusione solo come studio sociologico!

  34. @chen.

    capisco quello che dici, ma in questo settore c’e’ chi deve a tutti i costi mantenere il grado di messia ora l’unico modo per trovare seguaci è quello di parlar male degli altri profeti, postando 100 smile, faccine troll e ironici commenti.

    è un po come nella politica si critica a prescindere e ovviamente l’abilità sta nel misurare con pesi diversi le situazioni a seconda della convenienza :).
    non abbandonare cronache ogni intervento è prezioso.

  35. @pistillone
    non c’è bisogno di gettare puntualmente benzina sul fuoco, davvero non se ne sente la necessità, te lo assicuro. Vedi che puoi fare…

  36. @schigi
    Sai, a volte per l’autore del commento è peggio che il suo messaggio resti piuttosto che sia cancellato. Esattamente come per il tuo qui sopra. Vedi, uso pure lo stesso peso.
    La parentesi OT si chiude qui.

  37. x chen
    il commento 42 e i tuoi auguri sono graditissimi, fidati. 🙂
    Concordo pienamente, il mondo degli appassionati della birra sembra dividersi in chi si sa godere una birra tra amici e apprezzarla cercando nel frattempo di approfondire la sua cultura in merito (o anche di fare cultura in merito, perchè no?) e chi non se la sa godere senza il fiele.
    All’amaro del fiele è da preferire quello del luppolo! 😀
    Auguri a te.

  38. @Turco
    Per me si conclude anche la presenza del tuo blog tra i miei preferiti.
    Dopo un inizio in cui questo spazio poteva essere un bel posto di scambio di idee libere, la cosa, per quanto mi riguarda, sta prendendo una brutta china.
    Complimenti per l’importanza che ora Cronache Di Birra credo abbia raggiunto nel panorama (addirittura internazionale) del mondo birrario.
    Importanza che credo tutti insieme e non solo il suo autore abbiano contribuito a creare.
    Spero che almeno il mio ultimo messaggio venga lasciato a (soprattutto mia) futura memoria.

  39. @schigi
    Se la cosa sta prendendo una brutta china è perché i soliti noti (tra cui non posso che inserirti) continuano a insultarsi su queste pagine, finendo constantemente OT. Passare l’ultimo fine settimana a leggere (e cancellare) commenti di questo tenore è alquanto deprimente. Se ormai ogni post deve essere la scusa per insultarvi, scusate ma non ci sto: non è per questo motivo che ho creato e porto avanti il sito.
    Che la fortuna di Cronache la facciano i suoi lettori lo ricordo bene. Come ricordo quando tu, in tempi non sospetti, dichiarasti pubblicamente di apprezzare il blog. Però, ripeto, ormai l’andazzo ha assunto una piega poco piacevole e chi lo alimenta mi sembra faccia poco per evitarlo. Mi costringete a mettermi nei panni di un censore? Perfetto, passerò come tale. Però magari si potrà tornare a parlare di birra e non di schigi, pistillone e compagnia.

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