Partire sabato mattina in auto da Roma per raggiungere la provincia di Como e tornare indietro domenica lasciando la Lombardia all’ora di pranzo… Sì, mi rendo conto che può sembrare una pazzia, ma quando la mia ragazza ed io abbiamo deciso di partecipare al Pils Pride, sapevamo che si trattava di un’idea abbastanza bislacca. Comunque, messi da parte i calcoli sull’opportunità di una simile fatica, alle 15,00 di sabato pomeriggio eravamo davanti al Birrificio Italiano di Lurago Marinone, con l’emozione di chi aveva finalmente raggiunto la propria destinazione dopo un viaggio di 6 ore in automobile.
Ciò che ci ha spinto a passare il fine settimana a Lurago Marinone è il fascino insito nel Pils Pride, una rassegna di sole pils provenienti da tutto il mondo: una sorta di celebrazione di uno degli stili più importanti nella storia millenaria della birra; da un certo punto di vista il più semplice da realizzare, ma proprio per questo degno di un’attenzione tutta particolare. Come Agostino Arioli ha ben illustrato in apertura del laboratorio di sabato, le pils non prevedono altro che acqua, lieviti, malto e luppolo; il risultato finale si gioca quasi completamente sull’abilità nel bilanciare gli aromi e il dolce del malto con gli aromi e l’amaro del luppolo. Questa semplicità rappresenta invece la vera sfida per chi produce pilsner: i margini di errore sono minimi e l’abilità del birraio sta proprio nel realizzare qualcosa di particolare muovendosi all’interno di confini rigidamente prestabiliti.
Ottima l’organizzazione dell’evento, che si è completamente svolto nelle sale e nel “biergarten” del Birrificio Italiano. Tante le pils a disposizione, al punto che di primo acchitto non sapevamo come orientarci. Superati i primi minuti però siamo partiti con gli assaggi: tra le straniere hanno brillato l’americana Prima Pils (Victory Brewing), la Vogelbräu di Karlsruhe (consigliata da Kuaska) e la Redor della Dupont (storicamente esclusiva delle spine del bar nei pressi del birrificio belga). Tra le italiane ho apprezzato su tutte Villa Pola e, immancabilmente, le creazioni di Agostino: Tipopils ed Extra Hop.
Il laboratorio di sabato, a cui ho già accennato, è consistito in una degustazione “alla cieca” di 6 pils tra quelle presenti, condotta dall’accoppiata d’eccezione Giacu – Schigi. Laboratorio monotematico quindi, ma proprio per questo motivo ancora più interessante: essere guidati nella scoperta di tutte le variazioni che possono esistere tra diverse interpretazioni dello stesso stile è un’esperienza unica. Gli interventi di Agostino hanno poi offerto un’interpretazione delle birre dal punto di vista del produttore – e che produttore!
Verso l’ora di cena, mentre l’affluenza al Birrificio Italiano stava cominciando a diventare importante, ci siamo diretti insieme ai St. Cules, ai coniugi Bertinotti e ad altri amici al BI-DU di Rodero, altro tempio birrario della zona. Qui ho potuto riassaggiare le sempre ottime ArtigianALE e Rodersch e, per la prima volta, la Remedios, una blanche di tutto rispetto! Tornati a Lurago Marinone ci siamo concessi ancora qualche pils, prima di regalarci un meritato riposo.
L’indomani sapevamo di avere poco tempo a disposizione prima di ripartire per Roma, fortunatamente però tra assaggi liberi e laboratorio avevamo finito il giro di tutte le birre già nella giornata di sabato. Quindi ci siamo tolti giusto lo sfizio di bissare con le pils che ci erano piaciute di più (e che sapevamo avremmo difficilmente ribevuto), abbiamo salutato Agostino e siamo ripartiti per la capitale, arrivando giusto in tempo per assistere a gara1 dei playoff di basket 😉 .
Il Pils Pride ci ha lasciato un’ottima impressione ed è valso pienamente la lunga trasferta automobilistica. Al di là dell’esclusiva offerta della manifestazione, è stato piacevole ritrovare tanti amici e immergersi una volta tanto nell’anima del movimento birrario del nord Italia. Complimenti ad Agostino e allo staff del Birrificio Italiano per l’ideazione e la realizzazione dell’evento, curato nei minimi dettagli (spettacolari le magliette “Pils and love”). Il Pils Pride si conferma un appuntamento imperdibile, con margini di crescita davvero interessanti. Arrivederci al 2009…
P.S. Per chi fosse interessato, riporto la lista delle pils presenti (sperando di ricordarle tutte): Tipopils ed Extra Hop (Birrificio Italiano), Sausa Pils (Vecchio Birraio), Pola Pils (Villa Pola), Manerba Pils (Manerba Brewery), Sveva (Grado Plato), Via Emilia (Birrificio del Ducato), Prima Pils (Victory Brewing), Vogelbräu Pilsener (Vogelbräu), Redor Pils (Dupont), Rothaus Pils (Rothaus), Triple Pilsner (Thisted Bryghus), Christoffel Blond (Bierbrouwerij St. Christoffel), Raasted Pilsner (Raasted Bryghus).