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Zythos Bierfestival 2014: il mio resoconto

ZYTHOS_POSTER_eng_A6-410362Dopo quattro giorni a dir poco intensissimi, sono tornato ai posti di combattimento e posso finalmente parlarvi del mio giro nelle Fiandre. Dando infatti seguito a quanto anticipato la scorsa settimana, giovedì sono partito alla volta del Belgio come partecipante a un tour birrario organizzato dall’Ente del Turismo delle Fiandre (che ringrazio per l’opportunità). Un viaggio tra Bruxelles e Lovanio, scandito da visite ai birrifici della zona, degustazioni, cene a tema, workshop e via dicendo. Ultima tappa prima del ritorno in patria è stato il celeberrimo Zythos Bierfestival, la più importante manifestazione brassicola della nazione e tra le più importanti d’Europa. Oggi vi racconterò dei miei assaggi durante l’evento in questione, mentre nei prossimi giorni scriverò del giro compiuto tra Bruxelles e Lovanio. Il tutto, ovviamente, nel segno della splendida birra belga.

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La forza dello Zythos risiede innanzitutto nei suoi numeri: anche quest’anno erano presenti un centinaio di aziende del Belgio, per un totale di circa 1.000 birre diverse. In pratica quasi tutto ciò che la piccola nazione europea può vantare in termini birrari, che si traduce nella possibilità di avere una panoramica totale della sua cultura brassicola. Ma oltre ai freddi numeri c’è sempre quell’atmosfera tra il goliardico e il professionale che contraddistingue i più importanti festival del mondo, aspetto confermatosi anche quest’anno.

Con cifre come quelle snocciolate poco sopra capirete che l’imbarazzo della scelta è una condizione con la quale bisogna imparare presto a convivere. Fondamentalmente in queste occasioni ci si può muovere lungo due estremi: puntare sui nomi noti, disponendo perciò un buon margine di certezza sulla qualità finale, oppure sperimentare birrifici sconosciuti, esponendosi quindi a un alto rischio di incontrare prodotti deludenti. Quest’anno ho deciso di intraprendere quasi esclusivamente la seconda strada, con risultati non sempre entusiasmanti, ma che avevo ampiamente messo in preventivo. È tuttavia una strada interessante e a tratti divertente, in grado di regalarti ottime sensazioni quando – finalmente – becchi il birrificio giusto.

Uno di quelli che mi ha convinto di più è stato Ferme de Bertinchamps, di cui ho provato una Tripel molto ben bilanciata e una Blonde di buon livello. Se non ricordo male il birrificio ha aperto nel 2013, all’interno di una fattoria della campagna belga. Analogamente molto giovane (anche nei suoi soci) è il birrificio Oxymore, di cui ho provato la Pibrac, una Blonde che si lascia bere facilmente, con tutti i crismi dello stile. Del birrificio Eutropius ho apprezzato la Stout Bruintje, una Belgian Stout godibilissima, mentre non mi hanno fatto impazzire la Oscar e la Stafke, rispettivamente una Specialty Ale sbilanciata sulle spezie e una birra con lieviti di champagne, leggermente migliore. Sempre in termini di Belgian Stout non mi è assolutamente dispiaciuta la Zwarfe Zjef di ‘t Panehuys, mentre segnalo anche la Triporteur from Heaven di BOM, birrificio di cui scrissi anche lo scorso anno per la particolarità di maltare internamente l’orzo e gli altri cereali. Non male anche la Boerke Bruin di Angerik, tuttavia lo stesso non si può dire della loro Boerke Blond.

Nel marasma di assaggi ho poi incontrato produzioni ampiamente rivedibili. Mi hanno deluso molto le due birre di Anders (una IPA e una Strong Ale barricata), produttore che al pari di De Proef si sta specializzando come contoterzista. Riponevo sbagliate aspettative in De Ryck, mentre Alvinne e Struise continuano a sfornare prodotti che quasi sempre non mi convincono – in particolare la nuova Danko Power del secondo riesce a risultare pesante nonostante la gradazione contenuta (3,5%). Relativamente agli altri produttori per me nuovi, non ho contato le birre brettate o semplicemente dimenticabili: purtroppo è un balzello che bisogna mettere in preventivo dall’inizio.

Per rifarmi da questi passaggi a vuoto, ogni tanto mi sono concesso qualche assaggio già collaudato. In tal senso la Jan de Lichte di Glazen Toren è il solito approdo sicuro, mentre la Quetsche di Tilquin si è confermata su ottimi livelli. Di St. Bernardus ho assaggiato la sua birra in anteprima, la convincente 4 Extra (leggera e luppolata). Sempre allo stesso stand era disponibile la valida Wipers Times 14 di De Kazematten, progetto “parallelo” che utilizza l’impianto di St. Bernardus.

Questo è ciò che sono riuscito più o meno a provare nelle circa quattro ore spese ieri allo Zythos. In generale confermo l’idea che mi ero fatto lo scorso anno e cioè che gran parte dell’eccellenza brassicola belga sia quella che arriva anche in Italia. Tuttavia in un mercato così affollato può capitare di imbattersi tranquillamente in un nome sconosciuto, ma che si rivela decisamente valido. Insomma, probabilmente già beviamo ciò che di meglio il Belgio può offrire in termini brassicoli, tuttavia non è esclusa la possibilità di imbattersi in interessanti sorprese.

A ogni modo lo Zythos è sempre un’esperienza piena di fascino, che qualunque appassionato dovrebbe vivere almeno una volta nella vita. Ringrazio Yannick de Cocquéau per averci introdotto al festival e i miei compagni di assaggi Tiziana, Diego e soprattutto Nicola, col quale è stato un piacere confrontarsi durante tutto il tempo della nostra permanenza al Brabanthal.

Chi di voi è reduce dallo Zythos come il sottoscritto? Qualche assaggio degno di nota?

 

 

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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8 Commenti

  1. Bel resoconto. E’ stato bello buttarsi negli assaggi. La Jan Del Lichte mi è rimasta nel cuore, grazie degli ottimi consigli!! Super esperienza 😀

  2. Allo Zythos tutto sabato,preceduto il venerdì da Cantillon/Moeder Lambic e seguito sabato da l’assicurazione contro la Grande Sete (spettacolo vero) e Drie Fonteinen.
    Bevuti sabato: st bernardus extra4 (condivido,ottima anche se un pelo fredda), Danko Power Struise (a me non è dispiaciuta), Boon Oude Kriek e Oude Gueze, Tilqin Oude Gueze à l’Ancienne (spettacolare),Jandrain Jandrenouille saison (non mi ha convinto affatto), Rulles Meilleurs Voeux (una garanzia), Hommelbier Dry Hopping e sempre di Van Eecke la Tripel (gradevolissima la prima e nella norma la seconda), Imperialist Struise.
    In generale mi sono attenuto alla prima strada (ciò che conoscevo,escluso Jandrain) e pur non avendo azzardato l’ignoto l’impressione a sensazione é che il top delle produzioni comunque dalle nostre parti arrivi. Strana (magari c’è un motivo) l’assenza di De Dolle e De La Senne,oltre che Cantillon. Da fare una volta nella vita comunque,senza dubbio.

  3. Aggiungo De dochter van de korenaar tra i produttori che si sono confermati di alto livello, anche se i prodotti disponibili il sabato coprivano solo una piccola parte della loro gamma ed erano più sbilanciati sulla parte non propriamente “tradizionale”.

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