Negli ultimi mesi diversi birrifici italiani hanno scelto di rinnovare la propria immagine, intervenendo sulle etichette e sul packaging per raccontarsi in modo più efficace e contemporaneo. Un’evoluzione che non riguarda solo la grafica, ma anche il modo di comunicare la birra artigianale: tra richiami narrativi, sperimentazioni visive e collaborazioni creative, le nuove linee estetiche diventano strumenti di identità e riconoscibilità. Oggi presentiamo quattro recenti più o meno recenti, un paio dei quali probabilmente avrete avuto modo di apprezzare durante il recente Eurhop Beer Festival. Sono tutte scelte stilistiche che dimostrano come il design possa diventare parte integrante della filosofia di un birrificio.
Meltz
Il birrificio Meltz (sito web) è una delle più interessanti giovani realtà del panorama brassicolo italiano. Partito da solo un anno e mezzo, recentemente ha deciso di rinnovare la grafica delle proprie lattine, cambiando totalmente direzione. L’impostazione precedente giocava principalmente sul colore: ogni birra era identificata da una combinazione cromatica specifica, con il nome al centro e senza il ricorso a illustrazioni. Ora su ciascuna lattina campeggia un disegno peculiare, dal gusto vagamente biopunk.
Non si è perso il legame cromatico, perché ogni illustrazione è sviluppata sulla base della stessa palette utilizzata in passato, mentre è stata privilegiata una maggiore pulizia visiva riducendo gli altri elementi, limitati ora al logo (in alto) e al nome, allo stile e alla gradazione alcolica (in basso). Rispetto alla soluzione precedente è scomparso il rivestimento totale della lattina, che in Italia ormai praticano in pochissimi. Anche il formato è stato uniformato al 33 cl (sleek). Nonostante il richiamo cromatico al passato, la svolta grafica di Meltz è piuttosto netta e di sicuro impatto.
Granda
Uno dei produttori italiani più attivi negli ultimi anni è senza dubbio il Birrificio Granda (sito web), una vera fucina di novità. Tra i tanti progetti portati avanti di recente c’è il completo restyling e posizionamento delle 12 birre appartenenti al core range dell’azienda. Un’operazione guidata da una visione unica, battezzata Land of Beer e che identifica sia un luogo fisico (il birrificio, il territorio), sia un luogo simbolico (fusione tra arte, design e tradizione brassicola), sia ancora un luogo immaginario, popolato dai personaggi delle nuove illustrazioni. Illustrazioni di stampo decisamente astratto, nate dalla mente creativa di Cesare Nai e capaci di trasportarci in “un universo onirico in cui la birra prende vita in una dimensione narrativa e visiva inedita”.
Le etichette rappresentano al momento tre personaggi onirici: il Viaggiatore, il Dragone e lo Spirito. A essi se ne aggiungeranno altri in futuro. Per spiegare l’impostazione di Land of Beer, ci affidiamo alla spiegazione che ne dà il birrificio stesso:
Le etichette non sono solo un elemento grafico, ma un vero e proprio racconto visivo: ogni birra è un piccolo frammento di storia che, insieme alle altre, compone l’universo del Land of Beer. Il risultato è un’immagine che dona profondità e tattilità alle lattine, trasformando ogni prodotto in un’esperienza immersiva. La core line è composta da 12 birre, ognuna con una propria storia, che insieme formano un mosaico narrativo unico.
Humus
Il restyling delle etichette del birrificio Humus (sito web), partito l’estate scorsa, ruota intorno al nuovo claim “Beer for explorers” con cui il produttore abruzzese vuole comunicare le proprie birre. Riassume bene questo concetto lo stesso birrificio:
Le birre Humus affondano le proprie radici nella natura, nella ricerca, nella sperimentazione. Ogni ricetta nasce da studio, passione, intuizione. Oggi quella creatività che spinge a migliorarci ogni giorno prende una nuova forma. Beer for explorers è il nostro nuovo motto, un modo di raccontarci: un invito a chi non smette di cercare. A chi esplora sentieri, idee, sapori. A chi vive la birra come esperienza e non solo come prodotto.
Partendo da questo presupposto, per le nuove etichette è stato scelto un mix grafico/fotografico che restituisce il concetto e le suggestioni che ispirano ogni ricetta: la Basecamp, ad esempio, ritrae una vetta montana; la Sunnyday uno scorcio di cielo tra le nuvole; la Festbier il dettaglio di luci e stelline scintillanti. Tutte le illustrazioni richiamano l’effetto tipografico della retinatura e ogni etichetta è identificata da un’impostazione cromatica peculiare. Anche il logo di Humus ha subito alcuni cambiamenti, soprattutto in riferimento al lettering.
Birrificio Curtense
Meno recente, infine, è la scelta del Birrificio Curtense (sito web), che negli ultimi mesi ha intrapreso un progetto di rinnovamento grafico, affidandosi agli studenti del corso di Graphic Design della LABA di Brescia. Il risultato è un’edizione speciale di etichette per le otto birre iconiche del produttore, ideata sotto la guida del professor Valeriano Iosca. Tra le diverse proposte presentate è stato scelto il lavoro di Daniele Sportelli, che ha reinterpretato i soggetti attraverso una narrazione mitologica di miti e divinità. Il concept unisce gusto e immagine in una sinergia capace di rafforzare il legame emotivo con il prodotto, conferendo modernità e coerenza visiva a tutta la linea. Un progetto che celebra la creatività dei giovani e rinnova lo stile del birrificio, rendendolo immediatamente riconoscibile su ogni scaffale.









