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Revelation Cat: un nuovo birrificio alle porte di Roma

revelation-catDal punto di vista birrario Roma è una piazza piuttosto particolare: è senza mezzi termini la città italiana dove si beve meglio (grazie all’attività di alcuni imperdibili locali), eppure il numero di birrifici è abbastanza contenuto, soprattutto nell’area più prettamente urbana. Per questo motivo tutti gli appassionati della Capitale non potranno rimanere indifferenti di fronte alla notizia che tra qualche mese aprirà i battenti un nuovo produttore di birra artigianale dal nome enigmatico: Revelation Cat. Cronache di Birra in esclusiva vi rivela alcuni dettagli al riguardo…

Partiamo da chi si nasconde dietro questo nuovo progetto brassicolo, che nella fattispecie è un nome che non dovrebbe suonare inedito a chi frequenta l’ambiente della birra a Roma. Sto parlando di Alex Liberati, già proprietario della Brasserie 4:20, un pub che in pochi anni ha affascinato tutti gli appassionati grazie alla sua bellezza e soprattutto per merito di una strepitosa selezione di birre alla spina e in bottiglia. Dopo aver vinto la scommessa 4:20, ora Alex ha deciso di buttarsi nella produzione con il suo personale birrificio.

Il Revelation Cat aprirà il prossimo anno tra Roma e Pomezia, in via Laurentina 2090, e, nonostante sia ancora in costruzione, è già visitabile. Ironicamente il birrificio sorgerà dalle ceneri di una vecchia fabbrica degli anni ’40 destinata alla produzione di vino, situata in un parco naturale lungo una delle più importanti direttrici di Roma sud. Lo spazio a disposizione è enorme: 7000 mq di verde che ospiteranno spazi per eventi birrari, ampio parcheggio, tantissimi tavoli, aree per il barbeque e persino un campeggio con 20 tende, docce ed elettricità. All’interno un locale di mescita con tantissime spine da tutto il mondo. Un progetto dunque mastodontico, che non potrà che fare la felicità di tutti noi beer lover.

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Passiamo alla produzione, che già sembra orientarsi verso due filosofie ben precise: originalità e collaborazione. La prima ad esempio caratterizza la linea Woodwork Series, realizzata in Belgio presso il birrificio De Proef. L’idea è molto semplice quanto innovativa: sperimentare l’effetto di diversi legni nella maturazione della birra, partendo da un prodotto comune. La base è una Strong IPA monomalto e monoluppolo, realizzata con malto Monaco e Nelson Sauvin (il luppolo neozelandese che sta facendo impazzire tanti produttori), molto secca e con una gradazione alcolica di 11% alc. Questa IPA è poi affinata in barriques assemblate in Sicilia e mai usate prima, che si differenziano per il tipo di legno: rovere francese, rovere americana e acacia. Il risultato è poi imbottigliato in bottiglie da 37,5 cl, un formato pensato proprio per una degustazione in parallelo. Ho sentito spendere parole di elogio da chi ha avuto modo di provare la linea in anteprima.

In riferimento al carattere collaborativo dell’azienda, il Revelation Cat produrrà una serie di birre insieme ad alcuni birrai italiani ed internazionali di sicuro valore. I primi prodotti sono già ampiamente programmati: una Scotch Ale maturata in botti di whisky Bruchladdich (che originariamente ospitavano del Porto) con Steve Dawson del White Dog di Modena; una Cream Ale ispirata alle incarnazioni del periodo pre-proibizionista americano con Mikkel di Mikkeller (Danimarca); una Light IPA brassata al birrificio De Prael nel cuore del quartiere rosso di Amsterdam.

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Accanto a produzioni originali e “didattiche”, il Revelation Cat ovviamente non disdegnerà birre più tradizionali. In tutti i casi le materie prime e i metodi di produzione saranno di primissimo livello, nell’ottica di creare produzioni pulite, innovative e avvincenti. Il birraio sarà Marco Meneghin, milanese ormai trapiantato a Roma, che alcuni di voi conosceranno e che mi ha affiancato alla grande nel laboratorio homebrewers del passato Italia Beer Festival.

La presentazione ufficiale del progetto si è tenuta durante il recente Danish Beer Festival, una delle manifestazioni birrarie più importanti del continente, ormai arrivato alla sua nona edizione. Le birre presentate hanno riscosso un ottimo feedback da parte dei visitatori e ottimi punteggi su Ratebeer.

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A noi appassionati non resta che attendere con trepidazione l’apertura del Revelation Cat, ovviamente vi terrò aggiornati su ogni novità al riguardo. In bocca al lupo ad Alex per questa sua nuova avventura!

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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14 Commenti

  1. Stefano Cossi e Garrett Oliver hanno sperimentato sull’Alliance l’effetto prima di botti di Madeira e poi di Pedro Ximénez..In bocca al lupo ad Alex e Marco allora. Trovo comunque strana la scelta di presentarsi sul mercato con birre già così particolari. E’ come se una squadra esordiente in Champions si presentasse contro il Manchester con il 3-4-3. Il pubblico preferirebbe forma o sostanza? Dove sono finiti i debutti con una Pils di livello? Quella sì che farebbe tremare gli avversari,perchè chi dimostra di avere ottimi fondamentali,poi può solo migliorare. Il valore d’una squadra non si misura dal ranking della FIFA (altrimenti dovremmo pensare che la Croazia è più forte di Francia e Portogallo:)) ma dai risultati sul campo,che si misurano a ettolitri e sulla capacità di strabiliare più gente possibile: insomma,le azioni del Manchester e non le rovesciate del Real,la Rodersch e non la It’s alight. Ma forse sbaglio a parlare,perchè io bevo solo,non voto su Ratebeer.

  2. Ciao Lorenzo, premetto che di calcio non sò nulla, ma a me piacciono le birre particolari e produco delle birre in base ai miei gusti, cercando di non essere influenzato dalle leggi di marketing, o dai voti dei Ratebeerians, e sicuramente senza la mira di far tremare nessuno (a parte i consumatori di gioia magari=))!!!
    Non disdegno certo una bella pils, ma in Italia ne abbiamo già degli OTTIMI esempi e io per adesso bevo quelli =); avevo semplicemente un’idea che mi ronzava in testa e volevo svilupparla. Di sicuro prima o poi tireremo fuori delle birre più “fondamentali” (magari proprio insieme ad un birraio estremo come Mikkel, che risulterebbe interessante), ma non credo che l’orientamento verso la forma o la sostanza sia decretato dallo stile prodotto: la sostanza credo sia l’idea, la buona esecuzione e la pulizia della birra, la forma penso sia più il marketing o il packaging del prodotto, cosa che a quanto pare il “pubblico” italiano apprezza eccome se lo vogliamo valutare con Hl fine anno.
    Comunque a mio avviso questa birra è particolare solo nell’idea, nella connotazione didattica che la distingue. Per il resto ho scelto le bottiglie e l’etichetta più a buon mercato che potevo trovare, infatti l’etichetta non c’è nemmeno! Spero che la mia birra possa essere apprezzata da un publico che guarda al di là della presentazione: magari non farò così tanti Hl l’anno da competere con Carlsberg, ma sicuramente avro’ un feedback più genuino e interessato.
    Comunque grazie per l'”in bocca al lupo” e spero possa provarle anche tu al più presto.

    PS anche io ho notato una certa somiglianza con il logo =D

  3. A volte anche presentarsi con delle novità è una buona scelta di marketing, poi conosco alex e anche Marco e sono convinto della riuscita del loro progetto. Anzi..un pò li invidio pure!!Faccio davvero tanti auguri sinceri e non vedo l’ ora di assaggiare le birre, poi per me che apprezzo molto le birre di steve non poteva esserci collaborazione migliore.
    Agli esteti poi l’ ardua sentenza..io bevo e dopo dormo..

  4. ad Alex e Marco ci dovete solo comunicare quando aprite per il resto lo avete già dimostrato al 4:20 di cosa siete capaci……………tenete lontano le invidie e alimentate il blog…….ciao

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