A distanza di un paio di mesi dall’ultimo aggiornamento, torniamo a occuparci di nuovi marchi birrari, scoprendo tre nuove realtà che di recente sono apparse sul mercato. Proprio l’ultimo articolo a tema dovrebbe tranquillizzarci sul fatto che, nonostante sia passato il momento dei fuochi d’artificio e stiamo vivendo una fase di stallo, c’è ancora spazio per progetti interessanti e validi, capaci di portare una ventata di novità in un ambiente che troppo spesso si chiude in sé stesso. In un senso o nell’altro anche i marchi che presentiamo oggi hanno qualcosa di peculiare da raccontare, sebbene si presentino con caratteristiche molto differenti tra loro. Il tempo ci dirà se la loro avventura sarà un successo o meno, intanto è un piacere dare il benvenuto a tre nuovi progetti brassicoli italiani.
Bandiga
Il birrificio Bandiga è uno di quei progetti che già dal debutto restituiscono buone sensazioni. Sembra infatti essere partito con basi piuttosto solide, supportate da una comunicazione e un’identità visiva decisamente curate. L’azienda ha sede a Campogalliano, in provincia di Modena, e i soci fondatori sono quattro amici con esperienze di homebrewing e degustazione alle spalle: Tommaso Mainardi, Raffaele Caccamo, Davide Fontana e Nicola Gaeta. Sin dalla sua apertura Bandiga può annoverare una tap room da 30 metri quadri, dove gustare le birre della casa con vista sull’impianto produttivo, che al momento ha una capacità di 700 hl annui.
Le birre al momento sono sei, tutte confezionate in lattina da 44 cl – un formato che in Italia ha avuto successo per qualche anno, prima di essere sostituito quasi ovunque dal 33 cl. Le creazioni di Bandiga sono battezzate col nome dello stile di riferimento: IPA (6,5%) è un omaggio alle luppolate americane con aromi di agrumi e frutta tropicale; Bock (6,5%) ricalca il forte stile tedesco, ma in chiave moderna grazie a una maggiore secchezza; Keller (4,8%) è prodotta sulla falsariga delle tradizionali birre della Franconia; Session Tripel (5,8%) è una Belgian Blond dal nome provocatorio, ma alquanto centrato; Italian Pils (5%) è l’interpretazione del birrificio della variazione sul tema Pils, brassata con malti d’orzo italiano e luppoli tedeschi; Session IPA (4,5%), infine, è una “piccola bomba” luppolata con varietà americane e neozelandesi. Maggiori informazioni su Bandiga sono disponibili sul relativo sito web e su Instagram.
Due Fusti
A Roma da qualche mese è attivo un nuovo birrificio, battezzato Due Fusti. È un produttore molto particolare, perché nasce dall’esperienza di una comunità religiosa: i frati del Terzo ordine regolare (TOR) di San Francesco, provenienti dalla Basilica parrocchiale di Santa Maria della Salute, nel quartiere Primavalle. Il birrificio invece ha sede in zona Montespaccato e gode di spazi relativamente ampi, nonché di una piccola tap room con cucina. Il birraio è Padre Daniele, appassionato di homebrewing e ora responsabile di produzione nel tempo libero dalle attività del sacerdozio. Il nome e il logo richiamano l’incontro tra tradizione e modernità : i due fusti sono rispettivamente l’anfora in argilla e il contenitore in PET, che quasi si fondono nella filosofia produttiva del marchio.
Attualmente la gamma del birrificio si compone di quattro birre. Speranza Special (6,3%) è una IPA di stampo moderno, in cui le note agrumate dei luppoli sono accompagnate da sfumature floreali ed erbacee e sostenute dalla leggera dolcezza dei malti. Querce di Mamre (5,2%) è una Keller ambrata che punta all’equilibrio e alla facilità di bevuta, senza rinunciare a mostrare un carattere peculiare e fragrante. Thor (4,9%) è una Porter asciutta e scorrevole, con toni di caffè e cioccolato a dominare il bouquet. Infine State Buoni Se Potete (7,7%) è una Belgian Golden Strong Ale ricca e avvolgente, ma anche molto beverina. Per saperne di più potete dare un’occhiata al sito di Due Fusti.
Lab25
Dopo due birrifici occupiamo di una beer firm, aperta a Crema (CR) sul finire del 2023 da quattro amici con un passato da homebrewer. Il nome è Lab25 e richiama il laboratorio situato in via XXV Aprile, dove vengono sperimentate le ricette. La beer firm vanta già un’identità molto ben definita: vuole proporsi come marchio “istruttivo”, cioè di approccio immediato, con birre facili da bere e prive di eccessi. Di conseguenza la grafica segue uno stile molto minimale, tecnico e scientifico, efficace per fornire informazioni chiare ai consumatori e ai rivenditori. A livello comunicativo gli interlocutori prioritari sono gestori di locali, gastronomie e ristoranti, con l’idea di legare i prodotti alle tavole dei consumatori per far capire che una birra si può accompagnare anche con un buon piatto.
Attualmente la gamma di Lab25 è costituita da tre birre, tutte battezzate con lo stile di riferimento. German Pils (4,8%) è realizzata con luppoli Hallertau Mittelfruh e presenta aromi di pane bianco ed erba sfalciata, con una sfumatura balsamica che ricorda la menta. Session IPA (3,8%) è invece una luppolata leggera con note di ananas, frutto della passione e agrumi, scorrevole e amara. Best Bitter (4,3%), infine, si contraddistingue per profumi erbacei, terrosi e di caramello e risulta equilibrata e molto facile da bere. A queste tre prime birre se ne aggiungeranno altre due a breve (una Blanche e una Schwarz). Maggiori informazioni su Lab25 sono disponibili sulla rispettiva pagina Instagram.