La birra artigianale è davvero in calo come molti dicono? Che non sia più una moda ormai è pacifico, ma questo non impedisce che siano sempre tanti i neonati progetti brassicoli che si affacciano nel mercato italiano. Oggi ne presentiamo altri quattro, tutti molto interessanti, divisi equamente in birrifici e beer firm. Come accennato in passato, quest’ultima soluzione imprenditoriale sta tornando in auge, probabilmente a causa del periodo che stiamo vivendo – minore propensione ai grandi investimenti, costi più elevati per prestiti e mutui, maggiore cautela nello spendere. Le nuove realtà che raccontiamo più sotto sono guidate da una spiccata passione, che per fortuna è un’ingrediente che non manca mai nel nostro mondo.
Hype Brewing
Partiamo da un progetto non proprio recentissimo, ma che in passato avevamo dimenticato di raccontare su Cronache di Birra. Si chiama Hype Brewing ed è una beer firm di Padova nata dallo spirito di iniziativa di Nicolò, Thomas e Gianluca, che si sono uniti in questa avventura per proporre birre semplici, semplici da bere e facilmente identificabili. Il termine “hype” nel nome crea aspettative importanti, ma i tre ci tengono a precisare cosa significa:
Per noi Hype è ben più di un nome: è un modo di approcciare le cose. Identifica la nostra passione, la nostra voglia di scoprire qualcosa di nuovo. Di reiterare, di puntare all’equilibrio, così che l’aspettativa che trasmettiamo sia sempre giustificata.
La gamma è già piuttosto ampia: Chosen One (5,3%) è una Märzen di impostazione “moderna”; Magic (5%) è una Blanche in tipico stile belga, ma con l’aggiunta di camomilla alla tipica speziatura con coriandolo e scorze di agrumi (bergamotto in questo caso); Mamba (5,8%) è una Pacific IPA con luppoli Citra, Wakatu e Loral; Flash (4,6%) una croccante Italian Pilsner; Rafiki (4,5%) una Irish Stout realizzata in collaborazione con Atoms Brewing; Gold Rush (6,2%) una DDH IPA con un complesso mix di luppoli (Chinook, Cascade, Simcoe, Mosaic e Citra, anche in formato Cryo); Answer (4,7%) una Keller di stampo francone; Hillside (4,2%) una Session IPA con luppoli Talus, Cascade e El Dorado; Innit (4,2%) una Bitter brassata in collaborazione con Qubeer e Strafess. Ottimo lo studio grafico e l’identità visiva del marchio, che potete ammirare direttamente sul sito web di Hype Brewing.
Halfbrewing
È stata annunciata lo scorso maggio la prima birra del neonato marchio Halfbrewing, la cui sede operativa si trova a Vicalvi (FR). Il birraio e fondatore è Francesco Agresti, che alle spalle ha non solo parecchi anni di homebrewing (ha iniziato nel 2015), ma anche un percorso professionale piuttosto articolato con la partecipazione a un corso per birrai tenuto dal compianto Lorenzo Bottoni, stage in realtà come Birra Amiata, Hammer e Toccalmatto e un periodo in produzione presso il Birrificio Pontino. Quindi l’idea di lanciare il proprio progetto imprenditoriale a inizio 2023.
L’impostazione di Halfbrewing è molto peculiare, perché Francesco ha deciso di produrre le sue prime tre birre tutte in stile Saison. La scelta non è casuale: la Ciociaria, zona in cui il birrificio sorge, è una terra da sempre dedita all’agricoltura e alla pastorizia, nella quale lo stile birrario storicamente legato alle fattorie trova perfetta collocazione. La prima birra è stata Luce (6,6%) una classica Saison brassata con malti e luppoli di origine belga, contraddistinta da note fenoliche e sfumature erbacee e floreali del luppolo. A stretto giro è arrivata Despina (6,1%), una Dark Saison realizzata con una percentuale di malti tostati e luppoli americani, prima dell’annuncio di Makoto (5,2%), una Saison più leggera e caratterizzata dall’impiego di varietà di luppolo di origine statunitense. Halfbrewing è un progetto interessante e sicuramente fuori dagli schemi, se ne volete sapere di più date un’occhiata al relativo sito web.
Cassiopea Beer Co.
A metà ottobre sono state presentate in circa 30 locali italiani le prime tre birre di Cassiopea Beer Co., nuovo marchio ispirato allo spazio e all’astronomia. Il birraio è Lorenzo Lo Sardo, che alle spalle ha uno stage presso il birrificio Rebel’s e due esperienze in produzione rispettivamente con South Soul e Bonavena. I nomi delle birre si ispirano a quelle di viaggi galattici, stelle e costellazioni, mentre le grafiche, decisamente curate, richiamano in maniera astratta e con un gusto retrò manifesti, colori e loghi delle grandi missioni spaziali del passato.
Sin dal suo esordio la gamma di Cassiopea Beer Co. mostra la volontà di spaziare tra stili antichi e moderni e diverse culture brassicole. Andromeda (3,8%) è una Bitter dal basso tenore alcolico, con un amaro presente ma non invadente, luppolata sia con varietà convenzionali per la tipologia (EKG e Fuggle), sia con cultivar americane (Cascade). Aldebaran (5%) è invece cuna Keller Pils ispirata alle birre della Franconia, brassata con un ceppo di lievito locale isolato e ripropagato da un fustino di un birrificio nei pressi di Bamberga. Alpha Centauri (6,7%) è infine una Hazy IPA di nuova impostazione, dunque velata ma con un corpo snello per facilitare la bevuta e nascondere la gradazione alcolica. La prima luppolatura a caldo (in hop stand) è stata eseguita con una buona dose di Cryo Pop, a freddo invece sono stati eseguiti due dry hopping di Citra, Ekuanot e Cryo Pop.
Birra della Torre
Concludiamo con un’altra beer firm, battezzata Birra della Torre e fondata lo scorso giugno a Nerviano, in provincia di Milano. La sua nascita ha rappresentato per i due titolari, Luca e Davide, la realizzazione di un sogno cullato sin dal 2012, quando cominciarono la propria attività di homebrewing. La torre a cui il nome si riferisce è l’edificio simbolo di Nerviano, inaugurato il 12 novembre del 1933, che aveva il compito di mandare in pressione l’acqua del neonato acquedotto. L’acqua di falda, pescata dai due pozzi alla base della costruzione, veniva spinta da tre pompe centrifughe nel serbatoio da duecento metri cubi posto a trentacinque metri d’altezza. Un omaggio dunque alla città natale del progetto, ma anche un riferimento numerico ai quattro ingredienti base della birra.
Attualmente le birre in gamma sono tre: The King (6%) è una Blond Ale, leggera e rinfrescante, che il birrificio propone come prodotto entry level; The Knight (6,5%) è invece un’American IPA molto aromatica, con intense note erbacee, floreali, tropicali e agrumate; The Queen (5,5%), infine, è un’American Amber Ale che gioca sull’equilibrio tra la dolcezza dei malti e l’amaro dei luppoli. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web di Birra della Torre.