Oggi si celebra l’International Stout Day, la giornata dedicata alle birre scure per eccellenza. L’iniziativa fu ideata nel 2011 da Erin Peters, conosciuta sui social come The Beer Goddess, e ogni anno riunisce operatori del settore e appassionati per omaggiare lo stile “nero” per antonomasia, che sta sperimentando un rinnovato interesse dopo anni in cui era diventato difficile intercettarlo alle spine dei pub. Per l’occasione abbiamo stilato un elenco di otto birre italiane da provare, rientranti tanto nella tipologia delle Stout quanto in quella, praticamente sovrapponibile, delle Porter. Per individuarle ci siamo affidati a un criterio oggettivo, limitando la scelta a quei prodotti che hanno vinto un oro nelle ultime edizioni dei maggiori concorsi birrari europei: Birra dell’Anno, European Beer Star, Brussels Beer Challenge e Barcelona Beer Challenge.
Porter – Birra Puddu
Partiamo da una delle birre italiane più premiate di sempre: oro (2022), argento (2025) e bronzo (2023) allo European Beer Star, oro (2023), argento (2022) e bronzo (2024) al Brussels Beer Challenge, due ori (2024 e 2025) al Barcelona Beer Challenge, bronzo a Birra dell’anno 2025. Parliamo della Porter (6%) del sardo Birra Puddu (sito web), una birra dal profilo morbido e avvolgente, dominata da aromi di cioccolato al latte e nocciola, con un finale leggermente torrefatto. Un esempio perfetto di equilibrio e bevibilità, che valorizza la semplicità dello stile con una pulizia impeccabile.
Rye Stout – La Collina
La Rye Stout (5,5%) del birrificio La Collina (sito web) è riuscita nella straordinaria impresa di aggiudicarsi le ultime due edizioni del Trofeo Cronache di Birra, il premio del Brussels Beer Challenge dedicato alla miglior birra italiana del concorso (purché non ce ne sia un’altra vincitrice del premio assoluto). A questo doppio riconoscimento, inoltre, si aggiunge l’argento a Birra dell’anno 2025. Il nome Rye Stout rivela subito l’elemento distintivo di questa birra, ossia l’impiego della segale che, oltre a una consistenza più setosa, aggiunge una sfumatura speziata che ben si intreccia con le note torrefatte del malto. È una birra elegante e pulita, di grande equilibrio tra corpo, amaro e tostato — una Stout classica nell’anima, ma con una personalità rustica e distintiva.
Sex Porter – Birra 100Venti
La Sex Porter (5%) di Birra 100Venti (sito web) si è aggiudicata l’oro nella difficile categoria dell’ultimo Birra dell’anno dedicata a Stout e Porter. Il successo, accompagnato da due bronzi nelle ultime due edizione dello European Beer Star, conferma l’ottima predisposizione del birrificio piemontese per gli stili della tradizione britannica. La Sex Porter è una Porter moderna, morbida e cremosa, che bilancia perfettamente le sensazioni di cioccolato e caffè con un tocco leggero di liquirizia. Una birra che non cede mai alla dolcezza, ma conserva una fine secchezza che invita al sorso successivo: sensuale quanto il suo nome.
Porcini Imperial Stout – Carrobiolo
Aggiungere funghi in una Stout può apparire una scelta ardita, se non addirittura respingente. Invece basta assaggia la Porcini Imperial Stout (10%) del birrificio Carrobiolo (sito web) per rendersi conto che a volte le idee più strampalate posso condurre a grandi risultati. Non è dunque un caso che proprio questa birra si sia aggiudicata l’oro nella categoria 45 dell’ultima edizione di Birra dell’anno, quella dedicata a birre di ispirazione libera e assolutamente fuori dagli schemi. La Porcini Imperial Stout sorprende per la sua armonia: note terrose, cioccolato fondente e una lieve sapidità che amplifica la sensazione umami. Una creazione ai limiti della follia, ma perfettamente centrata.
Black Eyes – Styles
Per un birrificio italiano non è mai facile interpretare in maniera corretta lo stile delle American Stout/Porter, dunque particolarmente interessante è l’oro conquistato dalla Black Eyes (5,6%) del birrificio marchigiano Styles (sito web) all’ultima edizione di Birra dell’anno. In questa birra le note torrefatte tipiche delle Stout si uniscono a un profilo luppolato deciso, con sfumature agrumate e resinose tipiche delle varietà americane. Il risultato è una birra intensa, ma vivace e bilanciata, dove il contrasto tra tostato e amaro dà ritmo e profondità. Una Stout dal carattere deciso, perfetta per chi cerca potenza e aromaticità.
Mata Leao – Delta Esse Brewery
Tra le sorprese dell’ultima edizione di Birra dell’anno possiamo menzionare il birrificio Delta Esse (pagina Facebbok) di Andria (BT), realtà relativamente giovane e poco conosciuta, che è riuscita ad aggiudicarsi l’oro nella categoria Imperial Stout e Baltic Porter con la sua Mata Leao (7,7%). Si tratta di un’Imperial Porter caratterizzata da una struttura importante e un’apprezzabile pulizia aromatica, con note di cacao, frutta secca e un tocco di caramello bruciato. In bocca spicca il corpo rotondo, sostenuto da una gradazione alcolica ben integrata.
Coffee Porter – Birrificio Rurale
La già citata Porter di Birra Puddu esiste anche in versione “caffettosa” e all’ultimo Birra dell’anno è stata protagonista di un appassionante testa a testa con la Coffee Porter (5,5%) del Birrificio Rurale (sito web). Alla fine ad avere la meglio è stata quest’ultima, aggiudicandosi un meritato oro nella categoria delle birre aromatizzate con caffè o cacao. La Coffee Porter di Rurale è realizzata con due varietà monorigine arabica (una indiana, l’altra brasiliana), che non solo rafforzano le note aromatiche dello stile di partenza (tostato, frutta a guscio, caramello, vaniglia, cacao), ma regalano anche nuove suggestioni, come una punta di tabacco e frutti rossi e agrumi.
Ox & Donkey – 50&50 + Zona Mosto
Nell’elenco c’è spazio anche per una birra collaborativa: la Ox & Donkey (10%), realizzata dai birrifici 50&50 (sito web) e Zona Mosto (sito web) nell’ambito delle creazioni celebrative per i dieci anni del produttore varesino. Si tratta di un’Imperial Stout in chiave “pastry”, prodotta con l’aggiunta di vaniglia e cacao. Qui la dolcezza è protagonista, ma sempre con misura: le maltodestrine sono bilanciate dall’amaro del cacao, così come la vaniglia offre un contrappunto ai malti scuri. È una birra da dessert, ma anche da meditazione, che mostra come lo stile “pastry” possa essere interpretato con eleganza e tecnica.













