Il ritorno alla piena attività dopo l’estate porta con sé un’ondata di novità brassicole, che conferma ancora una volta la vivacità del comparto italiano. Dalle produzioni più ricercate in botte alle interpretazioni moderne delle luppolate, passando per fermentazioni miste, nuove collaborazioni e birre stagionali, i birrifici della penisola continuano a proporre idee fresche e progetti stimolanti. Anche negli ultimi giorni non sono mancate uscite interessanti, che spaziano tra generi e approcci produttivi molto diversi: un segno tangibile della varietà e della creatività che caratterizzano il nostro panorama artigianale.
Brasseria della Fonte
Il mese di settembre si è aperto con molte novità per Brasseria della Fonte (sito web), compreso un set di quattro nuove barricate che sicuramente attrarranno i collezionisti del settore. Immortality (13,8%) è un Barleywine prodotto in double mash e invecchiato per 40 mesi in una singola botte di Bourbon di 12 anni. Eternity (13%) è un’Imperial Stout realizzata con un doppio ammostamento e maturata per 12 mesi in botti ex-Bourbon Weller, poi trasferita in caratello di Vinsanto secco per altri 5 mesi. Infinity (14%) è un Barleywine che ricorre anch’esso a un double mash, prima di una maturazione di 3 anni in botte ex-Bourbon Heaven Hill e un successivo trasferimento in caratello di Vinsanto per altri 5 mesi. Destiny (13%), infine, è un’Imperial Stout prodotta in double mash e maturata per 12 mesi in barrel ex-Bourbon Weller, poi trasferita in caratello di Vinsanto dolce per altri 5 mesi con infusione di baccelli di Vaniglia (Papua). Le birre sono acquistabili solo in blocco ed esclusivamente presso la tap room di Brasseria della Fonte.
Alder
Negli ultimi dieci giorni il birrificio Alder (sito web) ha annunciato due birre inedite. La prima si chiama Halve Hahn (5,6%) ed è una Extra Hoppy Ale nata dalla base di una Kölsch, ma con una struttura più complessa ed una luppolatura più in linea con una Pils. La ricetta prevede solo malto Pilsner, lievito tipico dello stile di Colonia e luppoli Northern Brewer, Spalter Select e Tettnang Tettnanger, oltre a coni di Hallertau Mittelfrüh in late hopping. L’altra novità è la Buffalo River (6,6%), definita Australian IPA perché luppolata esclusivamente con varietà australiane (Vic Secret e Galaxy). Il grist è composto da malti Pils e Cara, mentre la fermentazione è a opera di un lievito di origine anglosassone. Limpida, secca e amara, si contraddistingue per intense note tropicali (ananas, passion fruit, pesca), sfumature agrumate e un finale piney.
Ca’ del Brado
Interessante il percorso generativo della Bradamante (6,5%), ultima nata in casa Ca’ del Brado (sito web). La birra fu ideata addirittura nel 2015, un anno prima dell’apertura del birrificio, con l’intenzione di realizzare una Flanders Red Ale. Il progetto fu presto accantonato perché ritenuto all’epoca troppo ambizioso, finché otto anni fa un paio di barriques colme di una birra ambrata rivelarono i tipici tratti dello stile, solitamente difficili da ottenere: un acetico fresco e fruttato, ma privo di astringenze. Una specie di miracolo brassicolo, che i ragazzi di Ca’ del Brado hanno usato per blendare una birra “giovane”, maturata due anni. Dieci litri alla volta è stato trovato il giusto equilibrio tra i due batch: così è nata la Bradamante, un’acida tra il lattico e l’acetico, con un bouquet di ciliegia sotto spirito e delicatamente calda in gola. Non lasciatevela sfuggire se siete amanti delle antiche birre delle Fiandre.
Ritual Lab
Già diversi anni fa c’è chi aveva pronosticato per le Hazy IPA un vita piuttosto breve, scontrandosi però con una realtà ben diversa. Le luppolate opalescenti e succose continuano a godere di buona salute e continue nuove incarnazioni, come dimostra la nuova creazione del birrificio Ritual Lab (sito web). Si chiama Ipa Colada (6,5%) e gioca sull’incontro tra frutta e luppolo: da una parte il cocco, aggiunto in grandi quantità, dall’altra la potenza tropicale dell’Idaho 7. Il risultato è una luppolata morbida e juicy, quasi al confine con un succo di frutta tropicale, facile da bere, fresca, intensa e relativamente poco amara. È stata presentata il 30 agosto presso il nuovo locale romano di Ritual Lab in zona Montesacro.
Birrificio Rurale + Muttnik
Chiudiamo con due collaborazioni tutte italiane. La prima è quella tra il Birrificio Rurale (sito web) e Muttnik (sito web), che hanno unito le forze per creare una birra in linea con il periodo. Battezzata Festplatz (5,7%) è infatti una Festbier nata per celebrare la ricorrenza dell’Oktoberfest: una bassa fermentazione morbida e molto scorrevole, adatta ai momenti di festa. Ai birrai Lorenzo Guarino (Rurale) e Lorenzo Beghelli (Muttnik) si è aggiunto anche Ares, storico birraio di Rurale tornato in sala cotte proprio per l’occasione. La Festplatz è disponibile dalla scorsa settimana sia alla spina che in lattina.
Antikorpo + Nama Brewing
La seconda collaborazione italiana è tra il friulano Antikorpo Brewing (sito web) e il lombardo Nama Brewing (sito web). La birra si chiama Behemhop (6,8%) ed è una West Coast IPA “vecchio stampo”, in cui la potenza dei luppoli americani è sostenuta da una base di malti piuttosto strutturata. Il ventaglio aromatico è dapprima caratterizzato da note resinose e dank, subito accompagnate da una sottile vena agrumata (cedro e lime) che, dopo qualche secondo, vira verso sentori tropicali (papaya e kiwi maturo) fino a una punta di zenzero. I malti fanno capolino con un misurato ricordo di fetta biscottata, fornendo al palato un corpo di media rotondità comunque alleggerito da una carbonazione vivace, utile anche per esaltare i toni aromatici. Chiude con un amaro deciso ma mai rude.











