Quella che state leggendo è l’ultima carrellata della stagione sulle nuove birre italiane, perché con l’inizio di agosto gli aggiornamenti di Cronache di Birra saranno momentaneamente sospesi. Oggi dunque segnaliamo solo alcune delle tantissime novità dei birrifici italiani, che continueranno a sfornare produzioni inedite anche nelle prossime settimane. Per una visione completa vi ricordiamo sempre di fare riferimento al nostro portale Whatabeer, dove trovate le schede di tutte le birre che raccontiamo settimanalmente su queste pagine, oltre a tante altre che non riusciamo a citare per ovvi motivi. Le consuete panoramiche riprenderanno regolarmente a settembre, nel frattempo vi invitiamo a provare queste e altre novità.
Wild Raccoon
Cominciamo da un’anticipazione, che vi attenderà al ritorno dalle vacanze. In autunno comincerà sulla nostra piattaforma Formazione Birra un nuovo format, che sarà uno spin-off dell’apprezzatissima serie Italia a sorsi. Ci concentreremo sui birrifici giovani o emergenti, partendo dal quotatissimo Wild Raccoon (sito web). Nei prossimi giorni entreremo nei dettagli, ma nel frattempo accogliamo altre tre novità del produttore friulano. La prima si chiama Not a Loser (6%) ed è una Hazy IPA dall’anima decisamente “pacifica”, poiché luppolata con Nelson Sauvin, Waimea e Galaxy, che conferiscono note di papaya, uva spina, litchi e uva bianca matura. La seconda è la Black Phillip (6,6%), che a dispetto del nome è solo ambrata: si tratta di una classica Bock, intensa e piena. La terza, appena annunciata, è la The Order of Ni! (3,9%), una Golden Ale in stile britannico, beverina e bilanciata, con note maltate e un accenno di fiori e tabacco.
Alder
Come preventivato, quest’anno il birrificio Alder (sito web) ha ridotto il numero di novità assolute, ma in proporzione sono aumentate le collaborazioni internazionali. L’ultima è quella con il birrificio danese Bad Seed (sito web), insieme al quale è stata realizzata la nuova Gnarly (5,3%). Siamo al cospetto di una West Coast Pils, definizione sempre più diffusa per indicare Pils molto secche ideate in chiave americana, con l’impiego di luppoli moderni (non necessariamente statunitensi) anche in dry hopping. In questo caso la ricetta prevede il ricorso a Spalter Select, Citra e Riwaka durante la bollitura; a Krush, Mosaic e ancora Citra nella fase a freddo. Aspettiamoci una birra dal colore dorato leggero, limpida, secca, con un amaro ben bilanciato e una luppolatura dal carattere agrumato intenso (mandarino e arancia dolce) accompagnato da sfumature di frutta gialla e spezie.
Ca’ del Brado
Negli ultimi tempi il birrificio Ca’ del Brado (sito web) pare essersi riposizionato in maniera vincente con la linea The Wildest Can, serie di acide “gentili” con cui il produttore emiliano ha proposto un’alternativa intelligente in un momento storico in cui le classiche sour sembrano in affanno. A riprova della bontà dell’operazione, a metà luglio Ca’ del Brado ha annunciato quattro nuove birre rientranti in questa gamma speciale. The Wildest Leaves (4,5%) è speziata con foglie di ribes nero, lampone e mirtillo; The Wildest Roots (4,5%) prevede l’aggiunta di radici di tarassaco, rafano e artiglio del diavolo; The Wildest Flowers (4,5%) è prodotta con fiori di acacia, magnolia e malva; The Wildest Berries (4,5%), infine, è brassata con bacche di aronia, mirto e alloro. Aromatizzazioni non convenzionali, quindi, per quattro birre sicuramente interessanti.
Baladin
Negli scorsi giorni si è tenuta la festa di compleanno del birrificio Baladin (sito web) e, come da tradizione, è stata presentata una nuova versione della Open, realizzata quest’anno insieme a Simone Pennesi, campione uscente del Campionato italiano di homebrewing indetto da MoBI. La Open 2025 (4%) è una Best Bitter sui generis (ha una luppolatura che rimanda agli Stati Uniti), brassata con soli ingredienti italiani. Di colore ramato, si contraddistingue per i profumi agrumati e resinosi del luppolo, che ben si fondono con il contributo dei malti. In bocca la carbonazione è bassa, come da copione, mentre la corsa risulta agile con un buon amaro finale. La Open 2025 sarà disponibile fino all’estate del prossimo anno (salvo esaurimento scorte) solo in fusto e in (pochissime) lattine.
Golden Pot
A inizio luglio il Golden Pot (sito web) di Tivoli ha organizzato Americans, un evento dedicato totalmente alla birra in lattina e nato quasi dieci anni fa, quando questo contenitore non era ancora così diffuso, almeno tra i birrifici italiani. Per l’occasione il brewpub ha lanciato la sua Americans vol. 8 (4,5%), ispirata alle Mexican Lager in omaggio al tema scelto quest’anno per l’evento. La ricetta prevede un 20% di fiocchi di mais a integrazione del malto d’orzo (varietà Pils) e una buona dose di luppoli continentali, con propensione verso l’agrumato. A esaltare questo aspetto c’è l’impiego di scorze di lime, aggiunte a fine bollitura per non disperdere il loro contributo aromatico. Potete assaggiare la birra direttamente al Golden Pot, dove, se volete, viene servita con crust di sale e lime.
Karma
A proposito di nuove birre prodotte per eventi, anche il birrificio Karma (sito web) ha deciso di lanciare una produzione inedita in occasione del suo festival Kult, tenutosi a metà luglio. La birra ovviamente si chiama Kult 25 (4%) ed è una Session IPA con doppio dry hopping (luppoli Azacca e Simcoe), in cui si è cercato di lavorare molto sulla biotrasformazione – cioè l’interazione tra lievito e i composti aromatici del luppolo – ricorrendo a un prodotto ad hoc di Lallemand, basato su enzimi β‑glucosidasi. Il risultato è una IPA di stampo moderno facile da bere ma dal profilo piuttosto intenso, in cui sono stati superati i classici limiti delle luppolate rifermentate.











