Collaborazioni, ricorrenze e uno sguardo sempre più attento alle basse gradazioni: le novità brassicole delle ultime settimane sembrano convergere verso produzioni che privilegiano la bevibilità e l’immediatezza, senza sacrificare personalità o ricerca stilistica. In molti casi si tratta di progetti a più mani, che testimoniano una vivacità relazionale tra birrifici italiani e internazionali, mentre in altri casi l’occasione è quella di una celebrazione o di un’uscita stagionale. A unire molte di queste novità è l’attenzione per i luppoli – spesso di nuova generazione – e per un equilibrio aromatico che inviti al sorso, anche con pochi gradi alcolici. Insomma tanti, tantissimi contenuti nella panoramica odierna sulle nuove birre italiane.
Mudita e Chianti Brew Fighters
Le birre sotto i 4 gradi continuano a imperversare tra i birrifici italiani, come dimostra la recente collaborazione tra i toscani Mudita (sito web) e Chianti Brew Fighters (sito web). La Magari (2,8%) è infatti una Micro IPA pensata per accompagnare l’estate con leggerezza, ma senza rinunciare al carattere. Il profilo aromatico è decisamente intenso grazie a l’impiego di luppoli Nectaron e Citra (quest’ultimo in versione Hyperboost), mentre per evitare un corpo troppo sfuggente sono state aggiunte maltodestrine. La birra sarà disponibile ufficialmente a partire da venerdì 23 maggio, ma ha fatto la sua uscita in anteprima lo scorso weekend in occasione del secondo compleanno di Mudita.
Quella con Mudita non è l’unica collaboration brew che Chianti Brew Fighters ha realizzato negli ultimi tempi. Proprio ieri è stata annunciata la Peel Good (5%), una Berliner Weisse molto particolare messa a punto insieme la birrificio ucraino Varvar (sito web) di Kiev. La ricetta è interessante, perché prevede un’aromatizzazione non convenzionale con il ricorso ad arancia e rosmarino. Al naso si contraddistingue per note agrumate brillanti, mentre al palato spiccano una dolce asprezza e un tocco erbaceo mediterraneo. Una birra solare, dissetante e dall’identità ben definita, con cui il birrificio Varvar ha voluto celebrare il suo decimo anniversario.
Opperbacco
Per chi non lo sapesse, il downhill è una spettacolare disciplina ciclistica che si svolge completamente in discesa su terreni ripidi e sconnessi, spesso caratterizzati da salti, pietraie e altri ostacoli. Il campione italiano in carica si chiama Davide Palazzari e quest’anno gareggerà con un casco che riprende la grafica di una recente novità di Opperbacco (sito web). La birra si chiama Deddy (4,8%) ed è una Session IPA ispirata all’energia e alla vitalità del downhill, con una decisa luppolatura ottenuta grazie alle varietà Centennial, Cascade, e Citra. C’è inoltre una piccola aggiunta di mandarini biologici durante la bollitura, che amplificano sia i toni agrumati, sia la freschezza generale della birra.
Radiocraft
Dopo i cambiamenti visivi degli ultimi tempi, il birrificio Radiocraft (sito web) si sta concentrando nella creazione di diverse birre collaborative, coinvolgendo spesso produttori stranieri. Non è da meno l’ultima nata, battezzata Hypnotized (6,7%) e brassata insieme al birrificio romeno Bereta Brewing (sito web) con il supporto di Barthhaas. Si tratta di una Hazy IPA massicciamente luppolata, tanto che la ricetta prevede l’aggiunta di 25 g/L di cultivar Peacharine, Riwaka ed Eclipse. È una birra morbida e ovviamente esplosiva, caratterizzata da intense note di passion fruit, pompelmo e frutta a nocciolo. La Hypnotized è stata presentata ufficialmente la scorsa settimana e ora è regolarmente disponibile.
Antikorpo + Garlatti Costa + Birrificio Campestre
Continuiamo con le collaborazioni, ma questa volta parliamo di una birra prodotta a sei mani. La Wai Pia (4,5%) è una New Zealand Pilsner (stile previsto dalle ultime linee guida del BJCP) realizzata dai birrifici friulani Antikorpo (sito web), Garlatti Costa (sito web) e Birrificio Campestre (sito web). Il nome è composto dalle prime lettere dei due luppoli neozelandesi utilizzati (presumibilmente Wai-iti e Waimea) e dal termine “Pia”, che significa “birra” in lingua Maori. Di colore giallo brillante, al naso ostenta note di mandarino, lime, frutta a pasta gialla (pesca, albicocca) e sfumature resinose e vinose. In bocca risulta scorrevole e morbida al tempo stesso, con una base maltata leggera e un lungo finale luppolato.
LZO
In questo 2025 il birrificio veneto LZO (sito web) si sta mostrando particolarmente attivo, con rilasci continui di birre inedite. La new entry si chiama Axolotl Riff (4,2%) ed è una Session IPA in chiave “hazy”, in cui la scorrevolezza della bevuta si abbina a un profilo aromatico molto incisivo. Il ricorso generoso al dry hopping esalta il contributo dei luppoli HBC 1019 e Bru-1, che conferiscono sentori tropicali di frutta esotica, oltre a un delicato tocco di ananas. Inutile sottolineare la facilità di bevuta, che la rende una scelta perfetta per giornate più calde di questo periodo dell’anno.
Renton
Concludiamo con una birra celebrativa, ossia quella che il birrificio Renton (sito web) ha voluto produrre in occasione del suo decimo anniversario di attività. Battezzata semplicemente 10 Anni (4,7%), è una DDH Pale Ale che unisce due delle principali caratteristiche della filosofia produttiva di Renton: il sapiente utilizzo del luppolo e la grande bevibilità di ogni creazione. La 10 Anni è valorizzata dal bilanciamento tra la base maltata di una Pale Ale tradizionale e l’intensa aromaticità di luppolature americane (Simcoe, Cascade e Amarillo) utilizzare in dry e dip hopping. Una birra che, in altre parole, riassume i primi dieci anni del birrificio marchigiano.