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Il birrificio artigianale Il Baldo Birraio, in provincia di...

Vendesi impianto completo con sala cotte da 250 litri

Vendesi impianto per produzione di birra completo per passaggio...

Mastro birraio senior con lunga esperienza cerca un impiego in un birrificio italiano

Sono Alexandru Moisa, Chimico-Mastro Birraio Senior e consulente con...

Le migliori birre artigianali del 2024 (secondo noi)

Con oggi si conclude l’attività redazionale di Cronache di Birra per il 2024 e, come di consueto, l’ultimo articolo dell’anno è dedicato alle migliori bevute dei passati dodici mesi. Il format è quello ormai consolidato: abbiamo chiesto ai nostri collaboratori di indicare le loro cinque migliori birre del 2024, elencandole in maniera casuale a eccezione della prima, considerata migliore in assoluto e accompagnata da una breve descrizione. Come sempre nella scelta ha pesato il contesto della bevuta, quindi non solo le sensazioni gustative ma anche il trasporto emotivo del momento. Quest’anno però abbiamo aggiunto un’importante novità: abbiamo invitato a partecipare anche gli utenti più fedeli di Formazione Birra, la nostra piattaforma didattica, chiedendo loro di esprimersi sulle tante birre assaggiate durante gli appuntamenti di Italia a sorsi. Dai punteggi ottenuti abbiamo stilato un elenco di ulteriori cinque birre, con una top assoluta. Non ci resta che augurarvi un sereno 2025, pieno di grandi soddisfazioni.

Andrea Turco

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  1. 13 MonarchieLoď Pivovar (Repubblica Ceca)

Una splendida Tmavé in un birrificio costruito su uno dei barconi ormeggiati sulla Moldova, a Praga. In altre parole l’antipasto di uno straordinario viaggio stampa per le bellezze birrarie e naturalistiche della Boemia, con partenza dalla capitale ceca e tre-quattro mete brassicole ogni giorno. Nell’anno in cui in Italia i classici stili cechi hanno trovato finalmente la dignità che meritavano, un viaggio del genere è caduto a pennello. Difficile da dimenticare per la qualità delle bevute e il fascino delle varie tappe.

Alessandra Agrestini

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  1. VollbierBrauerei Lindenbräu (Germania)

Premio convivialità, da bere sul posto, assieme agli Amici, mentre una signora del luogo lavora a maglia.

Francesco Antonelli

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  1. Sussex BestHarvey’s (Regno Unito)

Erano anni che desideravo andare a bere un paio di pinte alla John’n Harvey’s Tavern, taproom dello storico birrificio inglese del Sussex, nella cittadina di Lewes. Durante la mia visita a Londra, all’inizio di luglio, sono riuscito finalmente a fare questa piccola deviazione prima di andare in aeroporto a Gatwick. Atmosfera unica, fish & chips ottimo e Sussex Best spillata dal cask (la Old Ale Low Alcohol nella foto è un portacandela). Cosa volere di più?

Andrea Bedini

  1. 13 Volte ForteBirrificio del Forte (Italia) + Hilltop (Italia)

Mild creata in occasione del tredicesimo compleanno del birrificio, in collaborazione con Hilltop Brewery. Tanta eleganza e inaspettati sentori di amarena, caffè e carruba, racchiusi in solo 2,9% abv. Solo fusti. Alla spina all’Open Baladin Torino.

Salvatore Cosenza

  1. Flaming StonesBirrificio Agricolo Sorio (Italia)

Lo ammetto, non ho una buona memoria, pertanto stilare la lista delle migliori birre assaggiate durante un intero anno è per me sempre uno sforzo non da poco. Per fortuna ho l’abitudine di immortalare sistematicamente le bevute che reputo siano da ricordare. E così scorrendo la galleria dello smartphone, ho ritrovato due foto della stessa birra, scattate a distanza di mesi. Questo vuol dire due cose: che nonostante le mie dimenticanze mantengo un’involontaria coerenza gustativa e che, evidentemente, la Flaming Stones del Birrificio Agricolo Sorio mi è piaciuta parecchio. Si tratta di una cosiddetta Steinbier, termine con cui non si indica uno stile definito, ma piuttosto un antico metodo di produzione che prevedeva l’immersione di pietre roventi nel mosto. Nello specifico quella dei ragazzi di Gambellara è una bassa fermentazione ambrata, con una piacevole componente caramellata e sentori leggeri di tostato.

Alessandra Di Dio

  1. Neon WerewolvesCrushed by Giants (USA)

Non poteva essere altrimenti, la migliore bevuta di quest’anno è una birra legata al ricordo di un viaggio a Chicago, per lavoro. Avevo passato tutta la giornata in fiera, a essere sorridente, professionale, sul pezzo, con il tuttobenegrazieetu sempre pronto, e arrivata alle 20,00 non ne potevo più. Mi dovevano tutti smollare. Così ho abbandonato i colleghi e sono fuggita al birrificio Crushed by Giants. Paninazzo e Hazy Ipa mi hanno rimessa in pace.

Fabio Marrale

  1. TulumAltotevere (Italia) + Busa dei Briganti (Italia)

È stata una delle birre provate durante una delle serate di Italia a Sorsi. Mi piacciono le NEIPA ma spesso tendono ad avere una bassa bevibilità, di questa ne avrei bevuto più pinte. Ho apprezzato anche l’idea di usare la polpa di cacao, che è la parte meno nobile del frutto ma che qui probabilmente fornisce un bel contributo al corpo setoso della birra.

Roberto Muzi

  1. Trick or TreatBirra dell’Eremo (Italia)

Sono sempre poco avvezzo a scegliere “birre giocattolo”, categoria nella quale possiamo certamente annoverare la maggior parte delle Pastry Stout. Ma devo ammettere che l’assaggio di questa splendida signora in abito scuro, pensata e realizzata da Birra dell’Eremo, ha fin dal primo assaggio esercitato su di me un fascino magnetico, come una donna bella, sfacciata e con un fare insopportabilmente irresistibile. Parliamo di una Imperial Stout da ben 12.2% in abv che riesce a tenere in un equilibrio compiuto la potenza, la generosità dei malti scuri e l’aromatizzazione con vaniglia del Madagascar e marshmallow. Geniale. In questo lungo 2024, il suo ricordo mi porterà sempre alla mente la splendida e allegra mattinata (sì, mattinata, avete letto bene…) trascorsa da Faro a fare prove di abbinamento con la loro eccellente pasticceria dolce e salata.

Pierluigi Nacci

  1. Electric Roads (batch 1)Private Press Brewing (USA)

Blend di 3 differenti Barley Wine di stampo inglese, invecchiati un anno ciascuno in botti di 3 differenti bourbon per poi tutti confluire in una botte di Bakers per un ulteriore anno di invecchiamento. Il risultato è un caleidoscopio che si staglia fra sciroppo d’acero, melassa, vaniglia, mandorla e albicocca disidratata, senza rinunciare ad un tenore alcolico molto ben contenuto, ad un corpo ampio, una generosa persistenza e ad un finale leggermente amaro che aiuta la bevuta.

Niccolò Querci

  1. Rings of Splendor (batch 3)Private Press Brewing (USA)

Bevuta al Wild Festival di Groningen. Private Press Brewing è un microbirrificio californiano con sede nella città di Santa Cruz che si focalizza esclusivamente sulla produzione di Imperial Stout e Barley Wine. Si tratta di un blend di 3 diverse Imperial Stout invecchiate in botti di differenti tipologie di Bourbon (Heaven Hill, Blantons, Basil Hayden e Woodford) senza l’aggiunta di adjuncts. La bevuta è calda e intensa con sentori di vaniglia, marshmallow, cocco affumicato e con un dolce finale caramellato. Sto imparando ad apprezzare le Imperial Stout americane e questa è stata una piacevolissima scoperta.

I fedelissimi di Formazione Birra

  1. Nature AlbicoccaOpperbacco (Italia)

La birre con albicocche della linea Nature di Opperbacco è stata la birra più votata tra i fedelissimi di Formazione Birra, considerando tutti i webinar di Italia a sorsi che si sono avvicendati nel corso dell’anno. La Nature Albicocca è stata considerata dai nostri corsisti un capolavoro inarrivabile tra le birre acide, grazie alla sua spiccata eleganza. Una creazione capace di esprimere integrazione degli aromi e cuspidi gustative perfettamente contenute, limate e liftate. Ha sorpreso il suo essere spontanea, ricca di argomentazioni gustative, senza prevaricare i confini dell’eccentricità, degli integralismi e degli eccessi. Il frutto è risultato caratterizzante e riconoscibile, pur lasciando sullo sfondo le altre componenti birrarie.

Ringraziamo per la partecipazione (e per la fedeltà) Marco Restani, Stefano Foglio, Francesca Materassi, Mauro Bonutti, Alessandro Angì, Alessandra Recchia, Sergio Favilli, Antonio Fiorentino e Savio del Bianco.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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