Cominciamo la settimana in maniera inconsueta con un aggiornamento sulle nuove birre italiane. Quelle che segnaliamo oggi sono solo una piccola parte delle novità annunciate di recente, che non riusciremo a coprire interamente neanche con l’articolo che uscirà nei prossimi giorni. Ricordate tuttavia che per una panoramica completa c’è il nostro portale Beer Zone, sempre più consultato. Chiusa la doverosa introduzione, cominciamo il nostro viaggio dalle due recenti new entry del birrificio Alder. La prima si chiama Manor Road (3,5%) ed è una Dark Mild super classica, realizzata con malti Mild, Crystal e Pale Chocolate e luppolata con l’inglese Fuggle. I feticisti della birra britannica sappiano che presso la taproom del birrificio la trovate servita a pompa nel tradizionalissimo mug. La seconda novità di Alder è invece la Gora (5%), una Pils brassata con malti tedeschi e luppoli sloveni, nello specifico le varietà Styrian Golding e Aurora. Immancabile la lunga lagerizzazione da cui deriva una piacevole pulizia visiva e aromatica.
L’arrivo delle temperature più miti in congiunzione con l’interesse per le birre a basso contenuto alcolico favorirà la nascita di nuove birre “leggere”. Il molisano Kashmir, ad esempio, ha da poco annunciato la sua Restanza (3,7%), una Micro IPA ispirata più al mondo britannico che a quello americano. Quindi scordatevi un amaro netto e predominante, perché invece sono stati ricercati equilibrio e scorrevolezza. La ricetta prevede una luppolatura piuttosto articolata, con varietà Willamette, Cascade, Centennial e Citra (quest’ultima in formato Spectrum), e una base maltata composta da Maris Otter, Monaco e Crystal. Il nome è uno dei neologismi previsti dall’Accademia della Crusca nel corso del 2022, che significa:
Atteggiamento di chi, nonostante le difficoltà e sulla spinta del desiderio, resta nella propria terra d’origine, con intenti propositivi e iniziative di rinnovamento.
Una definizione che rispecchia esattamente la filosofia del birrificio Kashmir e di tante altre persone che si “ostinano” a rimanere in Molise.
A conferma di quanto previsto poco sopra, durante la passata Italy Beer Week il birrificio Via Priula (sito web) ha presentato la sua nuova birra analcolica, che va ad aggiungersi agli esempi artigianali comparsi negli ultimi mesi. La Low%Blonde ha in realtà un titolo alcolometrico pari a 0,5%, che è comunque più che sufficiente per essere definita “analcolica” secondo la legge italiana. La precisazione è doverosa perché ogni nazione considera un proprio margine di tolleranza in tal senso: basti pensare che nel Regno Unito il limite effettivo è 0,05%. Al momento non conosciamo dettagli tecnici sulla produzione della Low%Blonde, ma di sicuro è una birra non filtrata e non pastorizzata.
Brescia e Bergamo saranno Capitale della Cultura 2023 e per l’occasione è stata creata una birra speciale. L’idea è venuta al birrificio Porta Bruciata (sito web) in collaborazione con Simonmattia Riva del Beer Garage (sito web) di Bergamo e i ragazzi del locale Spine (sito web) di Brescia, che si sono uniti per dare vita alla Terraferma (5,9%). Lo stile di riferimento è quello delle Festbier tedesche e in termini di luppolatura prevede sia il classico Saaz, sia il Rottenburger, antica varietà riscoperta solo in tempi recenti. L’obiettivo è spiegare che la cultura può essere facile e alla portata di tutti se si sceglie il modo giusto per parlarne: perché non farlo dunque con una birra, la bevanda più socializzante e informale in assoluto? Il nome si riferisce ai Domini di Terraferma, cioè quei territori dell’entroterra padano-veneto della Repubblica di Venezia che prosperarono grazie all’insolita alleanza tra Brescia e Bergamo.
Il Birrificio L’Orso Verde – o Birra OV, come si chiama dopo il restyling di qualche tempo fa – è forse il produttore che ha subito le maggiori trasformazioni negli ultimi anni. Grazie al nuovo polo produttivo, inaugurato a fine 2022, ora l’azienda può lanciarsi in una serie di one shot che ha recentemente inaugurato annunciando la Deep Ink (5,1%). Si tratta di una Session IPA di stampo moderno, luppolata con Nelson Sauvin, Talus, Loral, Citra e Mosaic, in cui esplodono profumi di frutta tropicale (ananas, passion fruit, pompelmo rosa, papaya, guanabana e uva spina) accompagnati da delicati sentori floreali. In bocca risulta agile e dissetante, nonostante un corpo setoso e un finale morbido ottenuti anche grazie all’impiego di avena e maltodestrine. Deep Ink è disponibile in lattina e in fusto.
Poteva forse mancare una birra collaborativa nella nostra panoramica? Ovviamente no, anzi ne segnaliamo due, entrambe frutto della partnership tra Boia Brewing (sito web) e Eastside (sito web). Le nuove arrivate si chiamano Exsecutio #1 e #2 e sono le primogenite del nuovo programma di one shot del marchio ossolano, in cui saranno sperimentate ricette ancora più estreme del solito. La Exsecutio #1 (9%) è un’Imperial Stout che prevede l’aggiunta di dosi smodate di purea di banana e grue di cacao, oltre a un tocco di cannella; la Exsecutio #2 (9%) è invece aromatizzata con l’impiego di cioccolato e peperoncino habanero, che restituisce un’intrigante piccantezza. Le birre sono confezionate in lattine da 33 cl con l’immancabile grafica di Boia Brewing, ormai riconoscibilissima.
[…] diventare un fattore, con la presentazione della Botanic di Baladin e della Friend or Faux di Edit. Nelle scorse settimane si è poi aggiunta la Low%Blonde di Via Priula e ora l’ultima arrivata nel club: la Panacea (0,8%) dell’abruzzese La Casa di Cura […]