Nelle scorse settimane Cronache di Birra è rimasto in pausa, ma i birrifici italiani hanno continuato a sfornare novità con una certa costanza. Per ovvi motivi non possiamo riassumere tutte le ultime uscite, quindi nella panoramica odierna ci limiteremo a raccontare solo le creazioni più recenti e interessanti. Partiamo allora dal birrificio Ritual Lab (sito web), che a inizio agosto ha svelato la neonata della linea Ritual Barrel Aged Project: si chiama Italian Uncommon Ale (13,5%) ed è una Italian Grape Ale molto particolare. La base è quella di un potente Barley Wine, maturato per un anno in botti ex gin con l’aggiunta di uva passa proveniente dalla cantina dell’azienda. Il risultato è un prodotto fuori dagli schemi, che a tratti ricorda più un vino passito che una birra.
Prima di andare in vacanza il birrificio Liquida (sito web) ha invece annunciato la sua Voodoo Lady (5%), una DDH IPA che in parte segue la corrente delle birre hazy. L’aspetto è infatti piuttosto opalescente e il profilo aromatico orientato su toni di stampo tropicale (cocco, lime) grazie al contributo dei luppoli Cashmere, Sorachi Ace e Sabro, usati anche a freddo in diversi momenti. La base maltata è piuttosto “neutra” (varietà Pils e Pale) ed è integrata da una frazione di avena; interessante invece è la scelta in termini fermentativi, poiché è stato impiegato un blend di diversi lieviti inglesi. La Voodoo Lady gioca sull’equilibrio generale ed è valorizzata da un fresco finale amaro che invita subito a un altro assaggio.
In passato abbiamo spesso raccontato la crescente predilezione dei birrifici italiani (e non solo) per le basse fermentazioni. Difficile dire se questo fenomeno sia la risposta a una precisa domanda del mercato oppure il risultato di una moda passeggera, ma il birrificio War sembra avere le idee chiare. La sua nuovissima LMVDM (5,5%) è infatti l’acronimo di “La Marzen va di moda”, con chiaro riferimento al tradizionale stile tedesco delle feste di ottobre. Siamo dunque al cospetto di una Marzen che, conoscendo i ragazzi di War, presumibilmente è rivista in chiave moderna, senza però allontanarsi troppo dal modello di partenza. Per assaggiare la LMVDM bisognerà attendere ancora un po’, perché sarà presentata ufficialmente sabato 17 settembre in concomitanza con l’inizio dell’Oktoberfest.
Due sono le novità annunciate di recente dal mantovano Mister B. La prima si chiama Barbarie e nasce dalla partnership con il marchio Boia Brewing: non è una birra collaborativa come le altre, perché i due produttori hanno sviluppato ricette molto diverse tra loro. Così la Barbarie (8,4%) di Mister B è una Imperial Baltic Porter rotonda e impegnativa, che prevede l’aggiunta di tabacco, vaniglia e chips di rovere francese. La Barbarie (3,9%) di Boia Brewing invece è una Porter realizzata con caffè e lattosio: più semplice da bere, ma dal carattere altrettanto deciso. I birrifici consigliano addirittura di miscelarle per trovare il giusto punto incontro tra le due birre. La seconda novità di Mister B è invece il frutto della collaborazione con il birrificio Ballarak (sito web) e può essere considerata la declinazione brassicola della granita ai gelsi. La ricetta della Brrr (5,2%) prevede infatti l’aggiunta di more di gelso a una base “gently” sour, per una birra che ha nella forza dissetante la sua peculiarità. Mister B ha anche pubblicato un video tutorial in cui si spiega come creare la Brrranita, trasformando la birra in granita (e chiudere il cerchio).
Spostiamoci in provincia di Siena dove negli scorsi giorni il birrificio Chianti Brew Fighters (sito web) ha annunciato la sua ultima creazione. La Scintilla (5%) è definita una Styrian Golden Ale perché utilizza tre varietà di luppolo provenienti dalla Stiria: Styrian Wolf, Styrian Dragon e Styrian Fox. Il contributo aromatico dei luppoli (erba falciata, agrumi) è esaltato da una fermentazione neutra, ottenuta con un lievito poco caratterizzante così da non apportare eventuali interferenze. Un ruolo importante giocano anche i malti, percepibili dalle note di cereale che bilanciano la componente luppolata. Una birra apparentemente semplice, ma tutt’altro che anonima.
E concludiamo con la prima Pils del lucano Birrificio del Vulture, battezzata The Pilsonagg (4,8%). Il nome è un omaggio a The Personagg, celebre cantautore nato e cresciuto a Rionero in Vulture (stesso comune del birrificio) ma trapiantato a Roma. La birra, che in etichetta è definita una German Pils, ha ottenuto da subito un successo superiore alle aspettative, tanto che entrerà di forza tra le referenze fisse in fusto del Birrificio del Vulture. Dai primi riscontri la birra è apprezzata tanto dagli appassionati quanto dai neofiti, proponendosi quindi come perfetta gateway beer capace di avvicinare le persone al mondo della birra artigianale.
Ma quale Rione del Vulture! Il comune è quello di Rionero in Vulture, in provincia di Potenza in Basilicata, famoso per la produzione di Aglianico del Vulture, vino DOC tra i migliori rossi italiani in assoluto.
Rionero in Vulture, hai ragione! Siamo ancora con la testa in vacanza…