Svariare tra i classici stili brassicoli è una sfida che i birrifici italiani oggi accettano più frequentemente, anche per un rinnovato interesse verso le tradizioni europee. Così accade che anche un produttore con diversi anni sulle spalle come Jungle Juice annunci a stretto giro due “prime volte”, incarnate da altrettante tipologie tipiche di Belgio e Regno Unito. Partiamo allora dalla Bunny Face (5%), una Blanche piuttosto fedele al modello di riferimento: leggera e rinfrescante, si contraddistingue per una speziatura da manuale, ottenuta con coriandolo e scorza d’arancia. Inutile sottolineare che è perfetta per la stagione in corso. Si chiama invece Hammersmith Calling (4%) la prima Bitter di Jungle Juice: di colore ambrato scarico, presenta note di caramello e nocciola che si fondono a sfumature floreali ed erbacee dei luppoli e agrumate (pompelmo) del lievito. Entrambe le birre sono confezionate in lattine da 33 cl, nell’ormai onnipresente formato sleek.
Proprio ieri la cantina brassicola Ca’ del Brado (sito web) ha annunciato la sua seconda birra “pulita”, che si aggiunge alla Tevla presentata a metà giugno. La secondogenita di questa nuova corrente produttiva della società emiliana si chiama Sevna (4%) ed è un’American Wheat fragrante e dissetante. Con la sorella maggiore condivide lo stesso grist (malti Pale e Pils e frumento non maltato della filiera Grani Alti), ma ovviamente presenta una luppolatura diversa, realizzata con varietà Amarillo e Simcoe. In questa sua prima edizione è disponibile solo in fusto e prossimamente, oltre al formato bottiglia, uscirà anche lei con il lievito autoctono Bunny, già utilizzato proprio per la Tevla. Aspettiamoci una birra fresca e facile da bere, ma con un carattere deciso, vagamente rustico.
Per molti le Black IPA rappresentano un sottostile in via di estinzione, eppure tanti birrifici continuano a lanciarle sul mercato con risultati spesso incoraggianti. È il caso ad esempio dell’ultima creazione del birrificio La Villana (sito web) di Grantorto (PD), che di recente ha annunciato la sua Metallipa (5,8%). La base fermentescibile è costituita da 8 diverse varietà di malto, che supportano la bevuta e forniscono equilibrio senza risultare pesanti. Le sensazioni provenienti dai grani sono ovviamente di stampo “scuro”: cioccolato, liquirizia e pane tostato, con una resa piuttosto delicata. Il resto del palcoscenico infatti è occupato dal luppolo di origine americana, usato anche in dry hopping (per lo più Chinook) per un bouquet fresco e balsamico con note fruttate ed erbacee. La lattina è nera e l’etichetta grigio scuro: un abbinamento cromatico che ricorda quello di un album considerato una pietra miliare della musica Metal. Sapete dire quale? La risposta è semplice, ma non potevamo esimerci dal proporre questo giochino.
Passiamo a una variante di IPA totalmente diversa per introdurre l’ultima “bestemmia” del birrificio toscano Chianti Brew Fighters (sito web). La Bestemmia Pacifica (5,5%) è una IPA di stampo “pacifico”, caratterizzata cioè dal contributo aromatico di luppoli australiani e neozelandesi. Il profilo è donato da toni agrumati, ma soprattutto di frutta tropicale: le sensazioni richiamano la maracuja (cioè il passion fruit), la papaya e il jackfruit, ma anche l’uva fragola. La media struttura del corpo permette di sostenere la ricchezza aromatica, mentre il finale secco e amaro aiuta a ripulire il palato, preparandolo a un nuovo sorso. Ricordiamo che la linea “La Bestemmia” è dedicata alle birra di Chianti Brew Fighters confezionate in lattina.
In questa rassegna c’è spazio anche per una bassa fermentazione, che nasce da un progetto molto particolare. Un paio di mesi fa Marco Ligas del Birrificio Geco (sito web) ha creato una piccola community dedicata a birra e tecnologia, battezzata NFT Brew, con la quale gestire una sorta di birrificio virtuale tramite una DAO (Decentralized Autonomous Organization). In altre parole tramite questo strumento, che consiste in un’organizzazione regolamentata e coordinata attraverso la blockchain, i sottoscrittori potranno proporre e votare le birre da realizzare: stile da produrre, quantità, grafiche, fino all’eventuale utilizzo di una ricetta di un membro della community. L’idea è molto ambiziosa, così come step intermedio è stata creata una birra in maniera tradizionale, ma che in qualche modo strizzasse l’occhio al mondo blockchain. È così nata Alpha Girl (4,8%), una Pils moderna brassata con un doppio dry hopping di luppoli Saaz e Cascade, che si affida a un NFT per la sua etichetta. La scelta è ricaduta sulla collezione Alpha Girl Club e nello specifico sull’NFT numero 2680, di proprietà di Marco. Se volete approfondire il discorso, trovate tutte le informazioni sul sito della community.
E concludiamo con un salto a Milano per parlare di un’altra Blanche dopo quella di Jungle Juice. Il Birrificio Meneghino (sito web), infatti, ha da poco annunciato la sua Circonvalla (4,3%), che rientra nella gamma standard dell’azienda dopo una lunga serie di creazioni legate alle icone della città. La Circonvalla ripercorre i tratti classici delle Witbier del Belgio, aggiungendo però un piccolo tocco personale: la classica aromatizzazione con coriandolo e scorze d’arancia, infatti, è arricchita dall’impiego di pepe che esalta la componente fenolica del lievito caratterizzando il finale in maniera peculiare. Fresca, leggermente acidula e speziata, è l’approdo sicuro durante queste afose giornate estive.