Forse ai più è sfuggito, ma nell’ultima panoramica sulle nuove birre italiane non abbiamo segnalato neanche una collaboration beer. Pura coincidenza, sia chiaro, ma che bilanciamo subito aprendo la carrellata di oggi con una produzione nata da una partnership inedita: quella tra il piemontese Canediguerra (sito web) e il palermitano Ballarak (sito web). Prodotta presso l’impianto dell’azienda di Alessandria, la Brusura (4,4%) è una Session Rye IPA: le caratteristiche tipiche della versione più leggera di American IPA sono dunque ampliate dall’impiego di una percentuale di segale (maltata). In realtà questa non è l’unica peculiarità della ricetta, poiché è previsto anche l’aggiunta di olio essenziale di mandarino tardivo di Ciaculli, una specialità agricola siciliana. Il profilo aromatico è dunque spostato decisamente sui toni agrumati, enfatizzati altresì da una luppolatura che segue le medesime suggestioni. È una IPA chiara, leggera, fresca e dal carattere decisamente estivo: qualcosa che ricerchiamo con bramosia in queste caldissime giornate di fine giugno.
Spostiamoci in provincia di Vicenza, dove qualche ora fa Birrone (sito web) ha annunciato la sua ultima novità, con cui il birrificio veneto si iscrive nel club dei produttori italiani di Kvass. La Märzapane (5,4%) è infatti una Marzen molto particolare, perché prevede il ricorso a materiali di scarto per la composizione di parte del grist. In aggiunta al normale malto d’orzo, infatti, troviamo una porzione di pane invenduto del Panificio Dal Cortivo – che condivide la stessa proprietà del birrificio – e di farina ottenuta dalle trebbie essiccate delle precedenti cotte. La birra, che segue il concetto di economia circolare e di riciclo creativo, è rotonda e profumata, con note di frutta secca a sostegno della componente aromatica dei malti. La bevuta risulta pulita e di facile approccio, anche grazie alla lunga maturazione a freddo.
Torniamo a occuparci di collaborazioni perché la settimana scorsa il birrificio Mukkeller (sito web) ha annunciato la sua nuovissima Le Blondone (6,3%), realizzata in collaborazione con Ivano Nardone di Belgian Beers Agency. La birra appartiene allo stile delle Belgian Blond, una categoria spesso trascurata dai birrifici italiani, ma in questo caso reinterpretata in chiave vagamente moderna: la luppolatura è infatti contraddistinta dall’uso della varietà Hull Melon, una cultivar moderna che segue il filone delle caratterizzazioni di stampo tropicale. Se volete assaggiare Le Blondone in anteprima allora l’appuntamento è per venerdì 1 luglio da Malto Reale a Caserta, in occasione di una tap takeover incentrata proprio sulle creazioni del birrificio marchigiano.
Restiamo in tema di stili birrari del Belgio per introdurre l’ultima novità del birrificio Torre Mozza (sito web), battezzata Yo Mama (5%). Il modello di riferimento è quello delle Blanche e la ricetta, oltre alla classica aromatizzazione con coriandolo e scorze d’arancia amara, prevede anche l’aggiunta di grani del paradiso. È chiaramente una birra pensata per l’estate, che risulta estremamente dissetante e facile da bere senza comunque rinunciare a un corsa morbida e a un deciso carattere tra lo speziato e l’agrumato. Queste percezioni sono arricchite da sfumature di fieno e cereali, mentre in bocca chiude poco amara e gentilmente acidula. Nel grist troviamo una percentuale di avena, oltre ovviamente a malto d’orzo e frumento non maltato. La Yo Mama è dedicata alle mamme (il nome è tratto da un brano di Coez) ed è stata presentata al compleanno di Torre Mozza, tenutosi lo scorso fine settimana.
Si chiama invece O Sole Mio (4,9%) la one shot che il birrificio Doppio Malto (sito web) ha creato per la stagione estiva. Anche in questo caso siamo al cospetto di una birra di frumento, ma ci spostiamo dall’altra parte dell’Atlantico perché la fonte d’ispirazione è incarnata dalle American Wheat della cultura brassicola statunitense. Il lievito dunque è di stampo neutro e propedeutico alla valorizzazione dei luppoli americani, che in questo caso specifico sono accompagnati dalla resa aromatica delle bucce di limone, grandi protagoniste della ricetta. Il risultato è una birra facilissima da bere in cui il contributo degli agrumi si fonde con la resa dei luppoli, che ricorda il mango, l’ananas e il pompelmo. La componente maltata funge da supporto al resto, ma è avvertibile anche per un ritorno di pane croccante. La O Sole Mio è disponibile sullo shop di Doppio Malto o alla spina presso gli innumerevoli locali dell’azienda sparsi in Italia e nel resto d’Europa.
Chiudiamo con il campano Stimalti (sito web), che qualche giorno fa ha presentato l’ultima nata sotto il marchio Keychain. Questa linea parallela, composta da birre confezionate in lattina, fece la sua comparsa sul mercato in occasione del Ballo delle Debuttanti del 2021 (il tradizionale format legato alla Italy Beer Week), arricchendosi in poco tempo di diverse creazioni. Alla Bitter d’esordio seguirono (in ordine sparso) Blanche, Porter, Double IPA, Tripel e Pils, fino ad arrivare all’ultima nata: la Keychain DDH Pale Ale (5,6%). La base è composta da solo malto Pale e lascia completamente spazio ai luppoli, usati in doppio dry hopping nelle varietà Sabro, Lemondrop, Azacca ed Ekuanot. Anche in questo caso sono le note di frutta tropicale a dominare la scena, per una birra che unisce intensità aromatica a facilità di bevuta.