Come molti aspetti delle nostre vite, anche le collaborazioni tra birrifici sono tornate sui ritmi del passato, come dimostrano le ultime panoramiche sulle nuove birre italiane. Apriamo quella odierna proprio con due produzioni a quattro mani, che vedono entrambe il marchigiano MC-77 (sito web) nel ruolo del birrificio ospitato. La prima si chiama MB-MC (6%) ed è realizzata insieme a Menaresta (sito web): è un’American Pale Ale di stampo moderno, che ricorre alla tecnica del dip-hopping per esaltare al massimo la resa aromatica dei luppoli. Il nome è chiaramente l’unione delle sigle delle province delle due aziende (Monza-Brianza e Macerata). La seconda birra si chiama invece Alternative Sources (5,6%) ed è prodotta in collaborazione con Brewfist (sito web). Rientra nella tipologia delle American Wheat ed è fermentata grazie a uno specifico lievito che rilascia delicate note fruttate, ben accompagnate dal contributo dei luppoli Strata e Amarillo. L’Alternative Sources è disponibile nella commovente lattina da mezzolitro.
Da qualche settimana abbiamo registrato il ritorno in pompa magna degli eventi birrari, con un calendario ricco di appuntamenti che proseguirà nelle prossime settimane. Talvolta però la birra artigianale è protagonista non solo in festival a tema, ma anche in iniziative non direttamente legate al nostro mondo. È il caso di The Barn Day, raduno motociclistico che si terrà da venerdì 3 a domenica 5 giugno a Casette d’Ete, frazione di Sant’Elpidio a Mare (FM). Il nome del comune dovrebbe accendervi una lampadina, poiché siamo non lontani da quel Porto Sant’Elpidio che è sede del birrificio Mukkeller. E proprio Mukkeller ha creato una birra inedita per il The Barn Day, che sarà disponibile insieme alle altre produzioni nell’impianto da 8 vie presente all’evento. Si chiama Californication (6,3%) ed è una West Coast IPA che immaginiamo perfetta per l’occasione, nonché per la stagione che stiamo vivendo.
C’è lo zampino di Mukkeller anche nell’ultima birra uscita a marchio Jungle Juice (sito web) e annunciata dal birrificio romano meno di una settimana fa. Ispirata allo stile delle Pils, è stata battezzata San Callista (5%) in onore del luppolo Callista, varietà originaria della regione tedesca di Tettnang che i ragazzi di Mukkeller hanno portato con loro per l’occasione. Il luppolo, unico presente in ricetta, dona sfumature floreali e fruttate, oltre a un finale piacevolmente amaro. Per il resto siamo al cospetto degli elementi tipici dello stile: colore giallo dorato, facilità di bevuta, grande forza dissetante e ottima pulizia derivante da una lunga lagerizzazione. La San Callista è disponibile in fusto e in lattine sleek da 33 cl.
Cambiamo totalmente genere per introdurre le due nuove Imperial Stout rilasciate di recente dal birrificio toscano Chianti Brew Fighters (sito web). La prima si chiama L’Esorcista Barrel Aged (11,2%) e come immaginerete è una versione affinata in legno dell’Esorcista base. In questo caso sono state impiegate botti ex bourbon, che conferiscono note costanti e decise di whisky: al naso ben accompagnano i sentori di caffè e cacao provenienti dai malti scuri, al palato si fondono con il tocco legnoso della maturazione e con la complessità aromatica della birra base. La seconda novità si chiama invece Rubuslurm (9,5%) ed è prodotta in collaborazione con il birrificio La Diana (sito web). Qui protagonisti sono i lamponi, aggiunti a una Imperial Stout brassata con l’impiego di lattosio. Il risultato è una sorta di dessert liquido: l’impronta decisa della frutta ben si sposa con le note di cioccolato è caffè tipiche dello stile, mentre il lattosio regala morbidezza, riuscendo a bilanciare le asperità dei lamponi.
Il premio “birra con nome migliore” del 2022 rischia di andare di diritto all’ultima creazione del birrificio Malaripe (sito web), prodotta per il Groove Beer Bar (pagina Facebook) di Potenza Picena – attenzione, siamo ancora nelle Marche e non in Basilicata. Si chiama infatti Hulk Hogan con le Hogan (5,2%) ed è una Pale Ale di stampo americano prodotta con un mix di luppoli non molto frequente: sono state infatti impiegate le varietà Citra, Ekuanot e Sultana. Il nome, che sembra suggerito dal più lisergico dei nonsense, ha in realtà un suo motivo d’essere, perché vuole unire in una sola immagine le due anime della birra: da una parte c’è il famoso wrestler, che identifica la nazionalità statunitense dei luppoli impiegati, dall’altra uno dei brand marchigiani più famosi al mondo, in onore della provenienza del malto (100% Pale), coltivato nella regione. Sapete qual è il comune in cui ha sede l’azienda Hogan? Sant’Elpidio al Mare, che dunque nominiamo per la seconda volta nel pezzo di oggi.
Concludiamo la nostra carrellata con un salto in Veneto, per introdurre l’ultima creazione di Busa dei Briganti (sito web). Denominata Multiverse (6,2%) è una West Coast IPA che vuole rimanere molto fedele al modello degli Stati Uniti occidentali: fragrante, decisa ed equilibrata, con una trama maltata abbastanza leggera e una presenza netta e continua del luppolo, utilizzato ovviamente nelle sue varietà americane. La ricetta prevede un generoso dry hopping, ma anche il ricorso alla tecnica del dip hopping. Questa soluzione sta diventando una costante delle nuove birre luppolate italiane, segno che i nostri birrifici sono desiderosi di confrontarsi con una metodologia innovativa, di cui abbiamo scritto diffusamente alcune settimane fa. Sarà interessante valutarne l’impatto direttamente nel prodotto finale!
Ciao, volevo solo per segnalarti un piccolo refuso.
La frase “Il nome del comune dovrebbe accendervi una lampadina, poiché siamo non lontani da quel Sant’Elpidio a Mare che è sede del birrificio Mukkeller”, in realtà dovrebbe essere
“Il nome del comune dovrebbe accendervi una lampadina, poiché siamo non lontani da quel Porto Sant’Elpidio che è sede del birrificio Mukkeller”.
Ciao, hai ragione svista nostra. Grazie per la segnalazione.