Oggi anticipiamo la consueta rassegna settimanale sulle nuove birre italiane partendo dal birrificio Liquida (sito web) di Ostellato (FE). Una manciata di giorni fa, infatti, l’azienda emiliana ha annunciato una nuova Juicy IPA, battezzata Panda (5%) e dedicata al fedele mezzo di trasporto utilizzato comunemente dal birraio Luca Tassinati. Come da copione l’aspetto è volutamente velato con un colore a metà strada tra il dorato e l’arancio, in bocca la sensazione è succosa (“juicy” per l’appunto), con un amaro equilibrato e persistente. Rispetto ad altre interpretazioni della tipologia, in questo caso la componente tropicale è in sottofondo nel ventaglio aromatico, dove spiccano principalmente le note agrumate (arancia, pompelmo) e balsamiche. Inutile sottolineare che queste percezioni derivano dal contributo del luppolo, impiegato nelle varietà Ekuanot, Idaho 7 e Nugget su una base di malti Pale.
Lo stesso giorno in cui è stata annunciata la Panda, il birrificio Brewfist ha svelato l’ultima incarnazione del progetto Spaceten, cominciato a inizio 2020 per festeggiare il decennale del produttore lombardo. La decima e definitiva versione speciale della Spaceman, una delle birre più iconiche della birra artigianale italiana, si chiama Spaceten W34/70 (7%) con un chiaro riferimento al lievito utilizzato. Che, in barba a ogni regola, è a bassa fermentazione: per questa ennesima versione della West Coast IPA della casa, infatti, Brewfist ha deciso di impiegare lo stesso ceppo con cui realizza la sua La Bassa. Questa scelta permette di esaltare i profumi e le note agrumate dei luppoli, che rimangono gli stessi della versione originale, amplificando al massimo la facilità di bevuta. Se vi sembra assurdo ricorrere a un lievito Lager per una West Coast IPA, ricordate che l’ultima corrente luppolata proveniente dagli States è quella delle Cold IPA…
Restiamo nel campo delle basse fermentazioni, ma di stampo molto più tradizionale, per introdurre l’ultima novità del birrificio Altavia. L’infatuazioni dei birrifici italiani per le birre quotidiane mitteleuropee sembra aver incluso di recente gli stili tipici della Repubblica Ceca, a lungo ampiamente trascurati (non solo in Italia). La 9 (3,5%) – chiamata così perché la densità iniziale misura 9 gradi Plato, in linea con un’antica consuetudine di alcune culture brassicole – appartiene alla tipologia che la tassonomia locale definisce Svêtlè Vycepnà e che a livello internazionale è conosciuta con un più immediato “Czech Light Lager”. Non è dunque una Pils boema, che invece a livello internazionale è considerata una Premium Czech Lager, bensì una versione più leggera e meno intensa della stessa. La ricetta prevede un mix di malti Pils, in parte di origine boema maltati a terra e in parte da orzo coltivato in loco (Altavia è un birrificio agricolo), un pizzico di malti caramello, luppolo Saaz e lievito propagato nel laboratorio del birrificio. Il risultato è una birra facilissima da bere, contraddistinta da note mielate e di cereale e dal tipico tocco speziato e delicatamente citrico del Saaz.
Cambiamo totalmente genere per raccontare la new entry del birrificio La Villana (sito web), battezzata Berlinale (4%) e realizzata in collaborazione con il trentino Barbaforte (sito web). Il nome della birra tradisce l’ispirazione alla tipologia delle Berliner Weisse, o quantomeno alla loro interpretazione più moderna. Rispetto al modello di partenza, infatti, è prevista l’aggiunta di papaya fresca, spolpata e inserita nel fermentatore due giorni dopo l’inizio della fermentazione. L’idea dei due birrifici non era di creare l’ennesimo “succo di frutta alcolico”, cercando di dosare il contributo della frutta in modo da non sovrastare completamente le altre caratteristiche aromatiche. Nella Berlinare dunque emergono i tipici sentori citrici delle Berliner Weisse, accompagnati tuttavia da sfumature di melone e pesca provenienti dall’impiego della papaya. Secca e acidula al punto giusto, si candida a bevuta perfetta per l’estate. Se volete assaggiarla dovrete però attendere poco più di una settimana: sarà disponibile a partire da mercoledì 11 maggio.
Altra interessante collaborazione è quella tra il giovane birrificio Funky Drop (pagina Facebook) e Birra Bellazzi (sito web). Le due realtà hanno unito le proprie forze per creare Furia (5,8%) una American Brown Ale decisamente sui generis, perché realizzata con l’aggiunta di carrube e caffè monorigine indiano tostato dalla torrefazione Caffè Mauro. La luppolatura prevede invece l’impiego di due classicissime varietà americane: Amarillo e Cascade. Il risultato è una birra tendenzialmente scura, con profumi di nocciola e cacao tostato che si intrecciano al caffè e alla freschezza agrumata dei luppoli. La descrizione è molto intrigante, ma anche in questo caso occorrerà attendere un po’ perché la Furia sarà disponibile solo nei prossimi giorni. Se però il tema birra e caffè vi affascina, tenetela d’occhio.
E chiudiamo con un salto in provincia di Sondrio, dove il Birrificio Legnone (sito web) ha annunciato recentemente la sua nuovissima Goselina (4,5%). Anche in questo caso nel nome è presente un chiaro riferimento allo stile di riferimento, che tuttavia è interpretato in chiave molto personale. La birra si ispira infatti alle Gose, antiche birre salate di Lipsia, ma utilizza sale rosso vulcanico delle Hawaii e scorze di mandarino in infusione, oltre a coriandolo macinato nella misura di un grammo per litro. È una birra molto facile da bere e mediamente complessa, in cui sia la componente salata che quella acida sono tenute attentamente sotto controllo. Per la cronaca è la prima cotta dei nuovi birrai Angelo Colnaghi (diplomato alla BLB di Berlino) e Davide Cairello (diplomato all’ITS di Torino).
[…] (3,5%) dichiaratamente realizzata sul modello delle Svêtlè VycepnÃ, ossia le Czech Light Lager. Come raccontammo all’epoca, la ricetta prevede un mix di malti Pils, un pizzico di malti caramello, luppolo Saaz e lievito […]