Fino a qualche anno fa nessuno avrebbe pensato che le birre collaborative sarebbero diventate la cartina di tornasole del “grado di normalità” della nostra quotidianità. Poi è arrivata la pandemia e con lei l’interruzione di tante abitudini, come quella di realizzare birre a quattro o più mani. Dopo essere praticamente scomparse durante i momenti più duri dell’emergenza sanitaria, da qualche settimana sono tornate prepotentemente in auge, grazie a una situazione molto più tranquilla rispetto al passato. Così oggi apriamo la nostra consueta panoramica sule novità italiane con due collaborazioni, che vedono entrambe il birrificio Eastside nei panni dell’ospite. La prima si chiama Tropic Flanders (5,7%) ed è una Saison di stampo moderno brassata presso Podere La Berta (sito web), in cui le note tipiche del lievito belga si fondono armoniosamente con il luppolo di origine americana e pacifica. L’amaro e la secchezza finale puliscono il palato dopo un’esplosione di frutta gialla, agrumi, spezie e fiori, fornendo in aggiunta una straordinaria bevibilità.
La seconda collaborazione di Eastside è con il padovano Busa dei Briganti (sito web): i due birrifici si sono uniti per dar vita alla Brick Head (6%), una Red Rye IPA ispirata esplicitamente alle creazioni del produttore inglese The Kernel. Esattamente come la Tropic Flanders, anche la Brick Head si muove tra modernità e tradizione: la prima è incarnata dall’aromaticità delle moderne varietà di luppolo, la seconda dal richiamo nostalgico alla base maltata tipica delle Irish Red Ale. Il risultato è una birra non banale, il cui grist è ovviamente composto da una frazione di segale: il cereale dona una certa rusticità speziata, che arricchisce un ventaglio aromatico già di per sé piuttosto complesso in cui si ritrovano toni caramellati, biscottati, resinosi e agrumati. Il nome “testa di mattone” si riferisce a un’espressione britannica per indicare le persone “testone”.
Alziamo il livello della luppolatura per introdurre la Doppio Scoop (5,8%), recente new entry del birrificio Barbaforte. Si tratta di una one shot, la seconda incarnazione di un progetto con cui il produttore trentino vuole dedicare una birra all’anno al mondo della musica. Questa volta l’omaggio è per il sound system reggae Radio Fontani, che ha sempre supportato Barbaforte negli eventi organizzati in questi anni. La ricetta prevede un doppio dry hopping, avvertibile grazie a un intensissimo profilo aromatico contraddistinto da note di lime, pompelmo rosa e ananas. Confezionata in fusti e lattine da 44 cl – formato che purtroppo sta rapidamente scomparendo – vanta una bella etichetta minimalista in classico stile Barbaforte, la cui grafica è ispirata proprio al system giallo e arancio di Radio Fontani.
Periodo molto attivo per il marchio milanese Picobrew (sito web), che dopo aver annunciato la sua linea di affinamenti in legno, ha da poco rilasciato una nuova birra, appartenente alla linea standard. La ricetta però è tutt’altro che standard, tanto da rendere la Orange Fumé (5,8%) difficile da incasellare in uno stile predefinito. Il modo più preciso per descriverla è Hoppy Smoky Orange Lager, perifrasi che ne fissa le caratteristiche salienti: è una bassa fermentazione ottenuta con una generosa quantità di malto affumicato in aggiunta a quello Pils (circa 30%) e con l’impiego di scorze di agrumi (arancia amara e bergamotto) in bollitura e succo di arancia rossa non trattato a freddo, contemporaneamente al dry hopping. La componente amara non è certo irrilevante e tra i luppoli utilizzati si segnalano il Mandarina Bavaria e il Cascade. Il risultato è una birra sui generis, piuttosto complessa ma anche molto facile da bere.
Si chiama invece Slevin (7,1%) l’ultima creazione del birrificio Torre Mozza (sito web), disponibile da poco più di una settimana. È un’American IPA intensa e muscolare, nella quale convivono diverse varietà di luppolo impiegate in varie fasi del processo produttivo: Cascade in fiore in first wort, Citra ed Endeavour in whirpool, Mandarina Bavaria e Sabro in dry hopping. Dal mix scaturisce un ventaglio aromatico dominato da venature fruttate, tropicali e pungenti, in cui di distinguono nettamente note di ananas, cocco e resina di pino. Il corpo è medio nonostante il tenore alcolico non indifferente, mentre la chiusura amara snellisce la bevuta e invita subito a un altro sorso. Il nome della birra, i colori della grafica e lo “stile” di appartenenza (Criminal IPA) sono un chiaro riferimento al delicato momento internazionale e un segno di solidarietà al popolo ucraino, martoriato dalla guerra in corso nel cuore dell’Europa.
È ancora il luppolo a essere protagonista nella prossima birra che raccontiamo: la Show #01 (7%) del giovane birrificio Vertiga (sito web). Quel numero nel nome dovrebbe suggerirvi che è solo la prima incarnazione di una serie che seguirà nei prossimi mesi e che nello specifico è dedicata alle one shot. Per inaugurare la linea, il produttore veneto ha scelto una Pacific IPA, il cui profilo aromatico è dunque contraddistinto dall’uso di varietà che di base regalano note di frutta tropicale. Di colore dorato carico, ha un carattere piuttosto deciso e si conclude secca e avvolgente, mentendo un alto livello di bevibilità.
E concludiamo con la Tacco d’Italia (7%), una birra che nasce da un progetto allargato promosso da Assobirra e che coinvolge il Birrificio Bari (sito web), il Birrificio degli Ostuni (sito web), i Peuceti (sito web) e Demi Beer (sito web), nonché il distributore Cippone & Di Bitetto. L’idea è sia di promuovere la filiera pugliese della birra artigianale, sia sviluppare uno sbocco commerciale sul canale horeca. La Tacco d’Italia è una Double IPA realizzata con solo malto pugliese e con il ricorso a sei diverse varietà di luppolo americano usato sia in late che dry hopping. Di colore dorato, si contraddistingue per un fresco aroma di agrumi, fiori ed erba appena sfalciata, sorretto da un corpo pieno e un finale amaro e persistente.