Se siete amanti delle birre acide e delle fermentazioni non convenzionali, sarete felici di trovare come birra di apertura dell’odierna rassegna sulle novità italiane l’ultima creazione di Cantina Errante (sito web). L’azienda toscana ha infatti recentemente annunciato la Nonpedro 2020 (10%), che definisce la sua prima “cofermentazione”: con questa espressione indica il prodotto dell’incontro tra un mosto di cereali (sterile e raffreddato) e un’altra materia prima (pianta o frutto) che attiva la fermentazione grazie al suo corredo di microrganismi. In questo caso sono stati aggiunti 100 litri di succo di mele e pere per 600 litri di mosto, ottenuto rispettivamente da varietà renetta grigia e deliziosa (mele) e decana del comizio (pere). Curiosamente la fermentazione spontanea che ne è seguita (svolta in botti di rovere) si è conclusa completamente in appena quattro mesi, sebbene poi ne siano seguiti altri per l’affinamento in bottiglia. All’inizio del processo la birra sembrava quasi un succo di arancia, poi il profilo si è pulito e ha guadagnato in complessità ed eleganza, lasciando emergere note di erbe fresche e di agrumi. Per saperne di più potete seguire la degustazione in birrificio della Nonpedro sul canale Youtube di Cantina Errante.
Molto lodevole è lo scopo con cui nasce la Smidollata (5,6%), new entry del birrificio veneto Ofelia (sito web). Il nome non è casuale e celebra la collaborazione con l’associazione Aiutaunosmidollato, da tempo impegnata nella sensibilizzazione a favore della donazione di midollo osseo e sangue. La birra diventa quindi strumento di comunicazione rivolto alle persone tra i 18 e i 35 anni e con un peso corporeo superiore a 50 kg (cioè i potenziali donatori); inoltre per ogni Smidollata venduta saranno devoluti 20 centesimi all’ospedale San Bortolo di Vicenza. Venendo alla birra, la ricetta reinterpreta lo stile delle American Wheat: il grist è composto da orzo e frumento maltati in eguale misura e la fermentazione è operata da un ceppo di lievito neutro, mentre rispetto al modello di riferimento c’è anche un’aggiunta di arancio sanguinello, che da una parte conferisce decise note agrumate e dall’altra rafforza il messaggio della donazione. Completa il novero degli ingredienti il luppolo, selezionato nelle varietà tradizionali americane.
Per alcuni anni l’autunno ha rappresentato per la birra artigianale italiana il trionfo delle birre alle castagne. Quella consuetudine si è molto rarefatta nel tempo, ma non completamente scomparsa come dimostra l’ultima nata del birrificio La Villana (sito web). L’idea alla base dell’inedita Winterchest (5,5%) è però unica e molto intrigante, perché il produttore di Grantorto (PD) ha deciso di riproporre le caratteristiche di una Rauchbier tedesca utilizzando castagne essiccate al posto del classico malto affumicato. La scelta non è stata banale, perché il titolare Marco Simonetto si è orientato sulla Castagna essiccata nei tecci di Calizzano e Murialdo, presidio Slow Food, che grazie alla particolare lavorazione dona una leggera nota fumé che ben si integra con la base maltata e con il gusto del frutto. La Winterchest dovrebbe essere disponibile proprio in questi giorni o al più tardi entro la fine di ottobre.
Dal Veneto spostiamoci in Piemonte, dove lo storico Birrificio Pasturana (sito web) ha annunciato addirittura un’intera nuova linea di birre, incentrata sulle sperimentazioni. La prima incarnazione del progetto, battezzato Filo Spinato e creato in collaborazione con il birraio Lorenzo Mascherini, è un’American Pale Ale (5,6%) che sarà disponibile solo in fusto. La ricetta prevede una base fermentescibile costituita da malti inglesi e una luppolatura ottenuta con varietà aromatiche in versione cryo. Il risultato è un’APA facile da bere e molto bilanciata, in cui l’amaro è evidente ma relativamente contenuto e il profilo aromatico dominato dai luppoli. La prima Filo Spinato è stata presentata ufficialmente il 7 ottobre presso i locali Concordia Bros di Pasturana e Saint George Pub di Novi Ligure, entrambi in provincia di Alessandria.
E concludiamo facendo un salto sulle sponde del lago di Como, dove la beer firm Lario Beer (sito web), che produce presso il birrificio Bi-Du, ha recentemente lanciato la sua terza creazione. Battezzata Stratoserica (4,5%), è una Fruit Beer ad alta fermentazione aromatizzata con l’impiego di more di gelso. Il frutto è stato aggiunto in fermentazione primaria, quindi la birra è stata lasciata maturare in tini d’acciaio e rifermentare in bottiglia. Ne risulta una produzione molto leggera e rinfrescante, facilissima da bere nonostante il tocco deciso derivante dalle more di gelso. La grafica dell’etichetta ricorda le locandine pubblicitarie anni ’50 e segue lo stile già sperimentato con le prime due birre della casa, Lario e Lac.