Quando Marco Valeriani fu in procinto di aprire il suo birrificio Alder (sito web), annunciĆ² che non si sarebbe concentrato solo su stili luppolati – quelli con cui aveva raggiunto la fama come birraio – ma anche su basse fermentazioni di stampo classico. Una specializzazione che aveva giĆ iniziato a sviluppare ai tempi di Hammer, ma che ora sembra aver deciso di imboccare con decisione, andando a indagare e riproporre le antiche tradizioni europee. La sua nuovissima Forelle (5,3%) ĆØ definita una Landbier, prendendo in prestito uno dei tanti nomi con cui i birrifici della Franconia chiamano le loro birre quotidiane. La ricetta si basa sull’impiego di malti Pils e Cara, luppolo Spalter Select e lievito tradizionale francone. Inoltre ĆØ prevista una lagerizzazione (maturazione a freddo) di 60 giorni, capace di rendere il profilo aromatico straordinariamente pulito e “completo”. Come nelle migliori interpretazioni della tipologia, la Forelle si presenta con una luppolatura delicata e austera allo stesso tempo e fragranti note di miele e cereale.
Il crescente interesse per le classiche basse fermentazioni tedesche ĆØ una delle cose piĆ¹ belle accadute negli ultimi anni in Italia. Non deve allora meravigliare se anche l’ultima novitĆ del birrificio Lambrate (sito web) di Milano rientra in questa tipologia: la Ausfahrt (4,8%) ĆØ una Lager di ispirazione bavarese fermentata con un lievito coltivato a Frisinga. Anche i restanti ingredienti sono stati selezionati con la stessa attenzione: il malto proviene dall’azienda familiare Rhƶn-Malz di Mellrichstadt (comune situato in una zona storica per la coltivazione dell’orzo da birra), mentre i luppoli rispondono alle varietĆ Northern Brewer, Tettnanger e Diamant. Da notare che mentre le prime due cultivar sono molto tradizionali, l’ultima ĆØ una novitĆ recente selezionata dall’Hop Research Center di HĆ¼ll. Infine anche l’acqua ĆØ stata preparata al meglio, fornendole un particolare profilo salino che esalta gli esteri fermentativi e gli aromi dei luppoli tedeschi.
Due sono invece le new entry annunciate recentemente dal giovane birrificio Liquida (sito web). La prima di chiama Charlie don’t surf (7,5%) ed ĆØ una Pacific IPA, cioĆØ una IPA di stampo moderno che utilizza luppoli provenienti dall’area del Pacifico. La ricette prevede infatti le varietĆ Ella, Enigma e Sorachi Ace: le prime due sono originarie dell’Australia, la terza del Giappone. Le relative caratteristiche aromatiche determinato un bouquet in cui ĆØ facile rintracciare sfumature agrumate, floreali e di frutta tropicale (cocco), mentre in bocca risulta pericolosamente scorrevole nonostante il contenuto alcolico tutt’altro che irrilevante. La seconda novitĆ si chiama invece Anghela (6,2%) ed ĆØ una classica Bock prodotta con malti Pils e Monaco. Anch’essa subisce una maturazione a freddo di 60 giorni e regala un’avvolgente sensazione di dolcezza e rusticitĆ . Il corpo snello rende agevole la bevuta nonostante le peculiaritĆ dello stile di riferimento.
Doppietta di creazioni inedite anche per Birra OV, il nome con cui qualche mese fa il birrificio Orso Verde ha deciso di inaugurare il suo nuovo corso. La prima ĆØ stata battezzata Vlaander (8,1%), cioĆØ Fiandre in fiammingo, ed ĆØ brassata sul modello di uno stile iconico del Belgio: quello delle Tripel, la cui origine ĆØ legata alle locali abbazie cistercensi. In particolare la neonata di Birra OV si ispira dichiaratamente alla trappista Westmalle Tripel, fondendo note di frutta matura e spezie con un piacevole amaro erbaceo, il tutto condito dall’abbraccio caldo dell’alcol. Di tutt’altro genere ĆØ invece la Fever (6%), una West Coast IPA realizzata ricorrendo alla tecnica del double dry hopping (varietĆ americane e australiane) e ispirata al film cult La febbre del sabato sera. Come riportato da Malto Gradimento, Birra OV ha pensato la Fever appositamente per San Valentino: finalmente una ragione per celebrare questa ricorrenza!
Il 2020 ĆØ stato un anno difficile per molti birrifici, ma per alcuni ha rappresentato una beffa oltre al danno. Mi riferisco a quelli che, nati nel 2010, hanno dovuto festeggiare il loro decimo anniversario in tono minore. Una limitazione che rischia ora di estendersi al 2021, tanto che il Birrificio Pontino (sito web) ha deciso di correre ai ripari lanciando una birra inedita per commemorare i suoi dieci anni di attivitĆ . La new entry si chiama Orange Head (7,5%) e vuole rappresentare la chiusura del cerchio luppolato cominciato nel 2011 con la Runner Ale (la prima creazione del Pontino) e poi sviluppato negli anni con Olim Palus, Hop Machine, Brain Damage e altre variazioni sul tema. La Orange Head ĆØ una Hazy IPA prodotta con luppoli Citra e Southern Passion, capaci di fornire intense note di frutta tropicale, agrumi e bacche rosse. Al palato la texture ĆØ ovviamente vellutata, mentre la chiusura ĆØ discretamente amara e si accompagna con toni agrumati (arancio, mandarino) e di toffee alla frutta.
Concludiamo la nostra panoramica odierna virando nuovamente sulle basse fermentazioni di stampo tedesco legate alla tradizione brassicola locale. Una decina di giorni fa il giovane birrificio Malcantone (sito web) di Ozzano dell’Emilia (BO) ha infatti annunciato la sua Felix, una Schwarz ideata sul modello delle scure della Turingia e che si contraddistingue per facilitĆ di bevuta, equilibrio generale e aromi lievemente tostati con richiami al caffĆØ e al cioccolato. Anche in questo caso (come in tutte le Lager che si rispettino) la lunga lagerizzazione gioca un ruolo cruciale. La Felix ĆØ disponibile in bottiglia da mezzo litro, classico formato tedesco che – come afferma il birrificio – ĆØ ben lontano dall’impiego di lamiere e metallo. Ovvio il riferimento alla dilagante moda delle lattine, ormai ampiamente diffusa anche in Italia.