Cominciamo la carrellata di oggi sulle nuove birre italiane con una doppietta proveniente dal birrificio Crak, sicuramente una delle realtà più attive nel panorama nazionale. La prima novità si chiama Pesca Tabacchiera (8%) ed è un blend di Sour Wild Ale maturate per 18 mesi in tonneaux di vino dei Colli Euganei a cui sono state aggiunte, per l’appunto, pesche tabacchiere coltivate nel frutteto dell’azienda e raccolte a mano. Per chi non la conoscesse, questa varietà di pesche si contraddistingue per la forma schiacciata e soprattutto per il sapore dolce e intenso. I ragazzi di Crak sottolineano l’ottima annata del frutteto in termini qualitativi, sebbene le quantità di pesche raccolte comunque sia stata limitata – e di conseguenza limitata è anche la tiratura di questa birra. È disponibile sia alla spina che in bottiglia e si inserisce nella gamma Cantina dedicata agli affinamenti in legno.
La seconda inedita di Crak si chiama El Dorado, Amarillo e Strata (6%) ed è una DDH IPA realizzata in collaborazione con il birrificio tedesco Fuerst Wiacek, considerato tra i migliori produttori di birre luppolate in Germania. La birra prende il nome dalle varietà di luppoli impiegati, coltivati in Oregon e spediti dall’America direttamente dopo il raccolto. La grafica della lattina, come sempre molto curata, rappresenta proprio il momento del raccolto e della selezione dei luppoli negli Stati Uniti. La birra è anche disponibile in fusto.
Dopo il suo recente debutto, il neonato birrificio Alder (sito web) sta sfornando novità con una frequenza impressionante. La strategia è molto interessante: invece di partire subito con una gamma ampia, Marco Valeriani ha preferito creare la giusta attenzione su ogni prodotto schedulando una serie di rilasci a stretto giro. Così a distanza di pochi giorni possiamo aggiungere alla produzione di Alder due nuove creazioni. La prima si chiama Teppinaki (6,3%) ed è una West Coast IPA prodotta con luppoli Simcoe, Citra e Mosaic: lo stile è uno di quelli in cui Valeriani si esprime meglio, quindi si è subito creata molta attesa intorno a questa produzione. La seconda novità è stata battezzata Imbiss (5,3%) ed esula dalle IPA di stampo moderno, ispirandosi piuttosto alle Schwarz, le tradizionali birre scure della cultura brassicola tedesca. È prodotta con malti Pils, Monaco e Carafa e luppolata con varietà Tradition e Saphir. Inutile sottolineare che sono entrambe da tenere sott’occhio.
Gioca in contropiede il Piccolo Birrificio Clandestino e con l’inizio della stagione fredda annuncia una Session IPA dal tenore alcolico estremamente contenuto. La nuovissima Midget (3,5%) è una “juicy” prodotta con l’aggiunta di lattosio e avena (che esaltano la morbidezza del corpo) e due frutti esotici: mango e passion fruit. Ovviamente è anche prevista una generosa luppolatura con varietà americane, il cui contributo aromatico e amaricante si fonde con gli aromi fruttati di stampo tropicale. Nella descrizione il birrificio ha usato espressioni che ne sottolineano la facilità di bevuta e l’adattabilità a ogni momento della giornata: “table beer”, “Micro IPA”, “easy drink”, “all day beer”. Insomma avete capito quali sono le peculiarità della Midget, una birra nata per celebrare l’estate appena finita: un’ottima intuizione del Piccolo Birrificio Clandestino considerando le temperature che si stanno registrando in gran parte d’Italia ancora a fine ottobre.
Sarà presentata mercoledì 30 ottobre l’ultima fatica brassicola di Via Priula, che da quando è diventato birrificio a tutti gli effetti – dopo anni e anni di militanza come semplice beer firm – ora può dedicarsi con più facilità alle sperimentazioni. E la nuova San Vigilio (5%) nasce proprio con l’idea di trasformare in una birra i test effettuati negli anni in termini di coltivazione del luppolo, in un terreno situato, per l’appunto, sui colli di San Vigilio (BG). Il birrificio quest’anno ha raccolto una quantità considerevole di varietà Comet, che ha impiegato per realizzare 2.000 litri di questa Blonde Ale in cui è possibile rintracciare aromi erbacei e fruttati provenienti dal luppolo. In aggiunta è stata creata l’Azienda Agricola Il Brolo che, oltre a coltivare luppolo per Via Priula, fornirà anche spezie, erbe e piccoli frutti per future birre, nonché ortaggi e frutta per i locali a marchio. La San Vigilio sarà disponibile in fusto e in bottiglia.
E a proposito di luppolo fresco concludiamo con la Gjuk (6%), ultima novità proveniente dal birrificio WAR (sito web) della provincia di Milano. In questo caso sono stati usati i luppoli di Italian Hops Company, ma i ragazzi di War hanno intelligentemente scelto di non brassare la solita IPA o APA, ma di affidarsi a una ricetta molto originale. La Gjuk è infatti prodotta con malto affumicato su legno di ciliegio che chiaramente influenza pesantemente il profilo aromatico. Possiamo dunque considerarla una versione moderna delle classiche Rauchbier tedesche, in quanto la luppolatura prevede varietà Northern Brewer per l’amaro e Cascade e Chinook per l’aroma. La Gjuk è una one shot, dunque sbrigatevi ad assaggiarla perché – presumibilmente – non sarà più prodotta.