Mentre voi stavate passando le festività natalizie oziando e abbuffandovi di cibo, i birrai italiani erano impegnati a sfornare nuove birre con cui allietarvi al rientro dalle vacanze. In realtà le cose non sono andate proprio così, ma il numero di novità da smarcare anche in questo periodo non è certo secondario. E lo facciamo partendo dalla Puglia, dove il giovane birrificio Lieviteria ha recentemente annunciato la sua Märzien (5%) – occhio alla “i” – realizzata in collaborazione con la birroteca tarantina Tabir. Lo stile di riferimento è quello delle Märzen tedesche, ma il nome è un omaggio a Marzio, publican del locale. Inutile specificare dove si potrà berla.
Da un produttore di recente apertura passiamo a uno dei “padri fondatori” del movimento birrario italiano. Qualche giorno fa il birrificio Grado Plato di Chieri (TO) ha infatti lanciato la sua nuova 11,2 (5%), una birra frutto di una lungo studio e pensata per trovare il suo luogo ideale nelle pizzerie. Il connubio tra pizza e birra ha infatti spinto il birrificio ha creare un prodotto facilmente abbinabile alle paste lievitate, messo a punto in seguito alle tante chiacchierate occorse negli anni con i pizzaioli italiani. La ricetta dunque pone particolare attenzione agli zuccheri e ai lieviti residui e il risultato è una birra chiara, pulita, con un aroma fresco e delicate note maltate, bilanciate da un amaro elegante e leggermente fruttato. L’idea è quindi di adattarsi alle caratteristiche dell’impasto della pizza, indipendentemente dagli ingredienti che poi verranno usati per guarnirla. La 11,2 sarà disponibile solo in fusto e ovviamente solo presso alcune pizzerie italiane.
Torniamo a occuparci di stili tradizionali tedeschi con la Hotbock (7,8%) di Oxiana, una Doppelbock creata in collaborazione con altri due birrifici laziali: Turbacci di Mentana e Hilltop di Bassano Romano. La tipologia è quella delle birre forti originarie della Baviera, di cui la Hotbock rispetta tutti i canoni: colore rosso rubino, schiuma color avorio compatta e persistente, aromi delicatamente tostati e accompagnati da note di caramello e di frutta a guscio. Perfetta per la stagione in corso, sarà presentata ufficialmente sabato 19 gennaio in contemporanea in alcuni locali di Roma e dintorni, compresi i due Birrifugio di Ostia e della Capitale.
Anche l’ultima novità del birrificio varesino 50&50 si contraddistingue per un contenuto alcolico elevato, ma strizza l’occhio al Nuovo Continente. Come spiegato da Malto Gradimento, la Hangman (8,5%) è infatti una Double IPA estremamente luppolata, per la quale sono state utilizzate le varietà  Mosaic, Vic Secret e Rakau anche in dry hopping – anzi, double dry hopping, come va di moda al momento. È una birra che chiaramente gioca sull’intensità degli aromi, che risultano di stampo resinoso e balsamico al naso e più spostati sulla frutta tropicale al palato. Il corpo invece si mantiene piuttosto scorrevole nonostante la tanta “ciccia” presente nel bicchiere. Le future cotte prevedranno un’identica ricetta, ma cambieranno i luppoli utilizzati e le loro proporzioni.
E chiudiamo con una beer firm: quella Testadura di cui vi parlai lo scorso maggio, fondata dagli esperti Massimo Serra e Diego Velonà . La novità si chiama Head Brewer (6%) e si ispira alle American Brown Ale, uno stile molto interessante ma poco diffuso tra i birrifici italiani. Realizzata con luppolo Amarillo, gioca sul contrappunto tra parte maltata e luppolata: la prima si esprime con buone sensazioni di malto in ingresso e una delicata sfumatura di cioccolato, la seconda con un amaro gentile e con la freschezza fruttata dell’Amarillo. Il corpo medio conclude il tutto.