Vi ricordate quando a metà aprile vi parlai della Extra Brut IPA, nuovo sottostile del nord della California, destinato probabilmente a diventare il prossimo fenomeno della scena birraria internazionale? Sappiate che ora anche i birrai italiani stanno cominciando a confrontarsi con questa nuovissima tipologia. Il primo a farlo – ma credo che il primato sia a livello europeo – è stato Pietro Fontana del Birrificio Carrobiolo, che negli scorsi giorni ha annunciato la sua Cuvee Tu Quoque (7,2%). Come da copione, la sua peculiarità risiede nella secchezza estrema, ottenuta con un particolare mix di cereali (20% di mais in fiocchi) e un ammostamento con pH e temperature estreme, durante il quale sono stati aggiunti enzimi extra malto: questo dettaglio ha permesso di raggiungere il 100% di attenuazione pur utilizzando un lievito neutro. Il risultato è un prodotto molto facile da bere, che esalta senza alcuna zavorra gli aromi dei luppoli impiegati (Azacca, Eldorado e Styryan Fox solo in late e dry hopping) e mostra un amaro deciso e tagliente nonostante gli appena 18 IBU. Sicuramente da provare!
Torna nelle nostre panoramiche sulle nuove birre italiane il birrificio Loverbeer, che ha in serbo due interessanti novità entrambe nel segno del Cognac. La prima è una versione speciale dell’ammiraglia Beerbera, battezzata Beerbera Riserva Bergnac (8%): come la sorella maggiore è una fermentazione spontanea ottenuta dai microrganismi presenti sulla frutta aggiunta in fase produttiva, lasciata poi fermentare e maturare in tini di rovere per 5/6 mesi. Rispetto alla ricetta classica, però, qui Valter Loverier ha previsto un ulteriore invecchiamento di un anno in botti provenienti dalla regione del Cognac. Nonostante la sua complessità aromatica, si distingue per essere una birra bilanciata, fresca e morbida, valorizzata da una gentile acidità finale.
La seconda novità è invece una birra inedita, chiamata Tre Ban (6%), che si ispira alle celebri fermentazioni spontanee di Loverbeer. Qui il periodo di maturazione raggiunge addirittura i due anni, completamente effettuata in botti provenienti dalla regione del Cognac. Il ventaglio aromatico è dominato da note fruttate (pesca sciroppata, distillato d’uva, fichi secchi, ciliege sotto spirito), ben sostenute da toni legnosi e vanigliati derivanti dalla particolare maturazione. Il nome evoca i microrganismi protagonisti della fermentazione (Saccaromiceti, Lattobacilli, Brettanomiceti e Pediococchi), tre come i tre moschettieri che in realtà erano quattro…
Chiunque bazzichi l’ambiente birrario italiano da anni, dovrebbe aver sentito parlare del Prof. Stefano Buiatti, docente di Tecnologia della birra all’Università di Udine. L’ateneo gioca da sempre un ruolo fondamentale nella formazione del settore, avendo attivato, ormai quasi 40 anni fa, il corso di cui Buiatti è ora insegnante. Ebbene, negli scorsi giorni con la collaborazione di Baladin è nata la Birra dell’Università , che rientra nell’ottica di un progetto didattico volto a coinvolgere attivamente gli studenti nelle fasi esecutive della produzione brassicola. Nelle intenzioni la ricetta cambierà o ogni anno accademico: per il suo debutto è stato preso come modello di riferimento lo stile delle Amber Ale, realizzato con soli luppoli e malti italiani (coltivati in parte da Baladin, in parte dall’università ). La birra sarà pronta a giugno e il 21 dello stesso mese sarà presentata presso il Baladin Open Garden.
Ospite fisso di queste carrellate è invece il Birrificio Lambrate di Milano, che un paio di settimane fa ha annunciato la sua ultima creazione, destinata a rimpolpare la gamma denominata 60D: un linea parallela composta da prodotti che fanno della freschezza la propria cifra stilistica. La birra si chiama Oatmeal Pale Ale (5%) e rappresenta l’incarnazione della particolare tipologia statunitense, nella quale è prevista l’aggiunta di una generosa quantità di fiocchi d’avena alla ricetta base di un’American Pale Ale. Di colore giallo pallido, si caratterizza per un ottimo equilibrio tra le varie componenti aromatiche: frutta esotica (papaya), agrumi e speziato (pepe verde). Da bere chiaramente il prima possibile dalla data di confezionamento!
Strizza decisamente l’occhio all’estate, già nel nome, la one shot che Birra Bellazzi ha recentemente lanciato per il suo quinto anniversario. La Beach Voyeur (5%) si ispira allo stile delle American Wheat: lievito neutro, una percentuale di frumento maltato (in aggiunta al normale malto d’orzo) e luppoli di varietà americana (Citra e Willamette). Birra chiara, velata e con una bella schiuma bianca e compatta, si caratterizza per l’esplosivo aroma di luppolo, per fragranti note di cereali e soprattutto per una freschezza che si abbinerà perfettamente al bagnasciuga della vostra spiaggia.
Dopo quella di Loverbeer dobbiamo segnalare un’altra doppietta di novità , provenienti dal laziale Tibur Brewing Factory. La prima si chiama White Rise IPA (7%) ed è anch’essa una White IPA, ma con non poche variazioni sul tema. La ricetta infatti prevede una percentuale di riso in fiocchi (oltre a malto Pils e frumento) e l’aggiunta di frutto della passione, mentre il luppolo è tutto di varietà Sorachi Ace. La seconda si chiama invece Tequila Sale e Limone (5%) ed è una simil-Gose brassata in collaborazione con Gianmaria Ricciardi. Il modello delle tipiche birre di Lipsia è stato infatti modificato: a livello di aromatizzazione troviamo non solo i consueti coriandolo e sale (rosa, per la precisione), ma anche scorza di limone e agave. Da copione invece l’acidità , ottenuta con sour mash e con l’aggiunta di lattobacilli.
E concludiamo con una birra “quasi” nuova del birrificio Brunz di Vinci (FI). La Black Dahlia (8,3%) è infatti presente da tempo nella gamma del produttore toscano, ma recentemente la ricetta è stata profondamente rivista. Ora può essere considerata una Smoked Imperial Stout, perché alla base classica delle forti scure anglosassoni si aggiungono delle piacevoli sfumature affumicate, avvertibili soprattutto all’olfatto. In bocca invece emergono note di cacao amaro e aromi di luppolo (nel mix compare anche il Simcoe), con quest’ultimo che conferisce anche un finale piuttosto amaro. Il lievito è neutro, per non interferire con il contributo organolettico di malti e luppoli.
In verità blacks Of kinsale ( birrificio irlandese ) ha presentato una extra brut ipa una decina di giorni fa.. sicuramente è il primo italiano, certo dimostra come stia tutto decisamente accelerando!
Grazie per la precisazione!
La birra di Bellazzi è un’american wheat …c’è anche scritto in etichetta!
Eh sì, mi sono totalmente confuso. Correggo grazie
[…] docente in Tecnologia della birra. A maggio 2018 la partnership tra le due realtà diede vita a un’Amber Ale realizzata con soli ingredienti italiani; a distanza di esattamente un anno la nuova Birra dell’Università (4,5%) è invece una […]