Se uomo ama donna più di birra ghiacciata davanti a televisione con finale Champions, forse vero amore, ma no vero uomo
Una delle più celebri citazioni di Vujadin Boskov è il perfetto punto di partenza per parlare del rapporto tra il calcio e la nostra amata bevanda. Un rapporto controverso, alimentato da affascinanti suggestioni come quelle tipiche del calcio inglese (spesso legate alla vita da pub), ma anche dagli incresciosi comportamenti dei giocatori: facile ricordare le bravate di Gascoigne, le pessime abitudini di Adriano o le sconvolgenti confessioni di Cicinho. Recentemente un altro brasiliano, Ronaldo, ha ammesso che era solito nascondere la birra nelle lattine di Guaranà per poter bere di nascosto durante i suoi anni di attività calcistica. Per fortuna però il rapporto tra calciatori e birra non sempre si limita a certe circostanze; anzi, con l’ascesa dei prodotti artigianali è sempre più facile imbattersi in vicende di ben altro spessore.
Ad esempio negli scorsi giorni diverse testate, tra cui la Gazzetta dello Sport, hanno riportato il caso dell’attaccante Ciccio Caputo, che con 25 gol ha trascinato il suo Empoli alla promozione in Serie A. Il raggiungimento del traguardo è stato celebrato in campo e negli spogliatoi con 60 bottiglie di Birra Pagnotta, arrivate direttamente da Altamura (BA). La particolarità è che il marchio è di proprietà dello stesso Caputo, che l’ha ideato circa un anno fa insieme all’amico Biagio Tricarico. La ricetta è realizzata presso gli impianti di Birra Perugia e consiste in un’alta fermentazione di stampo belga, prodotta con una percentuale di pane di Altamura DOP: una soluzione tecnica sperimentata occasionalmente in Italia, come nei casi di Lariano, Alta Quota e – se non ricordo male – Lambrate.
Anche se Caputo afferma di non seguire l’azienda con lo stesso impegno del socio, la sua non sembra la classica situazione di colui che presta la propria immagine per iniziative di cui conosce appena i dettagli. Al contrario, si mostra in prima fila per sviluppare il marchio e utilizzarlo per valorizzare il territorio della Murgia, dando contemporaneamente un forte impatto alle zone di Altamura, Matera e Bari. E ora con l’approdo nella massima divisione, Birra Pagnotta è destinata a ottenere ulteriore visibilità.
Ancora più recente è la notizia birraria riguardante Marco Negri, ex calciatore classe 1970 e con alle spalle una lunga carriera di attaccante con diverse squadre di Serie A, B, e C. Con un’importante parentesi: quella della stagione 1997-1998, quando approdò nella prestigiosa compagine scozzese dei Glasgow Rangers dopo essere retrocesso in Serie B con il Perugia, nonostante le sue buone prestazioni. In Scozia raggiunse l’apice dei suoi risultati sportivi: mise a segno 32 reti (di cui 23 nelle prime 10 partite), diventando capocannoniere del campionato e lottando fino all’ultimo per la Scarpa d’Oro. Fu un’annata mitica per Negri, che fu ribattezzato dai tifosi dei Rangers “One season wonder”. A causa degli infortuni, infatti, la stagione successiva fu dannatamente sfortunata e l’attaccante fece ritorno stabilmente in Italia nel 2001, continuando a giocare nel nostro campionato. Ma nella memoria di tutti rimane quel formidabile exploit in terra scozzese.
Ma cosa c’entra la storia di Marco Negri con la birra? Ebbene negli scorsi giorni il birrificio Railroad Brewing ha lanciato una birra in suo onore, battezzata proprio One Season Wonder. L’azienda brianzola non ha solo preso in prestito l’immagine del calciatore (raffigurato anche in etichetta), ma lo ha direttamente coinvolto nel progetto. Sarà infatti proprio Marco Negri a condurre i due eventi di presentazione in programma giovedì 24 maggio al Birratrovo di Como e alla Belle Alliance di Milano, durante i quali ripercorrerà quella folgorante esperienza con i Rangers:
L’impatto con il calcio scozzese, il rapporto coi compagni italiani Amoruso, Gattuso e Porrini, l’epica cinquina rifilata al Dundee United fino al mitico Old Firm, il derby cittadino tra i protestanti dei Rangers i cattolici del Celtic, celebrato in tutto il mondo. Una chiacchierata in amicizia sorseggiando una birra, per incontrare i tanti appassionati di calcio italiano e britannico che ancora si ricordano di lui e delle sue reti. Una forma originale per portare il football nel luogo dove più si sente a casa dopo il campo da gioco, il pub.
È invece Andrea Parola, ex centrocampista della Sampdoria, a promuovere la birra ufficiale della squadra genovese, lanciata a fine 2017. La Blucerchiata (4,8%) è una birra chiara e leggera, confezionata in bottiglie di plastica: una soluzione non certo ortodossa – per usare un eufemismo – ma dettata dalla necessità di permetterne il consumo all’interno dello stadio. Lo stesso Parola spiega com’è nata l’idea:
A produrla è Sergio Gabbani, un mio amico di Pisa che produceva già birra per conto proprio. Ha avuto questa idea e, avendo io giocato a Genova, mi ha chiesto di dargli una mano. Giustamente voleva partire da una società in cui potesse già avere un aggancio. A me era rimasta nel cuore la Sampdoria, squadra a cui sono sempre stato affezionato: lo faccio per questo e per aiutare Sergio, senza pensare a un ritorno economico. Anche grazie a Massimo Ienca (Segretario Generale della Sampdoria, ndr) siamo riusciti a far uscire questo bel prodotto trovando l’accordo con la società. Ci vogliono permessi, licenze: tutto ha un costo.
Genova sarà dunque il banco di prova per testare il prodotto, che poi potrà essere declinato per raggiungere mercati calcistici più importanti, come quello milanese. Con buona pace dei tifosi genoani esperti di birra 😉 .
Esiste anche vicino Barcellona, ad Igualada se non ricordo male, un piccolo birrificio artigianale che produce la Golden Koeman, una sorta di pale ale luppolata generosamente con luppoli americani e con questo nome vuole rendere omaggio al gol di Rambo Koeman nella finale del 1992 di coppa dei campioni tra Barcellona e Sampdoria.
https://www.sport.es/es/noticias/barca/golden-koeman-cerveza-homenaje-primera-copa-europa-del-barcelona-5798968
Che mito Ronald Koeman!