Dedicare una birra collaborativa ai fiumi delle rispettive città? È ciò che hanno ideato due nomi di primissimo piano nel panorama internazionale della birra artigianale: il milanese Lambrate e il belga De La Senne. La Lambrozenne (6,2%), novità con cui apriamo la panoramica di oggi sulle nuove creazioni dei nostri produttori, è definita una Black IPA “porterizzata”, nella quale si fondono sia elementi aromatici delle IPA moderne, sia note tipiche delle birre scure. Ecco che allora al naso troviamo sfumature fruttate di pompelmo bianco in accompagnamento a toni torrefatti, mentre in bocca il bouquet si arricchisce di pennellate che ricordano l’erba appena tagliata e i frutti neri, ma anche le noci e il cioccolato amaro. Nonostante sia una birra scura, risulta rinfrescante e perfetta per la stagione. Se volete berla potrete assaggiarla nei locali del birrificio meneghino, ammesso che i fusti disponibili nel frattempo non siano andati esauriti. Maggiori dettagli qui.
È una collaboration brew anche la nuova Rye Gang (5,3%) del Birrificio Rurale, che nella creazione della ricetta è stato supportato da cinque locali lombardi: Beer Counter, Beershow, Beerstrò e i The Kitchen di Galliate e Casorezzo. Come il nome suggerisce è una Rye IPA (in versione “session”), dunque realizzata con una percentuale di segale in aggiunta al classico malto d’orzo. A livello olfattivo si contraddistingue per note tropicali, agrumate e leggermente speziate, mentre al palato appare complessa, morbida e piuttosto secca, aspetto che ne amplifica la facilità di bevuta. Una produzione adatta alla stagione calda proprio come quella descritta in precedenza, anche se qui siamo al cospetto di una birra chiara (colore dorato).
È decisamente “session” anche l’ultima nata a firma Birrificio Maiella, produttore non certo avvezzo alle novità e che quindi citiamo con un certo interesse. La Ermes è la prima birra senza glutine dell’azienda abruzzese, ideata per essere sorseggiata in qualsiasi momento della giornata. Di colore giallo paglierino e schiuma abbondante, a livello organolettico si dimostra equilibrata, rinfrescante e dissetante. Il luppolo è protagonista, ma senza eccessi: ben presente a livello aromatico, risulta ben bilanciato in termini di resa amara. Disponibile da inizio maggio, questa Ermes può essere considerata anche un modo con cui il Birrificio Maiella ha deciso di festeggiare i suoi 10 anni di attività.
Restiamo in Abruzzo e parliamo di un altro produttore storico, anch’esso poco incline alle luci della ribalta. Mi riferisco ad Almond ’22, che quest’anno festeggia addirittura 15 anni di attività: per l’occasione ha brassato la nuovissima Doctor Hop (4,9%) con quale celebrare l’importante traguardo. Anche nella descrizione di questa birra compare la parolina magica “session” che riassume con un’unica espressione le caratteristiche salienti della ricetta: fresca e leggera da bere, ma con un aroma ben definito grazie alla presenza del luppolo. Sarà disponibile da lunedì 21 maggio, mentre se vorrete festeggiare i tre lustri di vita di Almond dovrete attendere giugno, quando si terrà un grande festa a tema.
Affranchiamoci da questa invasioni di IPA volgendo lo sguardo verso uno stile europeo classico, riproposto recentemente dal pugliese Lieviteria. La birra si chiama Pavel (5,5%) ed è contraddistinta dal termine “Tmavé”, che non dovrebbe suonare inedito a chi conosce la cultura brassicola della Repubblica Ceca. La parola indica infatti le locali birre scure, che sono vagamente riconducibili alle Schwarz di stampo tedesco. Come da copione, la ricetta preveda l’interazione tra i malti caramellati e tostati con le tipiche sfumature erbacee del luppolo boemo. Nonostante il colore, è una birra piuttosto scorrevole e facile da bere, ma anche molto appagante. Il birraio Angelo Ruggiero continua a mostrare interesse per le storiche tipologie birrarie e noi non possiamo che esserne felici!
Molto tradizionale è anche l’ultima creazione di Edit, interessante progetto multifunzionale di cui abbiamo parlato in passato. La novità si chiama Edit Hellesbock (7,3%) e si ispira alle classiche birre forti della Germania, nella loro versione “chiara”. Si presenta infatti con un colore dorato e una schiuma decisamente persistente, mentre a livello organolettico è il malto a essere protagonista: non solo regalando sfumature di miele e cereali, ma anche creando quella struttura che sostiene alla perfezione l’alcolicità della birra. Il luppolo aiuta a bilanciare il gusto e la secchezza finale la rende più bevibile di quanto ci si potrebbe aspettare. Il bicchiere perfetta per degustarla? Il boccale in coccio, che tra l’altro è stato usato nella serata di presentazione dello scorso 23 aprile.
E concludiamo come abbiamo cominciato, cioè con un’altra collaboration brew che si posiziona nella famiglia delle IPA di stampo moderno. La Cums Hop (6,4%) è stata presentata a fine aprile e nasce dall’incontro tra il birrificio Opperbacco di Notaresco (TE) e la birreria Fratelli di Pinta di Martina Franca (TA). Il sottostile di riferimento è quello delle West Coast IPA, quindi attendetevi una birra in cui protagonista è il luppolo (presumibilmente di provenienza totalmente americana) sia in aroma che in amaro, con tanto di generoso dry hopping. Anche se la gradazione alcolica non è proprio da birra “sessionabile”, la Cums Hop si lascia bere con grande facilità e perciò risulta perfetta per la stagione in corso.