Dopo la pausa pasquale riprendiamo il ritmo quotidiano con una corposa panoramica sulle nuove birre italiane. E cominciamo da una prestigiosa collaboration brew italo-belga, nata dall’incontro brassicolo tra il birrificio San Paolo e Brouwerij Alvinne, da cui è nata la Punto G (5,8%) – sì, il nome è lo stesso della Bock di Birrone ma ne stanno tenendo conto per future cotte. Il modello di partenza è quello delle Special Belge, raro stile originario di Anversa riproposto recentemente in Italia anche da Nix, rivisitato però in chiave mediterranea grazie all’impiego di scorze di chinotto di Savona e bergamotto calabrese. Gli agrumi sono protagonisti a livello aromatico, la chiusura è secca e delicatamente amara, il corpo molto scorrevole. La ricetta prevede lievito tradizionale e non il Morpheus di casa Alvinne, mentre alla vista risulta più chiara delle classiche Special Belge. La Punto G è stata presentata in anteprima assoluta durante lo scorso San Patrizio da Tripel B a Torino, in collaborazione con Right Beer.
Da un’antica tipologia passiamo a una moderna interpretazione di IPA, rappresentata dalla nuovissima Bombtrack (6,4%) di MC77. Per l’occasione i ragazzi di Serrapetrona hanno usato luppoli di varietà Azacca e Idaho 7 e lievito New England dell’azienda Lallemand. Quest’ultimo, a differenza di quanto si potrebbe pensare, ha prodotto una birra relativamente limpida, rivelando un livello di attenuazione superiore a quello di un London Ale III o di un S04 e contribuendo a livello aromatico con un buon profilo fruttato, in cui si fondono note agrumate e resinose. Facile da bere e molto gratificante, potrebbe essere un’ottima rivelazione per i primi caldi ormai all’orizzonte.
Restiamo nell’ambito delle IPA con la Genneruxi (5%), ultima creazione del Birrificio di Cagliari. Protagonisti sono ovviamente i luppoli, utilizzati sia in bollitura che in dry hopping, in 6 varietà diverse originarie di tre diversi continenti (USA, Inghilterra e Australia). Il profilo aromatico è dominato da toni agrumati e di frutta a polpa gialla, mentre il gusto è volontariamente spostato sull’amaro. È una IPA molto chiara, quindi attendiamoci una caratterizzazione dei malti piuttosto “leggera”. Anche qui siamo al cospetto di un prodotto pensato per la bella stagione, lanciato con tempismo perfetto per una verifica sul campo.
Visto che abbiamo citato la Pasqua non possiamo non segnalare una birra creata per l’occasione. Si tratta della Easter Egg (6,5%), Belgian IPA annunciata recentemente dal Birrificio Rurale e resa effettivamente disponibile una ventina di giorni fa. La ricetta si basa sull’idea di far convivere il lavoro di un lievito di tipo belga con una generosa luppolatura di stampo americano. I tipici aromi agrumati e resinosi dei luppoli si sposano con gli esteri del lievito trappista, spesso utilizzato per le Tripel e in grado di regalare una decisa secchezza finale. Birra complessa ma anche molto facile da bere, è una “pasquale” che guarda decisamente alla primavera.
Torniamo a parlare di birre collaborative per presentare la Syd Bobek, proposta in anteprima nazionale durante la passata Settimana della Birra Artigianale da Beershow, uno dei tanti locali meneghini che hanno aderito alla manifestazione. Come riportato da Birrerie Milano, la Syd Bobek (5%) è il frutto dell’incontro tra il progetto Brewberry e Birra Elvo: una Pils realizzata con luppolo sloveno Bobek, che si distingue per interessanti sfumature erbacee e floreali. Per il resto la ricetta ricalca l’apprezzatissima Pils del Birraio dell’anno Josif Vezzoli, valorizzata da una solida base di malti e dalle particolari caratteristiche dell’acqua locale.
A proposito di basse fermentazioni, è obbligatorio inserire nella rassegna di oggi anche la nuova Bern (7,5%) di Birra Mastino. La birra si ispira in maniera fedele allo stile bavarese delle Doppelbock e, seguendo i canoni classici, è realizzata con ammostamento per decozione. È una versione chiara della tipologia, nella quale si distinguono nettamente note di miele e crosta di pane, nonché un gusto pieno e un corpo rotondo. Il nome è quello teutonico con cui veniva chiamata la città di Verona durante l’Alto Medioevo. Un’altra mezza novità di Mastino è rappresentata dalla nuova Altaluna, che cambia ricetta per diventare una Blanche (prima era una Belgian Ale).
E concludiamo con la Vecchio Squalo (4,8%) del birrificio Conte Gelo, presentata a metà marzo. Gli amanti delle tradizionali scure continentali sappiano che questa birra si ispira alle Porter di origine britannica, sebbene preveda la curiosa aggiunta di pepe al Whisky. Di colore scuro con riflessi ambrati, si contraddistingue per note di cacao amaro e lievemente torbate; morbida e bevebile all’assaggio, stupisce per un ritorno pepato e leggermente torbato nel retrolfatto. Il birrificio la consiglia con carni arrostite, nonché con salumi piccanti o affumicati e formaggi dalle lunghe stagionatura: insomma, il periodo dei barbecue è cominciata e questa birra si propone come perfetta compagna di abbinamento.