La prima rassegna dell’anno sulle nuove birre italiane comincia con il birrificio Vetra, giovane realtà lombarda che sta rapidamente raccogliendo un numero crescente di apprezzamenti in tutta Italia. L’ultima creazione del birraio Stefano Simonelli si chiama Alfa e prende a modello lo stile delle Bock, produzioni invernali tipiche della cultura brassicola tedesca. Come da copione grande attenzione è rivolta ai malti, che dominano il profilo organolettico lasciando però spazio al luppolo, che bilancia e a sua volta valorizza la miscela di grani. Il contenuto alcolico non indifferente (6,5%) la rende ovviamente perfetta per la stagione. Una nuova bassa fermentazione per Vetra, che sono molto curioso di assaggiare.
È il “recupero” il concetto chiave dell’ultima birra di Vale la Pena, progetto di inclusione sociale che coinvolge i detenuti di Rebibbia nell’attività brassicola. Grazie alla collaborazione con l’onlus EquoEvento, recentemente è stata lanciata la Recuperale, prodotta con pane di scarto sulla falsariga di altre ricette analoghe sperimentate in Italia e nel resto del mondo. Viene così descritta:
È una birra artigianale realizzata utilizzando eccedenze alimentari di qualità destinate ad essere sprecate, fatta insieme a detenuti inseriti in un percorso di reinserimento, concepita per sostenere l’impatto sociale di EquoEvento e Vale la Pena. E’ una birra che recupera cibo e persone, che dà una seconda possibilità a materie prime eccellenti destinate ad essere sprecate, ed a persone che cercano un reinserimento sociale.
In dettaglio, la Recuperale (6,5%) è una Pale Ale di colore chiaro e leggermente opalescente, con profumi e sapori di crosta di pane in primo piano. Risulta secca nel finale, dove emerge il contributo organolettico dei luppoli nobili impiegati. La prima cotta è stata realizzata presso l’impianto di Vale la Pena, ma in futuro dovrà essere prodotta altrove essendo quest’ultimo già al limite. Per tale ragione è stata lanciata una campagna di crowdfunding, aperta a tutti coloro che sono interessati a sostenere il progetto. La birra ha anche un suo sito web specifico.
Restando nel Lazio, due invece sono le novità in casa Eastside. La prima si chiama Fata Morgana ed è ispirata alle Wee Heavy (9%), espressione con cui tradizionalmente ci si riferisce a Scotch Ale particolarmente alcoliche, che rappresentano l’estremo più “forte” tra gli stili di stampo scozzese. La ricetta è piuttosto fedele ai canoni classici, aspetto che non di rado ritroviamo nelle produzioni di Luciano Landolfi. La seconda new entry si chiama Fade Away (7%) e appartiene a un’altra tipologia poco diffusa, ma decisamente interessante: quella delle Double Blanche. Qui troviamo alcune variazioni sul tema di riferimento: l’impiego di una grande quantità di farro e l’uso delle bucce di tre diversi agrumi (bergamotto, limone e arancia amara). Il nome è un omaggio al mondo del basket e in particolare all’omonimo movimento di tiro “all’indietro”. La Fade Away sarà presentata in anteprima assoluta venerdì 12 gennaio presso il Bir&Fud di Roma, dove Eastside terrà un tap takeover con la bellezza di 23 birre alla spina.
Proprio al Bir&Fud, nell’ambito del recente Birre sotto l’albero, è stata presentata la Kerstbier del birrificio Babylon. Battezzata Acida Vigilia, conferma la liaison del produttore marchigiano con le birre alla frutta, che abbiamo già documentano in passato. Siamo quindi al cospetto di una birra decisamente alcolica (7,4%), ma con un profilo acidulo derivante dall’impiego di melograno e bucce d’arancio che la rende assolutamente facile da bere. Dall’aspetto vagamente “juicy”, rappresenta un’interessante variazione sul tema delle birre di Natale, che ovviamente non dobbiamo smettere di bere solo perché le festività sono passate 😉 .
E a proposito di Christmas Beer, in ultimo dobbiamo segnalare anche la nuovissima Celestial Shock del Birrificio del Vulture, produttori della provincia di Potenza che è tra i più interessanti della scena lucana. In questo caso la ricetta è molto più in linea con il modello belga delle Kerstbier: abbiamo una birra discretamente forte (7%), con un corpo pieno e un’aromatizzazione mediante zenzero, buccia di bergamotto e anice stellato. Il nome è un omaggio al gruppo rock omonimo, piuttosto conosciuto in zona. La Celestial Shock è stata presentata a inizio dicembre.