La creazione di birre per le festività natalizie è oggi un’usanza in voga presso i birrifici di tutto il mondo, ma non è sempre stato così. Nonostante la genesi di simili produzioni affonda in epoche passate – gli esempi più evidenti risalgono al Medioevo – possiamo affermare che la loro diffusione nell’ambiente brassicolo mondiale sia un fatto recente. Prima che a cimentarsi con questa specialità fossero i birrifici di mezzo mondo, a portare avanti la tradizione è stata quasi esclusivamente la cultura belga, tanto che spesso ci si riferisce a queste birre con il termine fiammingo Kerstbier. Così se oggi gli eventi birrari a tema natalizio si avvalgono di tap list sconfinate, che talvolta esulano dalle tipologie per le festività, in passato rappresentavano l’occasione per bere quasi esclusivamente i grandi classici belgi del Natale, gli unici (o quasi) disponibili sul mercato. Per riaffermare lo spirito del tempo e per restituire la giusta dignità a queste birre, un po’ dimenticate, oggi vi presento alcune Kerstbier belghe che nella mia carriera di bevitore ho apprezzato particolarmente.
Stille Nacht – De Dolle Brouwers
Difficile immaginare il Natale senza la Stille Nacht di De Dolle, gioiello brassicolo con pochi eguali nel mondo e che è giustamente diventato fantoccio e trofeo di appassionati e beer geek. Leggendaria è la birra, leggendario il birrificio e leggendaria la storia che si narra sulle origini di questa stupenda creazione. Per una ricostruzione vale la pena affidarsi al puntualissimo Davide Salsi, che nel suo Una birra al giorno racconta di come la ricetta fu ideata da Kris Herteleer nel 1980, praticamente agli inizi della sua avventura come “birraio pazzo”. Inizialmente la Stille Nacht condivideva con la sorella Oerbier il lievito proveniente da Rodenbach, ma quando Palm interruppe la fornitura ai suoi clienti (nel 1999) si aprì per la birra un periodo travagliato. Kris riuscì a recuperare del lievito Rodenbach per coltivarlo in proprio, ma la resa finale risultò diversa: scomparirono le caratteristiche batteriche originali, il profilo organolettico apparve più “pulito” e la gradazione salì dall’8% a circa il 12%. Nonostante le differenze, la birra era eccezionale e questa è l’incarnazione con la quale la conosciamo oggi, al netto delle variabilità che si avvicendano di anno in anno.
Sono proprio i cambiamenti che si possono notare di edizione in edizione a concentrare l’attenzione degli appassionati. Ogni anno si attende dicembre per assaggiare la Stille Nacht e decretare se è una gran birra, una cocente delusione o una via di mezzo. Quando è al top della forma – cosa che per fortuna non avviene raramente – è una vera manna dal cielo per i nostri sensi, capace come poche altre birre di incarnare i sapori del Natale: l’opulenza aromatica si esprime con note di canditi, agrumi, frutta a polpa gialla, miele, crosta di pane, spezie, zenzero e altro ancora. In bocca è dolce, ma anche secca; rotonda, ma anche meravigliosamente scorrevole. Riesce sia a scaldare col suo abbraccio alcolico, sia a nascondere pericolosamente i suoi gradi. Il rapporto con la Stille Nacht è un po’ come quello che hanno i bambini con il Natale: aspettano con trepidazione che arrivi, vi si tuffano con ebbro entusiasmo e poi finiscono addormentati col sorriso sulle labbra. Grazie Kris Herteleer per regalarci da quasi quarant’anni questo immenso dono in forma liquida.
Avec Les Bons Voeux – Dupont
Tra le mie natalizie preferite rientra questa splendida creazione della Brasserie Dupont, birrificio conosciuto soprattutto per la sua archetipale Saison. L’Avec Les Bons Voeux (letteralmente “con gli auguri”) nacque addirittura nel 1970 e possiamo considerala una Kerstbier sui generis, perché non prevede aggiunta di spezie o altri ingredienti oltre a quelli “canonici”. È difficile da inquadrare in uno stile preciso: con ragionevole sicurezza si potrebbe definirla una Belgian Golden Strong Ale, ma una simile terminologia non è in grado di restituirne tutte le meravigliose caratteristiche. Per questa ragione è spesso considerata una Saison invernale, sottolineando così lo straordinario ventaglio aromatico capace di fondere con perfetto equilibrio note di frutta matura, agrumi, spezie, miele millefiori e crosta di pane. Incredibilmente ricca ed elegante allo stesso tempo, l’Avec Les Bons Voeux riesce a riempire il cuore del bevitore con la sua morbidezza alcolica, sebbene la gradazione (9,5%) sia solo in parte avvertibile. A mio parere si sposa col Natale molto meglio di tante altre Kerstbier che sfruttano aromatizzazioni varie per abbinarsi ai sapori del periodo. Opera d’arte, senza alcun dubbio.
Cuvée Meilleurs Voeux – Rulles
Rulles è uno di quei birrifici belgi che ha pagato l’evoluzione del mercato italiano: un tempo era praticamente onnipresente sugli scaffali dei beershop nostrani, oggi risulta assai più difficile da reperire. Così anche la loro natalizia, dal nome simile a quello della cugina di Dupont, ha lentamente perso terreno uscendo dai radar degli appassionati. Peccato, perché tra le Kerstbier del Belgio la Cuvée Meilleurs Voeux fa sempre la sua porca figura, pur senza raggiungere le vette di altre colleghe. Di colore marrone scuro, al naso si presenta con toni di mou, castagna e leggere tostature, oltre a un profilo speziato molto evidente nel quale emerge distintamente la liquirizia (se non sbaglio è utilizzata come aromatizzazione). Come tante altre Kerstbier si accompagna bene a piatti dal sapore forte e deciso, ma sta a voi trovare il giusto abbinamento.
Canaster – De Glazen Toren
Tra i birrifici belgi più sottovalutati inserisco sempre De Glazen Toren, che in questi 13 anni di attività è riuscito a regalarci gemme brassicole di rara bontà, come la Saison d’Erpe Mere e, soprattutto, la Jan De Lichte. La sua creazione per le festività natalizie si chiama Canaster (8,7%) ed è definita dallo stesso produttore una Winterscotch, probabilmente perché ricorda le scure tipiche della cultura brassicola scozzese. In effetti alla vista appare di colore marrone (con varie sfumature che arrivano anche all’ambrato), mentre all’olfatto si distinguono sfumature di frutta secca, datteri, liquirizia, marzapane, uva sultanina e caramello. A quanto pare la ricetta si ispira a un’antica tradizione brassicola della città di Aalst, legata al locale convento dei frati Carmelitani.
Père Nöel – De Ranke
Esistono pochi birrifici al mondo capaci di unire tradizione e innovazione in maniera autentica come De Ranke, produttore belga per il quale non nascondo il mio amore. Nella sua gamma rientra anche la Père Nöel (cioè “Babbo Natale”), la Kerstbier dal gusto meno natalizio tra quelle presentate in questa panoramica, ma non per questo meritevole di poca attenzione. Come da copione il ventaglio aromatico è piuttosto complesso, con richiami ad agrumi, canditi, erba appena tagliata e spezie e pepe rosa, mentre a differenza delle colleghe non disdegna un amaro discretamente incisivo che è un po’ il marchio di fabbrica di De Ranke. Poco natalizia anche nella gradazione alcolica (7%), può rappresentare un’ottima soluzione defaticante tra una Kerstbier e l’altra.
E voi avete altri classici natalizi del Belgio che portate nel vostro cuore di bevitori?
Gouden Carolus Christmas. Ogni volta è sempre un’emozione.
Avessi avuto più tempo sarebbe stata la successiva da inserire in elenco.
La Stille Nacht, bevuta sul divano attorno al camino ad Esen. E Saint Feuillen di Natale in magnum.