Come annunciato ieri per Cronache di Birra è già ripresa la routine quotidiana e dunque è il momento, tra le altre cose, di tornare a occuparci delle nuove birre italiane. Nelle ultime settimane i nostri birrifici non sono certo rimasti con le mani in mano, sebbene per presentare la prima novità di giornata dobbiamo oltrepassare i confini nazionali e atterrare in Franconia. Qui a fine luglio è nata una collaborazione molto interessante tra il Pork’n’Roll di Roma e Andreas Gaenstaller di Gaenstaller Brau, concretizzatasi attraverso la cotta di una Steinbier il cui nome all’epoca non è stato rivelato – ma ho una mezza idea di quale potrebbe essere. Per chi non lo sapesse, quello delle Steinbier è uno stile tedesco antichissimo, che prevede il riscaldamento dell’acqua in fase di ammostamento tramite l’immersione di pietre roventi, il cui contatto con il malto fornisce note caramellate e leggermente affumicate alla birra. In realtà Valentino e Gerardo Roccia si sono limitati ad aggiungere sampietrini romani nella vasca di raffreddamento (quindi in una fase successiva della produzione) con lo scopo comunque di ottenere effetti analoghi. Il risultato ovviamente potrete assaggiarlo nei due locali di Roma.
Due sono invece le novità assolute provenienti dal Birrificio Manerba, una in uscita proprio in questi giorni, l’altra a ottobre. La prima si chiama Pablito ed è una Dry Stout che – come spesso capita con le birre del produttore lombardo – segue in maniera fedele il modello di riferimento. Ecco allora che è stato effettuato un mashing per infusione e sono state modificate le caratteristiche dell’acqua affinché assomigliassero a quelle di Londra, lavorando specialmente sulla quantità di sali. A livello gustativo si ritrovano tutte le peculiarità dello stile: note di cioccolato, caffè, nocciola e liquirizia, chiusura mediamente secca e corpo scorrevole ma non esile. La seconda new entry sarà invece una Black Ipa con gli aromi di luppoli americani supportati da sfumature tostate e da un moderato tenore alcolico. Il nome ancora non è stato svelato…
Dopo l’ottimo debutto dei mesi passati, il marchigiano Babylon ha già in serbo una linea speciale dedicata a ricette acide realizzate con aggiunta di frutta. La primogenita di questa gamma parallela si chiama Sour Fruit (4,5%) ed è stata annunciata a fine luglio: è una birra chiara prodotta con fico d’india e passion fruit, in cui l’acidità non proviene dall’aggiunta “barbara” della frutta, ma da un’acidificazione controllata tramite inoculo di Lattobacilli e Pediococchi. Disponibile presso il brewpub inaugurato lo scorso aprile e in diversi locali italiani, la Sour Fruit segue la moda delle birre aromatizzate con frutta, che spesso amplificano la propria predisposizione alla stagione calda con un profilo sour. Visto i precedenti, un assaggio di questa novità è caldamente consigliato.
A proposito di frutta, forse ricorderete che la scorsa primavera il Birrificio Pontino lanciò la sua NEIPA Brain Damage (6,5%), brassata anche in due versioni “tropicali” con aggiunta di Goiaba e Cajù e Caja. Ebbene l’esperimento deve aver funzionato alla grande se recentemente sono state annunciate altre due incarnazioni, indirizzate alla stagione estiva: Brain Damage Maracuja e Brain Damage Mango, realizzate con i rispettivi frutti. Sul mango c’è poco da spiegare, visto che è disponibile in Italia da anni con una certa costanza, mentre la Maracuja non è altro che il frutto della passione, già utilizzato da tanti birrifici (anche italiani) per aromatizzare le loro creazioni seguendo l’interesse crescente per le note esotiche. Entrambe le birre sono disponibili esclusivamente in fusto.
E la connessione tra una novità e l’altra arriva tramite la tipologia delle New England IPA, alle quali appartiene anche l’ultima nata in casa ‘A Magara, birrificio calabrese sempre molto attivo. La Giusy (nome grandioso!) è prodotta con un abbondantissimo mix di luppoli composto dalle varietà Mosaic, Victoria Secret e Amarillo, mentre all’immancabile malto d’orzo si aggiungono anche percentuali di avena e frumento per rendere l’aspetto più opalescente e la corsa più vellutata. La gradazione alcolica non è certo indifferente (7%), così come le IBU totali (80), che rendono la chiusura più amara di quanto solitamente avviene con questo sottostile.
Torniamo su ricette molto più tradizionali con la nuova Bitter Queen de I Tri Bagai, birrificio della provincia milanese attivo da un paio di anni con il proprio impianto di produzione. Ho accennato alla tradizione e l’inedita dell’azienda lombarda è proprio una classicissima Ordinary Bitter (3,8%), realizzata con soli ingredienti di origine britannica: malto Maris Otter e luppoli Fuggle, Golding e Challenger. Birra leggera, facile da bere, con un bel profilo maltato e un finale delicatamente amaro. È stata presentata in anteprima nel corso dell’evento d’inaugurazione di Fuorifusto, il locale ufficiale de I Tri Bagai che ha aperto a Milano lo scorso giugno. Ne parleremo diffusamente in futuro.
E concludiamo con le ultime due novità, provenienti da Birra Nostrale di Buggiano (PT). La prima si chiama Star69 (6,9%) ed è definita una “fresh summer IPA”, appellativo che sembrerebbe suggerire aromatizzazioni particolari, ma che la ricetta smentisce: è una IPA moderna di stampo “tropicale”, realizzata con luppoli Mosaic, Vic Secret, El Dorado e Belma e caratterizzata da note di frutto della passione, mandarino, ananas e frutta a polpa bianca. La seconda novità è invece battezzata Yra (9,5%) ed è una Belgian Ale brassata con miele, farro e scorze di arancia che è stata lasciata riposare 15 mesi in una barrique di vinsanto. Il passaggio in legno è evidente negli aromi, dove si distinguono toni legnosi, vinosi e di frutta rossa.