La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane parte con la linea parallela del Birrificio del Doge, annunciata appena qualche giorno fa. Si chiama Doge People e si compone di quattro produzioni piuttosto dirette, senza particolari orpelli: “facili di capire, facili da cogliere, facili da ricordare”. Anche le etichette (semplici ma d’impatto) e i nomi (tutti in inglese) puntano ai medesimi obiettivi. Evidentemente il fine ultimo è di allargare la base dei propri consumatori, ricercandoli al di fuori dalla ristretta cerchia degli appassionati di birra. La Take Easy (4,6%) è una Helles con una piccola percentuale di frumento maltato, la Keep Up (5,5%) una classica Vienna, la Now You (5,8%) un’immancabile IPA (anche qui un pizzico di malto di frumento) e la Go Over (7,2%) una Golden Ale decisamente “rinforzata”. Sarà interessante verificare come si imporrà questa nuova linea nei confronti del target di riferimento.
Due sono invece le novità provenienti da birrificio Hibu. La prima si chiama Foxie (5%) e appartiene alle Fugaci, nome con cui il produttore lombardo indica le sue one shot. Si tratta di una Flemish Red Ale con aggiunta di lamponi e una maturazione in botte. Aspettiamoci dunque una birra molto complessa: deciso profilo maltato, spiccata acidità , intense note fruttate e sfumature legnose. Uno stile poco diffuso, reinterpretato in maniera originale secondo quell’attuale tendenza che vede la frutta contaminare diverse tipologie brassicole. Il nome è un chiaro omaggio a una delle canzoni più conosciute di Jimi Hendrix.
La seconda novità di Hibu si chiama invece Jumbo Beer (6,8%) ed è stata presentata lunedì scorso. È un’India Pale Ale, ma è anche e soprattutto una birra benefica: grazie al supporto del distributore Doc Roma, l’intero ricavato dell’iniziativa sarà devoluto all’associazione internazionale non governativa Amref per il finanziamento del progetto Acqua è Vita in Kenia. Il programma prevede un intervento nel distretto di Kitui per evitare la desertificazione di un’area totalmente rurale e quindi fondamentale per il sostentamento della popolazione locale. Si tratta della seconda volta che Hibu mostra interesse per birre solidali: al Ballo delle Debuttanti del 2016 presentò la sua Masala Beer per finanziare gli studi alcuni ragazzi nepalesi.
Come già spiegato in passato, quando una beer firm si trasforma in birrificio a tutti gli effetti non solo guadagna costanza e forza produttiva, ma può anche permettersi di lanciare nuove birre e sperimentare nuove ricette. È il caso di Agrilab, che il prossimo 7 aprile presenterà la sua ultima creazione al The Factory di Roma. La birra si chiama Primavera (4,7%) ed è la prima incarnazione della nuova linea stagionale del produttore laziale, nata dall’idea di caratterizzare ogni ricetta con un ingrediente prodotto presso la propria azienda agricola. In questo caso infatti lo stile di riferimento è quello delle Blanche, ma oltre ai consueti coriandolo e scorza d’arancia, l’aromatizzazione prevede anche l’aggiunta di miele millefiori realizzato in loco. L’illustrazione in etichetta è come sempre opera di Adrian Sroka.
Restiamo in zona con la Black Diva (4,8%) birra creata da Birrapulia per il locale capitolino Inofficina. Il nome suggerisce che siamo al cospetto di una Stout, ma per la precisione il sottostile di riferimento è quello delle Oyster Stout, reinterpretato però in chiave pugliese. Al posto delle ostriche, infatti, la ricetta della Black Diva prevede il contributo minerale e sapido delle cozze pugliesi e sarà interessante verificare come si comporteranno i molluschi in questa birra molto “hardcore”. Presentata durate San Patrizio, la birra vanta una splendida etichetta disegnata da Fabio Meschini della Clockwork Pictures.
E per non farci mancare niente in termini di trend del momento, concludiamo con una Fruit IPA, brassata recentemente dal birrificio Kashmir di Filignano (IS). Battezzata Felix (7,2%) e realizzata in collaborazione con BeerPort Italia, è la prima birra della linea Legio dell’azienda molisana. La parte luppolata è ottenuta con varietà Mosaic in coni e Citra in dry hopping, ma a livello aromatico a svettare è il mango, usato per aggiungere nette sfumature fruttate ed esotiche. Amara come da copione, finisce secca e invita a un nuovo sorso. Evidentemente perfetta per dissetarsi nelle giornate più calde, ormai alle porte.
ottima birra, bella grafica. complimenti