La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane parte dal Birrificio Lariano di Sirone (LC), negli ultimi tempi particolarmente intraprendente. La prima novità si chiama Michetta (4,6%) e si ispira allo stile delle Kölsch, sebbene le soluzioni produttive siano molto particolari e non riconducibili alle alte fermentazioni di Colonia. La chiave è nel nome: oltre al classico malto d’orzo (Pils), la ricetta prevede infatti l’impiego di pane secco in una percentuale del 10% rispetto al totale fermentabile. È una scelta orientata al recupero delle materie prime e piuttosto originale, sebbene non unica nel panorama internazionale: di esempi ce ne sono diversi, tra cui la belga Babylone di Brussels Beer Project. Per il resto abbiamo solo luppoli tedeschi e note di crosta di pane, un leggero fruttato e freschezza nel finale. Assolutamente da testare.
La seconda novità del Lariano è in realtà un’intera gamma inedita che trova nell’impiego della frutta la sua cifra stilistica (tanto per confermare ciò che dicevamo recentemente). Il progetto è stato impostato in maniera molto “didattica”: le birre sono cinque e partono tutte da una base comune, alla quale vengono poi aggiunte altrettante diverse tipologie di frutta. I nomi sono piuttosto identificativi: Fambrus (con lamponi), Mora (con more selvatiche), Berries (con frutti di bosco e fiori di ibisco), Maren (con amarene) e Red Nuance (con fragole e ciliege). Tutte le birre subiscono un passaggio in legno di circa 3 mesi. Da sottolineare che la nuova gamma è prodotta nel vecchio birrificio per evitare potenziali contaminazioni da parte di microrganismi non desiderati.
Restiamo in Lombardia per segnalare la Global Ipa (6,5%), ultima nata in casa Birrificio Rurale e presentata proprio ieri da Mozzico a Roma. Può essere considerata un proseguimento del percorso tracciato con l’ultima versione della Hopart, brassata con lievito inglese e luppoli americani. Qui però la ricetta è ancora più cosmopolita – globale, per l’appunto – poiché prevede malti inglesi e tedeschi, lievito inglese e vagonate di luppoli americani. È ricca, decisa e complessa, ma anche facile bere. Un’American Ipa da tenere sicuramente d’occhio per un produttore sempre molto attivo.
A proposito di birrifici attivi, c’è da segnalare un’ulteriore novità tra quelle recentemente realizzate da Eastside. Parliamo della Bimba Mia (6%), che è giustamente definita una Hoppy Saison e che è stata presentata in diversi locali di Roma nel passato fine settimana. È una delle produzioni con cui Eastside vuole salutare la nuova stagione, in questo caso ovviamente l’autunno. Il profilo aromatico, netto e pulito, è quello tipico delle Saison, a cui si aggiunge una componente rustica derivante da un inoculo di Brett Claussenii al momento dell’infustamento. Nel retrolfatto dominano percezioni agrumate ed erbacee, mentre la chiusura è straordinariamente secca e amara. Una Saison per certi versi estrema (ma in senso buono) che ricorda le migliori interpretazioni moderne della tipologia.
Nel segno delle luppolature generose è anche l’ultima novità di The Wall, battezzata John Hops. Anche qui viene utilizzata una definizione non propriamente ortodossa, ma che restituisce bene le caratteristiche della birra: Hoppy Imperial Lager. L’idea dunque è di accompagnare la semplicità di bevuta con l’esplosività dei luppoli, esaltata dal lievito a bassa fermentazione. Le varietà  utilizzate (anche in dry hopping) sono le “astronomiche” 🙂 Comet e Galaxy, che conferiscono sfumature tropicali e balsamiche avvertibili specialmente nel retrolfatto. Come in tutte le versioni “imperiali” degli stili classici, sia il corpo che il contenuto alcolico (8,8%) sono tutt’altro che trascurabili.
E concludiamo la carrellata di oggi fermandoci in Toscana e più precisamente presso La Gilda dei Nani Birrai, giovane produttore di Pisa. La neonata Shire (6%) è una birra aromatizzata al peperoncino, peculiarità che nel mondo brassicolo è più diffusa di quanto si sarebbe portati a credere. La ricetta è stata messa a punto grazie alla collaborazione con Peperita, rinomata azienda leader nella creazione di condimenti piccanti, e alla consulenza dello chef Enrico Benedetti.  La Shire è stata presentata ufficialmente nel corso del festival Peperoncino d’aMare e sarà disponibile dalla fine di questa settimana.
L’etichetta della Michetta così non va bene. O si utilizza l’umlaut o si scrive “koelsch”.
Giusto