Apriamo l’ultima settimana di maggio – che per Cronache di Birra sarà “corta” a causa del (anzi, grazie al) ponte del 2 giugno – con una carrellata di nuove birre italiane. Partiamo allora da Birra Perugia, Birrificio dell’anno in carica, che ha recentemente annunciato la sua Perujah, per la verità già premiata a febbraio proprio durante Birra dell’anno. Ora però è diventata effettivamente disponibile sul mercato per celebrare i 20 anni di attività artistica di I-Shence, una delle band di musica giamaicana più importanti in assoluto. Oltre ad essere di Perugia, i componenti del gruppo condividono con il birrificio gli stessi valori: passione, entusiasmo e amore per ogni sfumatura del proprio lavoro.
Tornando alla birra, la Perujah è una Session Ipa, facile da bere e molto profumata, luppolata con varietà Chinook, Centennial e Cascade. Per l’occasione poteva forse mancare un video musicale in stile reggae? Certo che no, eccolo qui con tanto di citazione di Breaking Bad.
Restiamo in centro Italia per spostarci a Bassano Romano (VT), dove continua la crescita del giovane birrificio Hilltop, una delle più interessanti realtà italiane degli ultimi anni. L’ultima creazione di Conor è La Calandrina (4,8%), una Saison piuttosto luppolata che è pensata appositamente per l’estate. In realtà la “deformazione professionale” del birraio si spinge fino a un’influenza proveniente dal mondo dei miscelati, tanto che la ricetta de La Calandrina è ispirata direttamente al Gin tonic: come si può immaginare, è allora prevista un’aromatizzazione ben precisa, ottenuta con bacche di ginepro e bucce di limone. Il tutto chiaramente arricchito dal contributo del lievito.
È ancora il Lazio protagonista con l’ultima nata in casa Eastside, creata in collaborazione con il blog Brewing Bad che conoscerete molto bene per gli articoli sull’homebrewing che Francesco Antonelli scrive regolarmente per Cronache di Birra. La Badside è una Berliner Weisse che colpisce subito per la freschezza del naso (note di lime e resina provenienti dal dry hopping) e una piacevole chiusura acidula di agrumi, senza ignorare la buona valorizzazione del malto al palato. Interessante la scelta di non fare riferimento allo stile di appartenenza nel nome, un segno di rispetto nei confronti di una denominazione regionale protetta (come per le Kölsch ad esempio).
Un’altra “mezza” novità a firma Eastside è la versione 2016 della Sixheaven, l’Ipa al cocco che aveva già fatto capolino un paio di estati fa. Il birraio Luciano Landolfi ha modificato la ricetta: diverso è il grist dei malti così come il mix dei luppoli, mentre il cocco ora appare più in evidenza grazie a un livello differente di tostatura e tempi di infusione. Entrata nel novero delle quattro stagionali di Eastside, la Sixheaven sarà presentata venerdì 17 giugno in una sessantina di locali italiani, così come già avvenuto con la primaverile Spring Break.
Senza cambiare latitudine in modo apprezzabile, facciamo un salto in Sardegna, dove a inizio mese il birrificio Mezzavia ha svelato i dettagli della sua ultima creazione. Si tratta della Malacoda, una Belgian Strong Ale ideata nel rispetto dei dettami classici dello stile, come già il nome dimostra: spesso birre di questo tipo presentano riferimenti demoniaci e Malacoda è proprio uno dei diavoli della Divina Commedia. Ma anche la birra è diabolica, perché nonostante la ricchezza dei profumi, il corpo rotondo e il lungo finale, nasconde pericolosamente l’alto tenore alcolico (7,5%). Merita menzione l’illustrazione in etichetta, splendida come quelle delle altre produzioni di Mezzavia.
Finalmente ci spostiamo decisamente verso nord per introdurre la Stonehenge, ultima nata a firma Birrificio Lariano. Rientra nel sottostile delle Rye Ipa, perciò la ricetta prevede una buona percentuale di segale (maltata) che si aggiunge al consueto malto d’orzo. In questo caso c’è anche una piccola aggiunta di avena, che serve a dare morbidezza per contrastare la speziatura, la lieve acidità e la “piccantezza” della segale. Di stampo esclusivamente americano la luppolatura da amaro, mentre in dry hopping sono state impiegate le varietà Sorachi Ace, Citra e Cascade. Rispetto alle normali Rye Ipa è un po’ meno alcolica per favorire freschezza e bevibilità .
E concludiamo con la Mosella (4,5%), creata dal birrificio Vecchia Orsa in collaborazione con la birreria Il Punto di Bologna. Lo stile di riferimento è quello delle American Wheat, quindi aspettatevi una birra ideale per l’estate: aroma brioso di pompelmo, ananas e tamarindo, amaro persistente ma contenuto e corpo leggero. Sicuramente il frumento contribuirà alla forza dissetante della Mosella con la sua leggera acidità . Il nome? Nasce dalla fusione dei due luppoli impiegati, Mosaic e Ella. Se la volete assaggiare dovrebbe essere disponibile allo stand di Vecchia Orsa durante il prossimo MicroBo Beer Festival di cui abbiamo parlato venerdì scorso.
Quali tra le novità presentate vi intriga di più per trovare sollievo al caldo di questi giorni?