Una nuova settimana comincia e improvvisamente ci troviamo catapultati nell’inizio della primavera. I prossimi giorni mostreranno il consueto risveglio della natura, che per noi in particolare coincide con la possibilità di bere all’aperto, gustando degli stili birrari che meglio si adattano al caldo in arrivo. Presumibilmente da qui a breve l’offerta dei locali cambierà nettamente, proponendo un numero inferiore di tipologie alcoliche per lasciar spazio a birre più leggere e rinfrescanti. Tralasciando le novità, che affronteremo come sempre nelle regolari panoramiche sulle produzioni inedite, vediamo come i nostri microbirrifici interpretano a loro modo l’arrivo primavera: probabilmente nelle prossime settimane ci troveremo a bere proprio una di queste creazioni.
Partiamo da chi ha deciso di creare un’associazione già dal nome della birra. La prima che mi viene in mente è prodotta da Hammer, giovane birrificio che sin dagli inizi ha nella sua gamma una birra battezzata Spring. Per la stagione in corso il birraio Marco Valeriani ha pensato a una Amber Ale che si distingue per una luppolatura delicata con varietà da tutto il mondo (l’inglese Kent Golding, il tedesco Saphir e l’americano Sterling) e netti profumi maltati e fruttati. Un’ottima creazione da “mezza stagione”, che non ha fretta di ricercare immediatamente caratteristiche troppo “rinfrescanti”.
Per il toscano I Due Mastri una birra primaverile è una classica Bavarian Weizen (denominata Spring Ale), mentre per la beer firm romana Art of Beer la “febbre da primavera” – la birra si chiama Spring Fever – è incarnata da una IPA con segale. Talvolta l’interpretazione di una stagione è resa con piccole variazioni sul tema, come accade per la Springtime Ipè del torinese San Paolo, realizzata esclusivamente per il mercato australiano.
Restando nel capoluogo piemontese, occorre segnalare che il Birrificio Torino produce una Birra di Primavera, che appartiene allo stile delle Marzen sebbene la luppolatura generosa la renda piuttosto sui generis. Interessante è la Musa di Primavera del Birrificio Italiano, realizzata per “secondo passaggio” dall’ultimo filtrato di Amber Shock e quindi aromatizzata con fiori di sambuco e robinia. Se pensate che sia insolita, aspettate di imbattervi nella Primavera al Verano, collaborazione tra i marchi itineranti Buskers e Aleph Birra: il nome è un omaggio al famoso cimitero monumentale di Roma e la ricetta prevede l’aggiunta di bacche di cipresso e aghi di pino raccolti proprio in quel luogo, oltre a pepe di Sichuan. Non di difficile reperibilità è la Temporis di Croce di Malto, che sebbene nel nome non citi esplicitamente la stagione, è una Saison pensata apposta per la primavera e brassata con un mix di spezie ed erbe orientali.
C’è poi uno stile (o meglio un sottostile) a bassa fermentazione poco conosciuto, ma che nasce espressamente per la primavera: quello delle Maibock. Il nome significa infatti “Bock di maggio” e possono essere pensate come delle Helles più forti e maltate del normale o come delle Bock chiare più leggere. In Italia troviamo diverse interpretazioni, come la Vertigo di Orso Verde, l’Alma Mater di Statalenove, la Vanity di Birrone o la Ondabionda di Birradamare. Poiché in Italia si sta vivendo un rinnovato interesse per le basse fermentazioni, non sarebbe male nelle prossime settimane incontrare una Maibock italiana in qualche locale.
Concludiamo questa carrellata con la Equinox di Vento Forte, un’American Pale Ale prodotta con la solita maestria propria del birraio Andrea Dell’Olmo. Qui in realtà il nome non si riferisce all’equinozio di primavera, ma all’omonimo luppolo impiegato “in purezza”; tuttavia direi che le caratteristiche organolettiche si adattano perfettamente alla stagione. E a questo punto non possiamo non citare anche la Suprema Ratio Equinox del Birrificio del Ducato, creata con la stessa logica (single hop di Equinox) ma su una base di India Pale Ale.
Per oggi è tutto, buona primavera e buone bevute a tema!