La nuova panoramica sulle nuove birre italiane comincia oggi con il birrificio Hibu di Burago di Mulgora (MB), produttore che recentemente sta denotando un certo fermento. Non รจ dunque un caso che le novitร siano ben due, entrambe molto interessanti. La prima si chiama PowerIPA ed รจ una collaboration brew realizzata da Raimondo Cetani insieme a David Hemstock di Raw Brewing, noto birrificio craft del Derbyshire. Il nome della birraย rende evidente gran parte della sua filosofia: una rivisitazione di uno dei classici stili anglosassoni, con una certa enfasi alla parte luppolata. Tra le varietร impiegate ce ne sono un paio sperimentali, dettaglio che ultimamente si riscontra con una certa frequenza nelle nuove ricette di molti birrifici. La PowerIPA dovrebbe essere disponibile a giorni (se non lo รจ giร mentre scrivo).
L’altra inedita a firma Hibu รจ stata battezzata invece Pompelmhotel. La ricetta รจ davvero particolare, perchรฉ puรฒ essere considerata una Brown Ale piuttosto leggera (3,8%) aromatizzata con l’aggiunta di pompelmo. Molto probabilmente la birra gioca sul contrasto tra la freschezza e l’aciditร dell’agrume e i toni piรน “caldi” dei malti scuri, mantenendo alta la bevibilitร grazie a una gradazione contenuta. ร curioso notare come questa presunta dissonanza tra ingredienti รจ in realtร una tendenza che ogni tanto ritroviamo tra i birrifici italiani: non รจ raro l’uso di caffรจ o cioccolato in birre chiare – ultimo esempio la Ciocch di Lambrate – o di frutta in birre scure – la prima che mi viene in mente รจ la More Uxorio di Pontino. Tornando aย in tema, la Pompelmhotel รจ giร disponibile nei locali affiliati a Hibu.
Restiamo sui toni scuri per segnalare l’ultima novitร proveniente dal giovanissimo birrificio Hammer. La Black Queen รจ una Black IPA abbastanza importante in termini di titoloย alcolometrico (7%), ma soprattutto per quanto riguarda la sua luppolatura: Marco Valeriani รจ un maestro al riguardo e siamo sicuri che avrร saputo valorizzare al meglio le varietร Citra e Amarillo impiegate, riuscendo nel non facile tentativo di farle convivere con le proprietร organolettiche dei malti torrefatti. La birra รจ stata presentata allo spaccio del birrificio a fine gennaio, quindi giร dovrebbe essere facilmente reperibile un po’ in tutta Italia.
Tra l’uso di ingredienti particolari credo che il birrificio Elav sia il primo a distinguersi per una birra alla polenta. In fin dei conti sempre di cereali parliamo e la nuova Vienna Lager del produttore di Comun Nuovo (BG) fa proprio di questo piatto locale l’elemento insolito della sua ricetta. Ma partiamo dalle caratteristiche piรน “ordinarie”: il malto utilizzato รจ ovviamente Vienna, che indicaย anche l’omonimo stile di appartenenza (molto in voga in Europa in tempi passati); il luppolo invece รจ il ceco Kazbek, con un profilo speziato che ricorda il Saaz, ma piรน selvatico ed erbaceo di quest’ultimo. Per quanto riguarda la polenta, Elav ha fatto ricorso alle “chips” di risulta della cottura della stessa, che presumibilmente influenzeranno parecchio il profilo organolettico della Vienna Lager. Dettagli sul sito di Elav.
Torniamo ancora sul colore nero con l’ultima nata in casa Stimalti, giovane produttore della provincia di Caserta che sembra essere partito con il piede giusto. La Sta Notte รจ un’Imperial Stout vellutata e calda, priva di estremismi alcolici (8,5%), che sarร presentata domani 11 febbraio presso la Quinta Pinta (dettagli su Facebook). In etichetta tra gli ingredienti sono citati altri “cereali” oltre all’orzo maltato. Secondo voi quali potrebbero essere? Io punto sull’avena ๐ .
Restiamo in tema di (Russian) Imperial Stout con l’ultima creazione del Birrificio Artigianale Veneziano. Come si puรฒ leggere su Mondobirra, la Matrioska (10%) si caratterizza per 6 mesi di maturazione in botti di whisky, aspetto che ne influenza profondamente la resa olfattiva e gustativa: accanto alle sfumature tipiche dei malti tostati (caffรจ, cioccolato, ecc.) si aggiungono note legnose, torbate e di whisky. ร dunque la classica birra da divano (o da caminetto, o da salotto… insomma dipende da come avete arredato casa) che si incastra perfettamente in un dopo cena. La Matrioska dovrebbe essere disponibile da poco piรน di un mese.
E concludiamo con una birra meno recente, ma che comunque ho piacere a segnalare. Lo so che un libro non dovrebbe essere valutato dalla copertina, ma trovo che l’etichetta della Maison Saison, prima birra del Diorama di Firenze creata in collaborazione con il Birrificio degli Archi, sia a dir poco eccezionale. La grafica old style richiama in maniera perfettaย le antiche birre delle fattorie del Belgio e l’associazione non รจ casuale: la Maison Saison รจ appunto una classica Saison che prevede l’aggiunta di zucchero di canna e spezie. ร disponibile sia in fusto che in bottiglia ed รจ inutile dire che la potete trovare presso il Diorama.
Conclusa questa panoramica di inizio febbraio. Avete giร assaggiato alcune delle birre presentate nel post di oggi?
Curioso di constatare se la Black Queen risulterร migliore della Due di Picche.
La black queen รจ davvero tanta roba. Migliore della 2 di picche non saprei, ma veramente ottima.