Con l’inizio dell’estate i birrifici italiani sono, se possibile, ancora più attivi nel lancio di nuove creazioni. La panoramica di oggi parte allora con la Oceano, l’ultima nata in casa Birra dell’Eremo, che si adatta particolarmente alla stagione calda. È infatti una Summer Ale – ma a me questa definizione piace poco, preferisco la più classica Golden Ale – con note agrumate e di frutti esotici provenienti dai luppoli australiani e tedeschi di nuova generazione. Secca e rinfrescante, sarà presentata in anteprima dal 25 giugno a Birroforum e in alcuni pub di Roma. Ulteriori informazioni sul relativo evento Facebook.
Due sono le collaborazioni che affronteremo oggi. La prima è tra i giovanissimi birrifici Crak e MC-77, che ha portato alla nascita della Session IPA, appartenente alla tipologia omonima. Anche in questo caso non amo l’appellativo, poiché trovo l’aggettivo “session” poco compatibile con lo stile delle IPA. MA riflessioni personali a parte – di cui ovviamente vi importerà il giusto – è interessante rilevare che per questa creazione è stata sperimentata una luppolatura del mosto a temperature inferiori rispetto a quelle di evaporazione degli oli essenziali, al fine di massimizzare l’estrazione dell’aroma e minimizzare quello dell’amaro. Aspettatevi dunque una IPA moderna, facile da bere ed estremamente profumata. Anche in questo caso le calde giornate estive saranno il miglior banco di prova per questa novità.
L’altra collaboration brew è invece tra due marchi laziali e cioè Stavio e Terre di Faul. Se il primo è ormai molto conosciuto nell’ambiente nazionale, lo stesso non si può dire del secondo. Personalmente scrissi di Terre di Faul a metà 2014 quando aprì i battenti, ma ho avuto modo di assaggiare le produzioni del birraio Filippo Miele solo qualche mese fa, restandone positivamente impressionato. Tornando alla novità realizzata insieme a Stavio, il nome è La Pecunia ed è una Belgian Strong Ale in puro stile belga, dal tenore alcolico non indifferente (7,8%). Molto bella l’etichetta, che ritrae i due birrai (Filippo e Padre Marcio) all’opera.
Le novità a firma Extraomnes non mancano, ma sono sempre avvolta da un alone di mistero. Oggi ne citiamo due. La prima è la Yanqui (5,5%), che appartiene allo stile delle American Pale Ale: una scelta curiosa per un birrificio che è da sempre specializzato in stili di stampo belga. Ma il desiderio è proprio di emergere anche in tipologie brassicole diverse, come dichiara la stessa azienda: “Da paladini degli stili belgi volevamo solo dimostrare che possiamo fare la migliore APA italiana. Sempre con grande modestia”. Per una verifica sul campo non resta che assaggiarla 🙂 .
Ancora più misteriosa è l’altra novità, battezzata Égocentrique (5,1%): il birrificio ha mantenuto il totale riserbo su qualsivoglia caratteristica, ma su Microbirrifici.org si legge che è una birra aromatizzata allo zenzero e maturata in quarter cask di Laphroaig. Forse non sapete che Schigi è anche un grande appassionato di miscelati e la natura così particolare della Égocentrique deriva dalla ricetta di una variante di Highball, long drink che prevede whisky e ginger beer. Considerate che è un cocktail molto rinfrescante, quindi anche la birra dovrebbe essere molto indicata per il periodo.
E due sono anche le novità dal pugliese I Peuceti. La prima ci è stata raccontata ormai qualche settimana fa da Angelo su Berebirra e si tratta di una birra realizzata con aggiunta di mosto di Fiano aromatico, maturata in botti di rovere francese. Il nome Divina purtroppo rivela una certa mancanza di originalità, ma ormai ci stiamo tristemente abituando a simili omonimie. L’altra novità si chiama invece FakkAldo ed è un’American Wheat nata dalla collaborazione con il Birrarium di Acquaviva e il Corvo Torvo di Bitonto. Il nome, molto meno scontato del precedente, è un omaggio a tal Aldo, amico del birrificio (e immagino dei due locali). Anche in questo caso siamo al cospetto di uno stile estremamente estivo.
Direi che le occasioni per dissetarci in maniera inedita non mancheranno. Avete già assaggiato qualcuna delle nuove creazioni qui presentate?
“una luppolatura del mosto a temperature inferiori”…Qualcuno un giorno spiegherà cosa vuol dire sta cosa…
Giusto per completezza preciso che ho riportato esattamente le stesse parole usate dal birrificio
Certo Andrea, immagino, non era una critica nei tuoi confronti. Ma leggendo quella frase mi è tornato in mente un tuo vecchio articolo nel quale descrivevi stupefacenti “tecniche innovative”, che di innovativo non avevano proprio niente, usate da alcuni birrifici…
Non l’ho presa come una critica a me, era un modo per rilanciare la palla ai ragazzi di Crak. Che a dirla tutta nello stesso post su Facebook non hanno scritto che è una tecnica rivoluzionaria, ma solo che loro la stavano sperimentando per la prima volta. Insomma non si sono appropriati di niente.
Allora ho capito male io. Non vedo l’ora di berla!
..e noi prendiamo volentieri la palla e vi diciamo cosa abbiamo fatto. Le classiche gittate di luppolo in whirlpool estraggono comunque amaro, il mosto è a temperature attorno ai 95°C, ed inoltre alcuni degli oli essenziali del luppolo, che contribuiscono all’aroma, evaporano anche a temperature ben al di sotto dei 80°/90°C . Quindi abbiamo provato ad aggiungere il luppolo in whirlpool a temperature inferiore a quelle di evaporazione di questi oli per ottenere (teoricamente) la massima estrazione possibile dai luppoli utilizzati. Sicuramente sperimenteremo ancora, anche nelle nostre birre già in produzione, per capire l’effettiva efficacia di questa tecnica. Certamente non ci siamo appropriati di nessuna novità in senso assoluto, diciamo solo che per noi e per i ragazzi di MC77 è una novità assoluta e la letteratura su questa tecnica non è così vasta da garantirci anticipatamente risultati certi. Quello che possiamo dire è che continueremo a provarci fino a quando non ne capiremo l’effettiva efficacia…e ovviamente aspettiamo i vostri feedback per sapere cosa ne pensate di questa birra per noi sperimentale.
Ma quindi tenete il mosto nel whirlpool fino a quando non scende sotto gli 80 gradi? a contatto con il luppolo continua ad estrarre amaro, vi conviene veramente ? Non è meglio raffreddare e fare dry hopping? magari ho capito male
cosi’ a naso potrebbe essere luppolatura post bollitura (tipo durante il whirlpool), oppure prima (first wort hopping).
Ma allora non si tratta di nulla di innovativo…
La fonte d’ispirazione dell’etichetta della FakkAldo credo proprio sia quella de La Verguenza Summer…
Vorremmo condividere con voi l’episodio divertente…..Una persona abbastanza famosa e competente che l’assaggiò qualche mese fa sollevò lo stesso problema per il nome, questo “problema” era a noi noto ma non ci andava di cambiarlo perchè era nei nostri cuori già da tempo immemore e da quando facevamo le prime sperimentazioni in casa con il succo d’uva rigorosamente non cotto, in Puglia il vino è insito nella nostra cultura da sempre e volevamo riportarlo nella nostra interpretazione di quelle che poi sono state riconosciute Italian Grape Ale.
Dunque prontamente fu risposto “Ogni anno la Divina cambia nome! Quella che abbiamo ora in maturazione è la Divina 2014 e c’è stata una Divina 2013…” tuttavia dopo il battesimo da Gentile Sour da parte del signor “K” e dei complimenti graditissimi ci ha dato degli “avvocati”!!! Sono sicuro che avrete capito chi è il signor “K”!
Non conoscevo terre di faul: proprio la scorsa settimana ho bevuto la loro american pale,mi pare si chiami tiburzi o qualcosa del genere e l’ho trovata ben fatta,nulla da dire. Sono curioso di assaggiare la belgian ale cui ti riferisci,certo non è proprio estiva ma vale la pena provare specie dopo il primo impatto positivo.
Anche le altre della gamma sono molto interessanti