Come forse vi sarete accorti, da qualche anno su Cronache di Birra non pubblico piĆ¹ pesci d’aprile. Non nascondo che in passato questa consuetudine mi ha divertito e ha persino contribuito a far conoscere il blog nell’ambiente, soprattutto nei suoi primissimi anni di vita. PerĆ², come spiegai in passato, ormai il settore della birra artigianale ĆØ talmente alla mercĆ© di cambiamenti repentiniĀ – e non di rado clamorosi – che spesso la realtĆ supera di gran lunga la fantasia. E raggiunto quel limite che senso ha continuare ad architettare storie piĆ¹ o meno verosimili per realizzare un buon pesce d’aprile? Le vicende degli ultimi tempi ci hanno assuefatto, si sono ripetute con tale frequenza da renderci piĆ¹ apatici nei confronti di avvenimenti importanti, veri o falsi che siano. CiĆ² premesso, con il pezzo di oggi voglio ripercorrere tutti i pesci di aprile pubblicati su Cronache di Birra in questi anni, cosƬ da celebrare comunque il primo aprile e capire in quali occasioni si siano avverate le previsioni piĆ¹ volutamente assurde.
La Nana di Baladin (2008)
Il primo storico pesce d’aprile di Cronache di Birra ebbe l’inaspettato effetto collaterale di rendere il blog popolare nell’ambiente della birra artigianale italiana per la prima volta. Ipotizzai la nascita della prima bassa fermentazione a firma Baladin, battezzata Nana – un nome che avrebbe dovuto far scattare il campanello d’allarme. Riportai le dichiarazioni di Teo Musso (chiaramente inventata) e qualche dettaglio sulla ricetta, che in particolare prevedeva l’uso di luppolo Baladino, coltivato dallo stesso birrificio piemontese. Il pesce d’aprile mietette diverse vittime, tra cui un blog piemontese (Birra Zen se non vado errato) che rilanciĆ² la notizia sulle sue pagine. Curioso notare che a piĆ¹ di 10 anni di distanza e con una gamma che si ĆØ profondamente ampliata nel frattempo, Baladin non abbia mai sentito l’esigenza di produrre una bassa fermentazione. E conoscendo Teo probabilmente non accadrĆ per i prossimi 10 anni…
Post originale – Baladin debutta nella bassa fermentazione
L’homebrewing illegale in Italia (2009)
In un periodo in cui in Italia si stavano susseguendo decisioni atte a limitare il consumo di bevande alcoliche, me ne uscii con la notizia di un disegno di legge che avrebbe reso illegale l’homebrewing nel nostro paese. Riportai le dichiarazioni di un improbabile on. Maria Rossella, che accusava questo hobby di consentire ai giovani di “accedere a una grande quantitĆ di birra” senza che ci fosse alcun controllo, nonchĆ© di alimentare un mercato sommerso di compravendita di produzioni casalinghe. Il pesce fu ben confezionato e non pochi lettori caddero nella trappola, esprimendo tutta la propria rabbia nei commenti.
Post originale – L’homebrewing sarĆ illegale in Italia
La Blend Series di Mikkeller (2010)
Nel 2010 Mikkeller era un produttore molto in voga nel panorama internazionale e uno dei primi marchi in Europa a spingere il concetto di birra oltre i limiti condivisi all’epoca. L’idea della Blend Series si inseriva proprio in questa modalitĆ produttiva “provocatoria”: una linea di birre realizzate mischiando tra loro prodotti di altri birrifici, regolarmente disponibili sul mercato. Le prime release furono dedicate alle maggiori nazioni birrarie: ad esempio l’Italian Blend era realizzata con un 60% di Tipopils del Birrificio Italiano e un 40% di Reale di Birra del Borgo. Inizialmente il pesce d’aprile faticĆ² a cogliere in fallo i lettori, ma quando pensai di aver fatto un buco nell’acqua, mi scrisse in privato Leonardo Di Vincenzo di Birra del Borgo, chiedendomi dettagli con un tono a dir poco allarmato. Un paio di giorni dopo ricevetti una mail di Mikkel Borg Bjergo che si dichiarĆ² divertito dallo scherzo.
Post originale – Mikkeller lancia la sua nuova Blend Series
La chiusura forzata di Cronache di Birra (2011)
Nel 2011 annunciai che Cronache di Birra avrebbe chiuso a causa delle pressioni subite dagli avvocati di Heineken Italia, che si erano mossi nei confronti del sito “reo di aver espresso giudizi lesivi dell’immagine della societĆ ”. Il pretesto sarebbe stato un articolo in cui qualche giorno prima avevo criticato un nuovo prodotto editoriale della multinazionale olandese. La notizia creĆ² un bel polverone, con oltre 100 commenti equamente divisi tra chi comprese e stette al gioco e chi cadde rovinosamente nel tranello. Qualcuno propose persino di riempire la casella di posta di Heineken con messaggi di totale disapprovazione e dovetti raffreddare gli animi per non evitare che le conseguenze del pesce d’aprile portassero davvero alla chiusura del sito š .
Post originale – Game Over
Il locale di Colonna, Polli e Liberati (2012)
Nel 2012 inventai l’apertura a Roma di Opus Birrae, un brewpub nato dall’improbabile collaborazione tra Manuele Colonna, Alex Liberati e Paolo Polli. Il locale si sarebbe sviluppato su due piani: quello superiore dedicato alla produzione (con Stefano Cossi in sala cottura) e quello inferiore alla mescita. La zona per i clienti sarebbe stata divisa in quattro zone tematiche, ognuna dedicata a una particolare cultura brassicola mondiale (Regno Unito, Germania, Belgio e USA) e fornita di tap list e menu dedicati (e ovviamente coerenti con la rispettiva caratterizzazione). Ovviamente le strade dei tre protagonisti non si sono mai incontrate in questi anni, anzi si sono allontanate: Manuele ha creato progetti con altri soci, Paolo ĆØ rimasto legato a Milano e Alex si ĆØ trasferito a Denver dove ha recentemente aperto il suo birrificio.
Post originale – Roma avrĆ finalmente il suo brewpub e si chiamerĆ Opus Birrae
I whisky di Mastro Titta (2013)
In un periodo in cui in Italia cominciarono a diffondersi le birre collaborative, su Cronache di Birra fu pubblicato il primo pesce d’aprile birrario nato a sei mani. Insieme a Tony Manzi di Birradio e con la complicitĆ di Giorgione “Mastro Titta”, lanciammo la notizia della nascita di una linea di whisky che avrebbe portato il nome del famoso locale capitolino. Intervenimmo entrambi nel podcast di Tony e Giorgio raccontĆ² nel dettaglio il progetto, poi io lo rilanciai su Cronache di Birra. Fu un’esperienza divertente, ma lo scherzo non raccolse i risultati sperati (cioĆØ un numero elevato di vittime), forse perchĆ© il tema non era prettamente birrario.
Post originale – Torna Birradio: i whisky del Mastro Titta e un bilancio sulla Settimana della Birra
La beer firm di Cronache di Birra (2014)
Un anno dopo la birra celebrativa per il quinquennale del sito, annunciai l’uscita della mia beer firm personale. GiĆ il nome suonava piuttosto inverosimile (Cronache di Brewing Co.), ma anche gli altri dettagli non erano da meno. Le birre erano tutte ispirate alle serie tv piĆ¹ in voga all’epoca (Breaking Bad, Game of Thrones e Mad Men) e soprattutto puntavano all’impatto visivo sfoggiando colori diversi dalle classiche sfumature cromatiche della bevanda: c’era la birra rosso sangue, quella blu elettrico e quella arancione. Nonostante le premesse al limite dell’inverosimile, il pesce ebbe un ottimo successo anche grazie al supporto di un paio di e-commerce online (Cantina della Birra e Astral Beers) che pubblicarono i prodotti (virtuali) sui loro store digitali. Inoltre il pezzo anticipĆ² concettualmente quell’ossessione per la parte visiva della birra che si ĆØ sviluppata a partire dalle Hazy IPA.
Post originale – Cronache di Birra diventa una beer firm: vi presento la Cronache di Brewing Co.
Il nuovo Cronache di Birra (2015)
Nel 2015 annunciai una profonda ristrutturazione del sito, che avrebbe assunto le fattezze di un magazine e si sarebbe aperto ai contributi esterni. Piccola particolaritĆ : non fu un vero pesce d’aprile, perchĆ© il cambiamento avvenne davvero nei giorni subito successivi alla notizia, sebbene l’arricchii di dettagli non veritieri (a partire dall’orrido nuovo logo). Diciamo che approfittai della ricorrenza per creare un po’ di confusione e amplificare la portata della novitĆ š . Poi dall’anno successivo interruppi la tradizione dei pesci d’aprile, quindi l’ultimo realmente tale fu quello del 2014.
Post originale – Cronache di Birra ĆØ morto, evviva Cronache di Birra 2.0!
In 11 anni di Cronache di Birra si sono quindi succeduti 7 (e mezzo) pesci d’aprile. Li ho sempre realizzati cercando di costruire una storia verosimile, ma partendo da presupposti spesso improbabili. Non ĆØ facile realizzare pezzi del genere, perchĆ© bisogna muoversi in un complicato equilibrio tra creativitĆ e attendibilitĆ . Spero di avervi divertito, ma ĆØ chiaro che quella del pesce d’aprile ĆØ una consuetudine che ormai appartiene a una vecchia concezione del sito. E ora attenzione a non cadere nei tranelli di locali e birrifici che si susseguiranno per l’intera giornata!
Non seguivo ancora il tuo blog all’epoca dei primi pesci, ma credo che ci sarei cascato di brutto! ahahahah
Complimenti per l’ammissione! š