Dopo la puntata pilota di qualche giorno fa, il “Viaggio al centro della birra” di Marcello Mallardo parte ora ufficialmente. Destinazione finale: l’apertura di un suo microbirrificio, alla quale – si spera! – arriverà dopo un percorso di esperienze acquisite sul campo. La prima tappa di questo personalissimo itinerario comincia con il Birrificio Italiano, dove il nostro amico ha speso una giornata per “rubare” i segreti del mestiere da un maestro come Agostino Arioli. In questa fase le sue esperienze saranno ancora di tipo “iniziatico”: le visite agli impianti di produzione corrisponderanno a poco più che piacevoli gite, nelle quali potrà assaporare l’atmosfera che si vive in un vero birrificio. Più in là subentrerà l’esigenza di analizzare elementi di ben altra profondità, al fine di ottenere una panoramica totale ed esauriente di tutte le problematiche associate all’apertura di una propria attività brassicola. Spazio quindi alle sue parole…
Birrificio Italiano: il “pellegrinaggio” obbligatorio
Per un appassionato di birra artigianale la visita al Birrificio Italiano dei fratelli Arioli può essere paragonata al pellegrinaggio alla Mecca per i musulmani. Un passaggio obbligato per chi professa una “fede” in modo totale e a volte sconsiderato. Non a caso dunque il mio personale “Viaggio al centro della birra” parte proprio da Lurago Marinone, nel comasco, dove, ad attendermi trovo il mitico Agostino.In questo caso mi sono prefissato di seguire la cotta dall’inizio alla fine insieme al mastro birraio, che non esita un attimo ad aprirmi le porte del suo birrificio. Appena entro, neanche a dirlo, scopro che la cotta di giornata è la B.I. Weizen (la mia preferita!). Se la prova del nove per una pizzeria è la classica margherita con bufala o per un’osteria romana la carbonara, il mio personalissimo metro di giudizio è rappresentato dalle birre di frumento.
Quella che gli stessi fratelli Arioli definiscono come una “folle idea” prende forma nel lontano 1983 e nasce nel 1996 con le vesti del brewpub in cui alla produzione brassicola si abbina una cucina che lavora sulle proposte gastronomiche che meglio si sposino con la nostra amata bevanda. Ad oggi le strutture di produzione e degustazione sono separate, a dimostrazione della crescita e del consolidamento di uno dei principali punti di riferimento dei microbirrifici italiani. A pochi passi dal pub si sono infatti insediati da alcuni mesi Agostino e la sua troupe in un contesto che poco ha da invidiare ai birrifici industriali. Ogni fase della produzione birraria gode infatti di uno spazio dedicato (ivi compresi il laboratorio per lo studio dei lieviti e della composizione organolettica del prodotto e gli uffici commerciali e amministrativi).
La mattina si svolge in modo sereno e Agostino alterna fasi di estrema attenzione e concentrazione verso la Weizen in cottura a fasi di confronto reciproco sulla sua esperienza e le nostre ambizioni. Nella visita non sono infatti solo, ma vengo raggiunto da due homebrewers alle porte della costruzione del loro sogno: l’apertura di un microbirrificio.
Verso le 12,00 è l’ora di scoprire le carte. Roberto del Birrificio Italiano aggancia un fusto di Cinnamon Bitter Ale a una pompa posta alle basi del tavolo che ospita quotidianamente la pausa pranzo nella nostra “Mecca”. Allo stesso tempo i due homebrewers ci propongono due delle loro birre: una Belgian Ale e una Stout. Dalla pacatezza della mattinata Agostino passa alla rassegnazione: messo alle strette, dovrà giudicare le due birre e noi, nel nostro piccolo, faremo altrettanto con la Cinnamon.
I due ragazzi attendono il verdetto di Agostino come i tuffatori alle finali delle Olimpiadi attendono i voti dalla giuria in seguito alle acrobazie. Con grande umiltà e passione per il lavoro, anche Agostino ascolta i nostri pareri sulla sua birra che non sembra convincerlo ancora al 100%. Imparo così che, dopo più di 15 anni al vertice della produzione brassicola artigianale italiana, la ricerca, il miglioramento e l’attenzione al cliente finale rimangono al centro dell’attenzione del mastro birraio. In un settore come questo, in cui la qualità diventa conditio sine qua non, l’umiltà e la capacità di mettersi in gioco non rappresentano solo il motore che mette in moto la macchina, ma ne diventano il carburante stesso.
L’immagine appena delineata si conferma nel momento del pranzo quando tutti i dipendenti si riuniscono attorno al tavolo e non sembrano troppo lontani da una grande famiglia.
Nel pomeriggio l’atmosfera si rilassa ulteriormente e scopro di aver in comune con Agostino più di una passione. È con grande stupore che infatti accolgo una canzone ricercata su Youtube. Riconosco subito lo stile dei Beirut. È Santa Fe tratta da The Tip Ride. D’ora in poi al gusto rinfrescante della Weizen di Agostino assocerò probabilmente queste note…
Sì vabbé….la sua preferita è la Weizen…
Ma saranno tutti capitoletti così appiccicosi?No ditemelo così rinnovo le scorte di insulina.
Aspetta che viene da te 😉
Se…finisce che apre un chiringuito a Formentera.
Nonostante i più che giustificati sfottò, sarei davvero contento di venirti a trovare.
😀
Vieni, ti avviso che qui ci odiamo tutti.
è stata a lungo la mia filosofia di vita 🙂
Scusa, cosa significa lo studio dei lieviti? Analisi microbiologica?
sottoscrivo la domanda. ogni tanto si legge di birrifici con lo studio per i lieviti e non capisci mai se dentro c’è uno stirrer o le piastre di Petri…
Giada scusa per la terminologia. In effetti si parla di uno spazio, ben distinto dalla sala di cottura, per l’analisi microbiologica dei lieviti.
Giada…non anche qui, eh? 😉
Nah, ho gia’ dato 🙂
Rilassatevi!
è un viaggio romantico…aspettiamo che il percorso continui
ricordo con un po’ di nostalgia quella sera che un mio amico mi porto’ al birri..(era l’estate del 1998) e alle spine c’era agostino! sembra passato un eternita’ ma sono solo 15 anni…grazie maestro agostino per le emozioni che con la tua birra ci fai provare! lallo
Ciao Lallo, era da un po’ che non ti facevi vedere da queste parti! Come stai?
io sto’ bene! cronache birra lo seguo sempre…sono un po’ preso col lavoro ma ci sono tu come stai? ps sono stato a roma 15 giorni fa’ sono passato dal macche…open baladin volevo passare da giorgione..ma non c’e lo fatta..ciaooooo
Qui tutto ok. Cavolo dovevi dirmelo che venivi a Roma, ci saremmo fatti una birra insieme. Alla prossima!
concordo con schigi, voglio vedere il sangue 😀